Chi c’era in quella gita da Rimini alla Biennale di Venezia del 1950?
13 Luglio 2024 / Paolo Zaghini
Fra le tante carte che costituiscono l’archivio personale del geom. Giulio Cesare Mengozzi (1910-1988) in corso di versamento alla Biblioteca Gambalunga di Rimini c’è una cartellina con su scritto “Gita d’istruzione a Venezia”. Le carte insieme ai tanti libri, dopo la morte di Giulio Cesare, passarono al figlio Augusto (1940-2017), bancario e poi braisseur d’affari a San Marino. Da allora sono rimasti nel suo ufficio all’Admiral Point di Dogana, sino a quando la direttrice della Gambalunga Nadia Bizzocchi nei mesi scorsi non ha contattato la vedova, la dott.ssa Nataliya Lobas, con la quale ha concordato la donazione dei libri e delle carte di Giulio Cesare alla Biblioteca Gambalunga.
Mengozzi aveva lavorato per molti anni alla Gambalunghiana, ricoprendo ruoli diversi (sino ad essere reggente per alcuni anni a metà degli anni ‘50), e come pochi altri ne aveva esplorato gli angoli più nascosti. Collaboratore di infinite testate giornalistiche, soprattutto cattoliche, ma anche di “Il Resto del Carlino” (ricorda Antonio Montanari nel coccodrillo a lui dedicato in occasione della morte: “In quei primi anni Sessanta ricordo Mengozzi che al Carlino riminese sostituiva come capo-pagina Amedeo Montemaggi quando questi andava in vacanza”, su Il Ponte n. 7/1988). Scrisse centinaia di pezzi sulla storia di Rimini, sulle figure del Risorgimento riminese e romagnolo, su preti e chiese del riminese, sugli uomini della cultura locale. Sempre Montanari: “Mengozzi aveva l’abitudine di scrivere di Storia senza contorcimenti accademici, ma con una chiarezza cronistica che sapeva esporre fatti, soltanto fatti, davanti ai quali il lettore raccoglieva il risultato di una documentazione ineccepibile”.
Collaborò a Studi Romagnoli, a La Piè, a Ravennatensia. Scrisse per la “Storia di Rimini” edita da Bruno Ghigi.
Tornando alla gita a Venezia, nel settembre 1950 Mengozzi organizzò una due giorni (il 7 e l’8 ottobre 1950) per visitare la 25.a edizione della Biennale, ed inserendo nella mattinata del sabato una visita a Padova alla Cappella degli Scrovegni. Dormire all’Albergo Gabrielli in Riva Schiavoni, vicino ai locali della Biennale e al centro città, e mangiare alla mensa ferroviaria (per risparmiare). Il tutto (viaggio, albergo, pasti, biglietti d’ingresso) al prezzo di Lire 3.200.
Un pullman con 45 persone partì all’alba del 7 ottobre. Vi domanderete perché scrivere di questa gita? Il perché consiste nell’elenco dei 45 partecipanti. Nello stesso pullman vi erano esponenti di primo piano della cultura riminese, di sinistra e di quella cattolica/liberale. Insieme a numerosi insegnanti del Liceo Classico e del Liceo Scientifico.
La Biennale del 1950, la seconda del dopoguerra dopo quella del 1948, fu un grande successo, con quattro importanti mostre su Fauves, Cubismo, Futurismo e Blaue Reiter. Una rivelazione fu la stupefacente violenza pittorica del Padiglione Messicano, che presentava i “quattro grandi”: Jose Clemente Orozco, Diego Riviera, David Alfaro Siqueiros e Rufino Tamayo.
Allora chi c’era su quel pullman? Lo scultore Elio Morri, il prof. Carlo Alberto Balducci, il prof. Floriano Biagini, l’assessore Nicola Meluzzi, il prof. Renato Zangheri, Giulio Cesare Mengozzi, l’ing. Bonizzato, il dott. Luigi Tonini. Ed ancora Silvano Pozzi, L. Briolini, Angelo Bianchi, Italia Migani, Marisa Margheritini, Dante Monaldini, Livia Gottardi, Maria Fabbri, Rosa Fabbri, Anita Ferrini, Isabella Canaletti, Giuseppe Ravegnani, Jolanda Chesi, Paolina Bianchi, Laura Abbà, Anna Abbà, Laura Perazzini, Rina Perazzini, Rosalba Giaffredo, Giocondo Nicoletti, Teresina Lucchi, Bruno Bernucci, Giorgi Bernucci. Più una decina di consorti.
Sicuramente una gita veloce, toccata e fuga. Ma molte ore insieme in pullman e ai pasti per discutere e confrontarsi insieme. Naturalmente non so come sia andata alla fine la gita d’istruzione, ma mi è sembrato interessante ricordare questo avvenimento. Non credo ci siano testimoni ancora vivi di quella gita. Se ci fossero, o se da qualche parte è conservato un racconto di quella gita da parte di uno dei partecipanti, siamo a disposizione per pubblicare questa testimonianza.
Paolo Zaghini
(nell’immagine in apertura: Forse 29 gennaio 1961. Annuale cena dell’Associazione giornalisti e scrittori di Rimini in occasione del patrono della categoria San Francesco di Sales. In alto a sin. Giulio Cesare Mengozzi. Nel gruppo si riconoscono Nicola Pagliarani, Tiziano Giorgetti, Francesco Alici, Amedeo Montemaggi, Duilio Cavalli, Massimo Ciavolella, Alessi, Nevio Matteini, Luigi Pasquini, Gino Masinelli, Volpones, Urbani, Antonio Montanari. Se qualche amico e collega riesce ad identificarne altri lo ringrazio: inviare a pzaghini@rimini.com).