Home___primopiano“Che noia il climatologo a scuola” e pazienza se a Riccione c’era la star della botanica

Stefano Mancuso al liceo Volta-Fellini, un'occasione perduta?


“Che noia il climatologo a scuola” e pazienza se a Riccione c’era la star della botanica


27 Ottobre 2024 / Lia Celi

«Stamattina alle prime due ore abbiamo avuto un climatologo, è stato un po’ noioso», mi riferisce mio figlio adolescente l’altro ieri, al ritorno da scuola, il Volta-Fellini di Riccione. A quanto pare, parecchi studenti (del Scientifico e dell’Artistico), riuniti in aula magna per ascoltare l’esperto, hanno cominciato presto a dare segni di insofferenza, tirando fuori il cellulare per controllare l’ora o per cercare contenuti più coinvolgenti e probabilmente non inerenti al cambiamento climatico e alla biodiversità in pericolo, oppure chiacchierando con i vicini. Tanto che, una volta rientrati nelle rispettive classi, c’è scappato il predicozzo da parte dei professori.

Lì per lì, da tipica madre mollacciona contemporanea, ho pensato: bè, ci sta, ma poveri ragazzi, come non capirli, costretti a sorbirsi argomenti complessi di prima mattina, magari affidati a uno studioso più a suo agio in un’aula universitaria che davanti a una platea di adolescenti? Oltretutto il clima l’hanno rovinato le vecchie generazioni, compresa la mia, mica loro, che sono gli ultimi arrivati e si vedono consegnare da noi adulti un pianeta che ormai è un patchwork surriscaldato di zone siccitose e lande alluvionate una settimana sì e una no, e pure l’ingrata missione di mettere le cose a posto quando noi saremo terra da pignatte.

La distrazione e l’indifferenza degli studenti poteva considerarsi una forma di legittima difesa, se non di resistenza umana. Poi ieri sulla stampa scopro che l’anonimo “climatologo” era nientemeno che Stefano Mancuso, prestigioso accademico, autorevole botanico e brillante saggista di cui ho letto alcuni interessantissimi libri (consiglio fra gli altri L’incredibile viaggio delle piante, in particolare il capitolo sulle sorprendenti peripezie dell’avocado). Una star, insomma. Quasi l’equivalente di Alessandro Barbero nelle scienze naturali, anche se non nell’appeal sul pubblico giovanile, come dimostra la foto che correda l’articolo, con ragazze e ragazzi in vari gradi di chiacchiera o stravaccamento (presumo che mio figlio non facesse eccezione, ma si era prudentemente acquattato in fondo alla sala).

Le parole di Mancuso sul cambiamento climatico non saranno cadute nel vuoto, perché non dubito che, specie fra le classi dello Scientifico, ci fossero anche tante giovani orecchie sensibili e interessate alla questione del global warming, ma l’effetto “perle ai porci” si poteva evitare coinvolgendo preventivamente tutti gli studenti, almeno spiegando meglio chi sarebbe venuto a parlare, e che la sua presenza onorava la scuola.

E invece per molti, mio figlio incluso, è stata un’occasione mancata. (Oddio, c’è di peggio: alla Festa del cinema di Roma l’anteprima di un film anti-omofobia è stata disturbata da fischi e schiamazzi pro-omofobia di alcune classi di liceo invitate alla proiezione. Ma con l’aria che tira, può darsi che a quei maleducati, invece della ramanzina dei professori, siano arrivare le congratulazioni di qualche ministro).

Lia Celi