Capitale Cultura 2026, sindaco di Rimini: “Complimenti a L’Aquila nonostante invasioni di campo di certa politica”
14 Marzo 2024 / Redazione
“Prima di tutto sinceri complimenti a L’Aquila per questo riconoscimento che premia l’impegno, la storia e la voglia di rinascita di un pezzo di Italia bellissimo tragicamente colpito 15 anni fa da un devastante terremoto. Da tempo L’Aquila ambiva a questo prestigioso riconoscimento. Complimenti che tengo ad estendere a tutte le città che sono arrivate a questa fase finale di selezione: dieci realtà anch’esse bellissime e differenti, per dimensione, per storia, per vocazioni, che messe a fianco l’una accanto all’altra compongono la fotografia di un’Italia che crede nella forza e nel valore del suo patrimonio culturale e di tradizioni e che vede in questo ‘capitale’ una delle leve per uscire dalle incertezze del presente e guardare al futuro”.
Così il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad al termine della cerimonia di assegnazione del titolo di capitale italiana della cultura 2026, che si è svolta a Roma alla Sala Spadolini del Ministero della Cultura. Un ultimo atto, arrivato a poco più di una settimana dalla sessione di audizioni, che ha visto il Ministro Sangiuliano conferire il titolo alla città di L’Aquila, che dunque raccoglierà il testimone da Agrigento, capitale 2025. Rimini era presente insieme ai primi cittadini e agli amministratori delle altre città candidate: oltre a L’Aquila, erano in ‘gara’ Agnone (Isernia), Alba (Cuneo), Gaeta (Latina), Latina, Lucera (Foggia), Maratea (Potenza), Treviso e l’Unione dei Comuni Valdichiana Senese (Siena).
Prosegue il sindaco: “Territori, come detto, profondamente differenti, ma che hanno contribuito, ognuno a modo proprio, a mostrare quella che credo sia la faccia più suggestiva e affascinante del nostro Paese, lavorando per mesi nell’intento di costruire un programma di futuro che pone al centro la valorizzazione della nostra ricchezza più preziosa e forse più sottovalutata seppur universalmente invidiata. Città piccole, medie, grandi che compongono la spina dorsale dell’Italia e che hanno dimostrato come questo patrimonio culturale così sfaccettato abbia le possibilità per uscire da un approccio tradizionalista e conservativo per essere messo al centro di politiche innovative per lo sviluppo sociale ed economico del Paese. Rimini e la Romagna da questo punto di vista hanno dimostrato ancora una volta di essere protagoniste di questa ‘faccia bella’ dell’Italia e di poter dare un contributo concreto e tutt’altro che banale a un Paese che ha bisogno come l’aria di valorizzare lo straordinario patrimonio che ha, abbandonando una volta per tutte i conservatorismi e soprattutto prassi e comportamenti che troppo spesso lo zavorrano.
“Se infatti quest’esperienza ci consegna questa rinfrancante consapevolezza, dall’altra ci ha mostrato anche il lato peggiore e ahimè radicato del nostro Paese, con quella catena di ‘invasioni di campo preventive’, scomposte anche da parte di chi dovrebbe essere super partes e poi di illazioni e di ombre che hanno velato la coda finale di quella che per i territori candidati non è una semplice competizione. E’ la regola del sospetto a cui neanche questa partita si è potuta sottrarre. Nulla di nuovo, ma non per questo bisogna ogni volta allargare le braccia e dire ‘è così’. Proprio perché consapevoli dello sforzo e del risultato riconosciuto da tutti da parte di Rimini e della Romagna, ci sarebbe voluta più attenzione, più rispetto e meno interessata sguaiataggine da parte di una politica che evidentemente vuole perennemente far sapere al mondo che ‘mi manda Picone’ vale più di qualsiasi sostanza e educazione istituzionale.
“Non aggiungo sul tema altre parole, che invece voglio dedicare al lungo percorso che ci ha condotto qui oggi. Nessuno compete per perdere, ma sono sincero nel dire che il primo risultato più importante l’abbiamo già ottenuto: quello di risvegliare l’orgoglio di una città e di una comunità, che in maniera compatta ha lavorato per condividere un progetto che va oltre alla candidatura e che riguarda l’idea che abbiamo della Rimini di domani. Il mio primo grazie quindi va alla città, che ha creduto e condiviso la sfida, così come lo hanno fatto gli amministratori di Ravenna, Cesena, Forlì, Faenza e Lugo che hanno dato conferma di come la Romagna sappia ritrovarsi e fare fronte comune sulle partite decisive. Grazie al sindaco e alla città di Carpi, al presidente Bonaccini e all’assessore Felicori. Grazie poi alle due direttrici artistiche di candidatura, Francesca Bertoglio e Cristina Carlini, a Paolo Verri, a Giorgio Tonelli che ha ‘acceso’ la scintilla, alle donne e agli uomini del settore cultura del Comune di Rimini che hanno gettato il cuore oltre l’ostacolo, a tutti coloro – e sono stati tantissimi- che hanno aderito e partecipato al progetto negli ultimi due anni.
“Voglio dire che il progetto ‘Vieni Oltre’ andrà comunque Avanti e Oltre, nel senso che quello che, come Rimini, abbiamo fatto a suon di investimenti per affermare che siamo “qualcosa di più di una sola spiaggia e ombrellone”, prosegue secondo un percorso già tracciato. Nessuno ci può togliere quello che abbiamo fatto e nello stesso tempo nessuno ci può impedire di concretizzare quello che abbiamo già pianificato per il prossimo futuro. Nel dossier di candidatura è programmata la realizzazione del Piano Strategico della Cultura che sarà il prossimo compito che ci attende di qui alla fine di questo mandato amministrativo: anche questo seguirà dinamiche di partecipazione assoluta perché dovrà alimentarsi di quell’entusiasmo diffuso che in questi mesi abbiamo toccato con mano in tutta Rimini. Nel frattempo chiudiamo questa bellissima e coinvolgente prima parte dell’avventura, così come avevamo cominciato lo scorso settembre: con una festa. Il 13 aprile aprirà ufficialmente il nuovo percorso museale del Trecento Riminese, straordinaria opera di valorizzazione del nostro patrimonio artistico, e quella sarà l’occasione per una intera giornata dedicata ai nostri musei, alle nostre bellezze, interamente a disposizione di tutta la nostra comunità. A questa seguirà poi di pochi giorni la ‘vernice’ della Biennale del Disegno, che torna in città dopo 6 anni e che presenteremo sabato pomeriggio (16 marzo ore 17) alla città al Teatro Galli. Grazie davvero a tutti”., conclude Sadegholvaad.
“Notizia già anticipata da Sangiuliano. Grave che sia usata per la campagna elettorale, il Mic riferisca. Pensar male si fa peccato ma, come dice l’adagio, spesso si indovina. O forse è solo un caso che, a pochi giorni, dalle elezioni regionali in Abruzzo il titolo sia stato conferito proprio a La città de L`Aquila?”. Così in una nota il deputato democratico Andrea Gnassi che sottolinea come “negli ultimi mesi FdI, con la complicità del ministro Sangiuliano, ha usato il titolo di capitale della cultura per finalità elettorali. Negli ultimi giorni, poi, alcuni autorevoli esponenti del partito e di amministrazioni legate al ministero della cultura, dal Maxxi a Ales, hanno organizzato dei momenti di approfondimento proprio sul tema. Tutte casualità? Non ci crediamo, chiederemo in parlamento i fare luce sulle modalità con cui il Ministero della cultura sta gestendo l`attribuzione di importanti riconoscimenti culturali che, peraltro, generano significativi investimenti pubblici. Oggi è la volta de L`Aquila – a cui facciamo comunque i nostri complimenti – ma solo un mese fa, in un incontro politico a Reggio Calabria, il sottosegretario Durigon anticipava la proclamazione di Taurianova a capitale del libro a selezione ancora in corso. Al Collegio romano c`è un grande problema su cui il governo dovrà riferire”, conclude Gnassi.
La pensano all’opposto Gloria Lisi e Stefano Brunori, consiglieri del gruppo Gloria Lisi per Rimini: “Come gruppo consigliare ci abbiamo creduto e abbiamo tifato per Rimini tanto da partecipare alla presentazione della candidatura ma… Ahimè, le cose non sono andate come speravamo e Rimini ha perso e ora bisogna capire perché… Invitiamo il sindaco e i suoi “amici di partito” a non fare come nel calcio che per non perdere si butta la palla in tribuna o chiamando in causa “poteri forti da Roma che avrebbero scelto per tutti”
La maturità, sig. Sindaco sta nella serenità con cui accettano i propri errori e si ammette di conseguenza di aver sbagliato”.
“Quali errori? in due anni e mezzo ce ne sono tanti: *non aver messo mano all’anfiteatro romano…non aver messo mano a palazzo Lettimi … non aver messo mano al teatro Novelli*…..insomma al netto di dj set e qualche rustida rimane poco davvero.
La invitiamo ad abbandonare la sua figura “autoritaria” di sindaco che ha voluto tenere le deleghe al turismo e alla cultura comprendendo che i “problemi” che si incontrano nell’amministrare una città sono anche scegliere le persone giuste nei posti giusti, fidandosi del loro operare soprattutto ascoltando anche chi non la pensa come lei. Abbiamo tifato con lei per avere l’evento ma come gruppo avevamo annunciato già l’ 11 agosto 2023 che la candidatura era un po’ “zoppa” e il sindaco stava facendo un po’ pochino per Rimini…e inascoltati avevamo ragione”.
“Sindaco, soprattutto ora più che mai pensi al bene della città e non magari del partito obbligandosi a mettersi sempre di fronte alle proprie scelte in modo cosciente e critico. Va data una scossa alla squadra di governo della città (giunta) e perché no anche alla sua maggioranza troppe volte silente sulle scelte imposte da altri. Chi ha perso veramente è Rimini e i riminesi e se ha a cuore Rimini ne faccia esperienza per cambiare davvero questa città. Come già detto dobbiamo passare dal capodanno più lungo del mondo al *capodanno più colto del mondo* mettendo al centro la cultura ed eventi di reale richiamo senza pensare solo alla bandiera di partito”.
E la deputata riccionese di Fratelli d’Italia Beatriz Colombo: “Lasciano senza parole le parole del Sindaco di Rimini, Jamil Sadegholvaad, contro la designazione dell’Aquila a Capitale italiana della Cultura 2026. La comprensibile delusione per la mancata assegnazione del titolo alla città romagnola, arrivata tra le dieci finaliste insieme al capoluogo abruzzese, non giustifica la polemica politica e la formulazione di accuse del tutto infondate. Accuse che, in altre occasioni, non sono state in alcun modo formulate. La ‘regola del sospetto’ di cui parla il Sindaco Sadegholvaad non è stata, infatti, sollevata da alcuno quando questo riconoscimento è stato assegnato in passato ad un’altra città, Pesaro, governata da Matteo Ricci, sindaco dello stesso partito dell’allora ministro della Cultura Franceschini. Così come ieri Pesaro ha meritatamente ottenuto di essere Capitale italiana della cultura, così oggi l’Aquila è degna di esserlo”.
Ancora più duro il senatore abruzzese di Fratelli d’Italia, Guido Liris: “Giù le mani da L’Aquila. Gnassi senza rispetto. Mettere in dubbio l’onestà della proclamazione de L’Aquila come Capitale della Cultura è una mancanza di rispetto non solo per la professionalità dei membri della Commissione, indipendente, autonoma e formata da professionisti indiscutibili, ma anche perché dimostra una scorrettezza istituzionale particolarmente grave e strumentale. Innanzitutto perché, e mi spiace che il collega Gnassi non capisca quello che chiunque riuscirebbe a comprendere, se tutto fosse stato predeterminato e se la scelta de L’Aquila fosse dipesa da una volontà politica, allora la proclamazione sarebbe avvenuta prima delle elezioni regionali e non quattro giorni dopo. E poi mi spiace ricordare che nessuno ha mai pensato né detto che Pesaro Capitale della Cultura lo sia diventata perché il sindaco Matteo Ricci è il responsabile dei sindaci del Pd, nessuno ha detto che Procida sia stata scelta per contiguità con il Governatore De Luca, né che praticamente tutte le città che sono state Capitale della Cultura lo siano state perché contigue ideologicamente al Partito Democratico o alla sinistra in generale. Le città che hanno vinto negli anni scorsi lo hanno meritato così come L’Aquila oggi lo merita. Mi spiace che un’occasione così bella venga sporcata da critiche strumentali che esulano dal sano campanilismo per sfociare in una polemica politica che certamente domani sarà dimenticata, ma che comunque si poteva evitare”.
Più ecumenico il senatore del Movimento 5 Stelle Marco Croatti: “L’Aquila e a tutta la sua comunità per essere stata proclamata Capitale della Cultura 2026. La giornata di oggi per Rimini non rappresenta la fine di un percorso o una sconfitta senza appello ma il punto di partenza di un cammino che la città e tutta la Romagna hanno scelto di intraprendere per scrivere e disegnare un nuovo grande futuro in cui la storia, la cultura, la creatività dei romagnoli saranno i grandi protagonisti, ogni giorno. Questa candidatura ha saputo unire la nostra comunità, al di là delle divisioni, dei campanili e delle contrapposizioni come mai è successo, un risultato importante e non scontato da cui ripartire per immaginare nuove traiettorie turistiche e importanti opportunità di crescita e sviluppo. Dal primo momento ho condiviso e sostenuto questa candidatura e oggi, assistendo a Roma alla proclamazione dell’Aquila, ho provato certamente un pizzico di delusione e amarezza, soprattutto per l’atteggiamento irrispettoso tenuto da alcuni politici di FDI nelle ultime settimane, ma soprattutto tanto orgoglio per quello che Rimini ha saputo fare e dimostrare in questi mesi. Desidero sinceramente complimentarmi con tutti coloro che hanno affrontato e sostenuto questa emozionante avventura per Rimini, mettendo a disposizione della città impegno, passione, competenza e trasmettendo a tutti in maniera vivida l’amore per questa meravigliosa terra. Ora non si disperda questa energia positiva e sia il traino per affrontare le prossime sfide che attendono il nostro territorio”.