Cattolica: bambina di 5 anni muore per appendicite, AUSL Romagna dovrà risarcire 710mila euro
28 Marzo 2023 / Redazione
AUSL Romagna dovrà risarcire con 710mila euro i famigliari della piccola Teresa, bambina di 5 anni morta il 20 luglio 2017 per un’appendicite che non era stata riconosciuta degenerando in peritonite. La dottoressa del pronto soccorso dell’ospedale “Cervesi” di Cattolica, difesa dagli avvocati Moreno Maresi e Mattia Lancini, è stata condannata a un anno con pena sospesa per omicidio colposo per colpa medica.
Secondo quanto ricostruito nel processo che si è concluso ieri presso il tribunale di Rimini, la tragedia sarebbe stata originata dall’inesperienza della giovane sanitaria, oggi 35 enne, nonchè dalla carenza di strumenti diagnostici nell’ospedale; la dottoressa, laureata da un anno, era alla sua seconda notte di servizio, da sola, in ospedale.
L’inchiesta era stata svolta del procuratore di Rimini Paolo Giovagnoli che si è avvalso del medico legale Donatella Fedeli e del chirurgo pediatrico Serenella Pignotti. Nella notte 17 luglio di quell’anno la madre affidataria aveva portato la bimba al pronto soccorso dell’ospedale cattolichino poichè era stata colta da forti dolori addominali, vomito e febbre alta. La madre stessa temeva proprio un’appendicite, avendo constatato che la bambina soffriva dolori acuti toccandole la pancia. La giovane dottoressa che l’aveva visitata, essendo indecisa sulla diagnosi, si era consultata per telefono con il reparto di pediatriadell’ospedale Infermi di Rimini, per poi ipotizzare un’infezione alle vie urinarie. Non era stato eseguito nessun esame che avrebbe potuto scoprire l’appendicite cecale in corso. Prescritte invece analisi alle urine, la piccola era stata dimessa. Il giorno dopo la madre nel ritirare la ricetta per gli esami aveva rivisto la dottoressa in ospedale, riferendole che Teresa stava meglio, ma pareva apatica e inappetente.
Nelle prime ore del 20 luglio la piccola era stata però colta da vomito per poi perdere conoscenza. I genitori, affidatari in attesa di adozione, residenti a Montiano ma che si trovavano a Cattolica presso il nonno paterno, avevano chiamato il 118 ma all’arrivo dell’ambulanza non c’era già più nulla da fare: Teresa era morta fra le braccia della madre. Solo dall’autopsia si constatò che la causa della morte era stata proprio una peritonite causata dall’infiammazione dell’appendice.
Al processo i genitori di Teresa si sono costituiti parte civile, assistiti dall’avvocato Giovanni Marcolini, che si è avvalso della perizia di parte anche del dottor Alessandro Inserra, chirurgo pediatrico dell’ospedale Bambin Gesù di Roma e Professore presso Università di Tor Vergata. “Non si tratta di della massima cifra prevista dalle tabelle – spiega il legale – ma l’entità del risarcimento non era lo scopo dei genitori, bensì che l’errore medico venisse riconosciuto affinchè fatti simili non si debbano ripetere”. Da parte loro i difensori della dottoressa sono intenzionati a ricorrere in appello.