HomePoliticaChiusure Poste nel riminese, Alice Parma interroga in Regione

Sono 14 gli uffici che scompariranno in Emilia-Romagna


Chiusure Poste nel riminese, Alice Parma interroga in Regione


27 Dicembre 2024 / Redazione

“Quali azioni Poste Italiane intende intraprendere per rivedere il nuovo piano di razionalizzazione che, oltre ad anticipare un’ulteriore privatizzazione, prevede la chiusura di 14 uffici postali nella nostra regione, in particolare nelle aree periferiche e marginali che già scontano l’isolamento e riduzioni di orari di apertura?”: questo il quesito che Alice Parma, consigliera regionale e vice capogruppo del Partito Democratico, pone alla Giunta regionale in un’interrogazione che presenterà nei prossimi giorni all’Assemblea legislativa dopo un monitoraggio delle varie realtà del territorio dell’Emilia-Romagna..

“Per il Comune di Rimini l’attuazione del piano di razionalizzazione porterebbe, nel 2025, alla chiusura al pubblico degli uffici postali di Corpolò e di Vergiano, entrambi lungo via Marecchiese, e di quello di San Lorenzo in Corregiano – dichiara Parma – A inizio dicembre il sindaco di Rimini ha chiesto un incontro alla responsabile provinciale di Poste Italiane, precisando che il Comune di Rimini è disposto a individuare ogni soluzione possibile per evitare ulteriori disservizi e individuare soluzioni che tutelino la comunità, il Comune di Rimini, il territorio provinciale e Poste Italiane stesse”.

Nell’atto si evidenzia inoltre che la riduzione del servizio postale appare in contraddizione con il progetto “Polis – Case dei Servizi Digitali”, promosso dal Governo nell’ambito del PNRR che dovrebbe favorire la coesione sociale ed economica, e superare il divario digitale nei piccoli centri. Tuttavia, la chiusura degli uffici postali “rischia di ottenere l’effetto opposto, aumentando l’isolamento delle comunità già penalizzate e aggravando le difficoltà di accesso ai servizi digitali di chi non dispone di competenze informatiche adeguate”.

“Con questo atto chiedo alla Giunta regionale di sollecitare Poste Italiane a rivedere il piano di razionalizzazione che sta sollevando forti proteste da parte di sindacati, lavoratori e cittadini, giustamente preoccupati per le conseguenze di questo taglio di servizi essenziali, in particolare nelle aree più svantaggiate”.