“Una tartaruga marina appartenente alla specie Caretta caretta, chiamata Cenere, è stata recentemente trasferita nella struttura dell’Acquario di Cattolica per un progetto di “riabilitazione in un ambiente che le ricordi completamente quello naturale” (cit.). Questa tartaruga – recita una nota della Lega Anti Vivisezione Italia (LAV) – ricoverata da oltre 4 anni in un Centro di Recupero Tartarughe Marine (CRTM), nel ravennate, a causa di una ferita da elica al carapace e sottoposta a ben 11 interventi chirurgici, sembrerebbe presentare una paralisi alle pinne posteriori probabilmente causata dalla frattura della colonna vertebrale: l’idea loro è che la permanenza in una vasca dell’acquario potrebbe apportarle giovamento e facilitare il suo reinserimento in natura”.
“Il progetto, teoricamente volto alla riabilitazione dell’animale della durata di 1 anno, prevede però che la tartaruga sia visibile ai visitatori dell’acquario “sensibilizzandoli sulla conservazione delle specie in pericolo” e al contempo “avvicinerà la tartaruga al suo ambiente naturale”. Questo episodio – continua la nota – è però un pericoloso precedente che potrebbe legittimare l’introduzione regolare di questi animali in contesti di cattività, ma ricordiamo essere protetti dalla convenzione di Washington (CITES) che ne PROIBISCE L’ESPOSIZIONE A FINI COMMERCIALI”.
“Inoltre, sopralluoghi effettuati con cadenza settimanale effettuati da biologi marini e esperti volontari hanno messo in luce che la tartaruga non sia in alcun modo monitorata, per lo meno durante tutto l’orario di apertura dell’Acquario, anzi è sottoposta a schiamazzi e disturbi da parte del pubblico ed è detenuta in un ambiente artificiale privo di spazi ampi per nuotare e muoversi e i dovuti arricchimenti ambientali specie specifici. Infine – prosegue la LAV – cogliamo l’occasione per sottolineare le negative implicazioni educative che abituano adulti e bambini a considerare l’animale come oggetto di divertimento avulso dal suo habitat naturale; soprattutto in una zona come quella dell’alto Adriatico dove è possibile vedere gli animali liberi in natura in quanto area di approvvigionamento. LAV insieme ad altre Associazioni locali e nazionali, si sono unite per verificare le condizioni di detenzione dell’animale e chiedere l’immediata predisposizione di una commissione veterinaria, di comprovata esperienza sulla riabilitazione delle tartarughe marine, che determini un percorso di riabilitazione per l’animale in un luogo riservato o, se compatibile, l’immediato rilascio”.
“E’ stato, quindi, indetto un presidio divulgativo – conclude la nota della Lega Anti Vivisezione Italia (LAV) – domenica 13 ottobre alle 10 davanti all’ Acquario di Cattolica, ingresso viale Carducci, per chiedere che Cenere venga liberata e per ribadire il nostro NO a ogni sfruttamento animale”.
Adesioni:
Fondazione Cetacea onlus, WWF Rimini, Legambiente Valmarecchia, LAV Emilia-Romagna, ENPA Nazionale, MAREVIVO, dnA Rimini, Greenpeace Gruppo Locale di Rimini, Sea Shepherd Italia, ANPANA, Tra Umani e Animali, Monumenti Vivi Rimini, Ambiente & Salute, Futuro Verde aps., Centro Fauna Selvatica Pettirosso, Anonymous for the Voiceless, saranno presenti anche i Verdi Provincia Rimini.