Il 6 luglio scorso una passeggera del treno regionale della tratta Piacenza-Milano, durante la sosta alla stazione di Lodi, avvisava il capotreno della presenza a bordo di un sacchetto abbandonato. Recuperato il contenitore, al suo interno venivano rinvenuti un portafoglio, dei documenti di identità, un telefono cellulare, ed altri oggetti fra cui una “penna in metallo” rivelatasi invece una vera pistola. Infatti nel manipolare ciò che a prima vista gli era apparsa essere una “penna”, finiva con l’azionarne inconsapevolmente una leva in metallo, provocando l’esplosione di un colpo e la fuoriuscita di un’ogiva, rimanendone illeso solo per mera fortuna.

Ulteriori verifiche accertavano che del contenitore ritrovato era stato denunciato lo smarrimento appena qualche giorno prima, a Rimini, da un 28enne di origini pugliesi residente a Padova, soggetto con qualche precedente di polizia per reati contro il patrimonio.

Messi al corrente dei fatti i poliziotti della Squadra Mobile di Padova, hanno deciso di procedere ad una perquisizione di iniziativa ai sensi del Testo Unico di Pubblica Sicurezza. All’esito dell’atto, all’interno dell’abitazione di Padova, occultata nell’armadio della camera da letto, gli agenti hanno rinvenuto una seconda “penna-pistola” clandestina, anch’essa con un colpo in canna, nonché sette proiettili cal. 22. Il 28enne è stato arrestato in flagranza di reato e denunciato pure per ricettazione e detenzione illegale di munizionamento.

La “penna-pistola” è uno dei tanti gadget da fuoco che sempre più frequentemente vengono sequestrati dalla forze dell’ordine. Maggiormente diffuse risultano nelle città del sud, ove da anni vengono utilizzate anche da soggetti legati alla malavita locale.

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