Home___aperturaCGIL Rimini: “Riecco la lagna ‘nel turismo non si trova personale”, stavolta di chi è la colpa?”

Francesco Guitto di FILCAMS: “Eppure sono tornati i voucher e tolto il reddito di cittadinanza, intanto nel settore ci sono 5 contratti scaduti”


CGIL Rimini: “Riecco la lagna ‘nel turismo non si trova personale”, stavolta di chi è la colpa?”


28 Febbraio 2024 / Redazione

Puntuale come sempre – scrive in una nota Francesco Guitto, Segretario generale FILCAMS CGIL RIMINI –, si riaffaccia nel dibattito pubblico il leitmotiv più gettonato della stagione: “non si trova personale”. Reintrodotti i voucher, abolito il Reddito di Cittadinanza, assodato che i giovani preferiscono trasferirsi all’estero piuttosto che farsi sfruttare con stipendi da fame in Italia, non resterebbe che affrontare i veri nodi del problema; questo almeno per quanto riguarda il turismo.

Francesco Guitto, Segretario generale FILCAMS CGIL RIMINI

I contratti collettivi del turismo

Secondo Guitto, “continua una condotta dilatoria da parte delle associazioni d’impresa. Per quanto riguarda nello specifico i “CCNL turismo”, sono 5: Turismo industria (scaduto da 5 anni), Turismo confesercenti (scaduto da 5 anni), Agenzie di viaggio (scaduto da 3 anni), Pubblici esercizi e stabilimenti balneari (scaduto da 2 anni), Alberghi (scaduto da 5 anni). Volendo allargare lo sguardo ad un pezzo molto prossimo alla filiera del turismo, c’è anche il CCNL delle Aziende termali: scaduto da 3 anni”.

“Un atteggiamento grave ed irresponsabile quello delle controparti – stigmatizza il sindacalista – che si ripercuote ogni giorno sulle condizioni materiali di milioni di persone rendendo sempre meno appetibile il lavoro nel turismo. Da Confcommercio, Confesercenti, Confindustria e Cooperazione, le associazioni datoriali sottoscrittrici dei contratti nazionali dei settori coinvolti, si attende – piuttosto che doglianze circa la mancanza di personale – una risposta che dia dignità alle paghe dei lavoratori del comparto turistico. In provincia di Rimini – tra commercio, turismo e filiera dei servizi – si tratta di circa 100.000 occupati (dati ISTAT 2022), gran parte dei quali con  i contratti scaduti”.

Disoccupazione stagionale e criticità del settore

“Affinché l’impiego nel settore turistico torni ad essere appetibile, andrebbe sciolto – anche a livello politico – un altro nodo: la riforma della disoccupazione stagionale del turismo. Le coperture “universalistiche” garantite dalla NASPI – infatti – non sono assolutamente idonee a dare risposte reddituali e previdenziali ai lavoratori stagionali del turismo. Si tratta – prosegue il Segretario generale FILCAMS CGIL RIMINI –, per chi lavora nel turismo, di coperture talmente irrisorie da costituire un disincentivo all’impiego nel settore. Nell’ultimo quinquennio i lavoratori stagionali del turismo hanno perso migliaia di euro per effetto dell’introduzione, nel maggio 2015, della NASPI. Prendendo ad esempio due mansioni comuni e ricercate, per periodi di lavoro di tre mesi e considerando le tariffe attuali, un cameriere ha perso circa 2.500 euro rispetto al sistema precedente di calcolo della disoccupazione stagionale, mentre un cuoco circa 4.000 euro.

E non basta: “A questo peggioramento della condizione reddituale vanno aggiunte le penalizzazioni pensionistiche: senza specifici meccanismi previdenziali (presenti con la vecchia Disoccupazione stagionale) è di fatto impossibile per un lavoratore stagionale andare in pensione con l’anzianità contributiva. Non è perciò rinviabile un’adeguata riforma della NASPI volta a reintrodurre un trattamento speciale di disoccupazione per i lavoratori stagionali del turismo; aumentando innanzitutto copertura retributiva e contributiva, associate a specifiche politiche attive del lavoro”.