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Ci vorrà il Babbo Natale del cambiamento


2 Dicembre 2018 / Lia Celi

Ehi, tu, ultracinquantenne riminese con pancia prominente e barba canuta, ce l’hai il B-Factor?

No, non è un integratore anticolesterolo, quello è il Fish Factor – e forse, con quel panzone, ne avresti pure bisogno. Il B-Factor è quel certo non so che in grado di fare di te un perfetto Babbo Natale, il carisma festoso che ti fa sentire a tuo agio in giubba e cappello rosso fuoco bordato di bianco, la voce possente ma rassicurante quanto basta per intonare «ho-ho-ho» senza sembrare uno che ha appena visto un balordo che sta tentando di rubargli la bicicletta.

Se pensi di possedere questi requisiti e ti interessa un compenso di 2500 euro per qualche ora quotidiana di lavoro durante le feste, oltre a un’ottima scusa per evadere da una casa zeppa di parenti e di tentazioni ad alto tasso glicemico, oggi pomeriggio a Rimini puoi cogliere la tua occasione alle Befane, dove si apriranno le selezioni per la pattuglia di Babbi che intratterranno i piccoli clienti del centro commerciale.

A dire il vero, bisognerebbe avere già inviato foto e curriculum, ma vale sempre la pena di provare, non si sa mai che qualche aspirante abbia dato forfait all’ultimo momento, oppure si scopra che ha mentito sull’età e sul peso e in realtà è giovane, magro e nemmeno brizzolato.

Ma accidenti, Babbo Natale mica sarà stato sempre vecchio, potrebbe cavillare il furbacchione, e poi alla fin fine è Babbo, mica Nonno, quindi non è tenuto ad avere i capelli bianchi e la barba canuta. Può essere anche tatuato e col pizzetto. Insomma, ci vuole il Babbo Natale del cambiamento.

Oggi si può fare i ministri delle Infrastrutture senza sapere che al Brennero non c’è nessun tunnel e i sottosegretari all’Economia senza la minima idea di come funziona lo spread, vogliamo fare i precisini proprio con Babbo Natale?

Certo che sì! Perché i bimbi sono molto più esigenti degli adulti, e lo vogliono all’altezza del ruolo, competente e rappresentativo. Non si accontentano del primo tizio con barba finta e cuscino sotto la giubba. Già si sentono presi in giro perché Babbo Natale fino alla notte del 24 dovrebbe stare nella sua officina insieme agli elfi a preparare i regali, e non bighellonare davanti ai negozi, senza nemmeno uno straccio di slitta nel parcheggio.

E poi dovrebbe essercene uno solo per tutti i bambini del mondo, e per di più invisibile, non una dozzina in un solo centro commerciale che, fra l’altro, si chiama «le Befane».

Che almeno i Babbi siano credibili, con barba e pancia vera e un’età minima di cinquant’anni. Guarda caso, la stessa prescritta ai candidati alla Presidenza della Repubblica.

A pensarci bene, se Sergio Mattarella mettesse su qualche chilo e si facesse crescere la barba incarnerebbe il Babbo Natale perfetto, supremo garante della Costituzione natalizia e della giustizia nella distribuzione dei regali. Anzi, il costume rosso gli starebbe così bene che certi politici preferirebbero che stesse in Lapponia anziché al Quirinale.

Lia Celi www.liaceli.it