Home___primopianoCGIL dopo strage di Calenzano: “Anche a Rimini sempre più infortuni sul lavoro e già 8 morti”

Il sindacato: "Introdurre un reato apposito nel Codice penale e creare una Procura speciale a livello nazionale"


CGIL dopo strage di Calenzano: “Anche a Rimini sempre più infortuni sul lavoro e già 8 morti”


10 Dicembre 2024 / Redazione

Aumentano gli infortuni mortali in Emilia-Romagna. Nei primi dieci mesi del 2024 sono morte in Regione 83 persone per causa di lavoro, con età media prevalente tra i 41 ed i 65 anni; sono ancora i settori dell’industria e dei servizi quelli maggiormente coinvolti. Nel 2023 i morti erano stati 77.

In provincia di Rimini sono già 8 nel 2024 le persone morte per causa di lavoro. In particolare, nel territorio riminese, si riscontra un aumento del 4,5% degli infortuni sul lavoro, con 4.498 denunce; un aumento in controtendenza al dato regionale che invece è in flessione del -1,5%.

In generale la fascia di età dove si è concentrata la maggior parte degli infortuni è stata quella 41-65 anni, ma con un aumento degli infortuni che hanno coinvolto ultra sessantacinquenni. Il settore che in provincia di Rimini conta il maggior numero di infortuni è quello delle attività di servizi e alloggio e ristorazione (in aumento sul 2023: 12,9% sul totale). Continuano ad essere numerosi, ed in forte aumento sul 2023, gli infortuni nei settori della sanità e del sociale: 335 (erano 310 l’anno scorso). Restano ad alta incidenza di infortuni i settori delle costruzioni e del commercio all’ingrosso e riparazione autoveicoli.

Per quanto riguarda le malattie professionali il dato ad ottobre 2024, rispetto allo stesso periodo del 2023, conta già 436 denunce. Si tratta in questo caso di un aumento del 23,2%. Il dato conferma un certa tendenza all’aumento già rilevato anche dal patronato INCA CGIL Rimini.

Nel periodo gennaio/ottobre 2024 il 32,3% delle denunce di malattia professionale in provincia di Rimini ha riguardato donne, essendo 141 su 436 totali (in aumento rispetto allo stesso periodo del 2023, quando le denunce da parte di donne erano state 107). Si evidenzia ancora una volta nel complesso, tra le patologie denunciate, un’incidenza percentuale superiore alla media regionale per quelle legate al sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo; 73,2% in provincia di Rimini contro il 71,4% regionale.

La situazione regionale | Questa invece la situazione regionale ad ottobre 2024 secondo l’Osservatorio, curato da Carlo Fontani per CGIL e Patronato INCA Emilia-Romagna:
• 63.588  infortuni denunciati nel periodo gennaio-ottobre 2024 (-1,5% rispetto allo stesso periodo 2023);
• 83 denunce d’infortunio con esito mortale nei primi dieci mesi del 2024 (nel 2023 sono state 77 nello stesso periodo);
• 6.272 malattie professionali denunciate tra gennaio e ottobre 2024 (+13,3% rispetto allo stesso periodo del 2023).

Danno differenziale: un diritto spesso ignorato

Il 70% degli infortuni e delle malattie professionali denunciate producono conseguenze gravi che vengono indennizzate da Inail e che possono anche essere legittimamente risarcite dal datore di lavoro. Questo è il caso del danno differenziale: la legge prevede la possibilità di avviare un’azione ulteriore oltre all’apertura dell’infortunio, anche per via giudiziaria, nei confronti del datore di lavoro, per ottenere ciò che l’Inail non ha riconosciuto con gli indennizzi, appunto il cosiddetto danno differenziale. Per ottenerlo e per condurre tutte le verifiche del caso è fondamentale denunciare immediatamente l’eventuale infortunio.

“Il patronato INCA CGIL – infrma la Camera del lavoro di Rimini – attraverso la propria rete di esperti, legali e medici convenzionati, è in grado di assicurare la massima cura nella presa in carico di ciascun infortunio, verificando altresì l’esistenza delle condizioni per ottenere un risarcimento ulteriore rispetto a quanto previsto da INAIL. L’invito pertanto, a lavoratori e familiari, è quello di contattare anche il Patronato INCA CGIL in caso di infortunio, chiamando lo 0541-779907 – 0541779900 o scrivendo a rn.infortuni@er.cgil.it”.

Salute e sicurezza sul lavoro: che fare?

“Di fronte all’ennesima strage sul lavoro, questa volta a Calenzano, resta ancora gravemente insufficiente l’azione del Governo”, protesta CGIL, che chiede un intervento immediato e coordinato per affrontare queste problematiche, partendo dalla responsabilizzazione dei committenti, “che devono essere resi garanti della salute e sicurezza lungo tutta la filiera degli appalti”.

Il Tavolo provinciale su Legalità e Sicurezza in provincia di Rimini “deve arrivare a un accordo che coinvolga sia il settore pubblico che quello privato in questo processo”. Secondo il sindacato un aspetto centrale per affrontare il problema “è il rafforzamento degli organismi di vigilanza, il cui organico risulta ancora inadeguato rispetto alle reali esigenze”.

“È essenziale migliorare il coordinamento delle attività ispettive e creare un sistema integrato che permetta di mettere in rete le banche dati di INPS, INAIL e delle Camere di Commercio, al fine di consentire un accesso agevole a tutte le forze ispettive. Serve maggiore agibilità per i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS), per i Rappresentanti Territoriali (RLST) e per i delegati di sito, che attualmente sono spesso limitati a ruoli meramente burocratici, senza diritti reali e capacità di intervento” chiede il sindacato.

“Tra gli aspetti che richiedono una riforma, va rivisto il ruolo del medico competente, che dovrebbe essere una figura terza, indipendente dall’azienda e dal lavoratore al fine di un efficace coordinamento tra i soggetti in campo sul tema della salute e sicurezza in azienda”. Infine, CGIL chiede “l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro nel Codice penale e la creazione di una Procura speciale a livello nazionale dedicata esclusivamente a questa materia, per dare un segnale forte di tutela della vita dei lavoratori”.