Home___aperturaClonavano le carte dei clienti, nei guai i titolari dell’hotel La Fenice di Cattolica

Sequestrati 8 immobili e oltre un milione di euro, uno dei soggetti coinvolti nel caso dell'"Hotel Gobbi"


Clonavano le carte dei clienti, nei guai i titolari dell’hotel La Fenice di Cattolica


14 Novembre 2023 / Redazione

Lo scorso dicembre i finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Rimini avevano sequestrato oltre 145 mila euro a 3 indagati (genitori ed il figlio), con l’accusa di aver copiato i dati delle carte di credito dei clienti che avevano soggiornato nel loro albergo nel corso del 2021. Nei dettagli si tratta dell’hotel “La Fenice” di Cattolica. Erano già finiti nei guai nel dicembre del 2022 dopo essere stati scoperti, ora a distanza di meno di un anno sono stati sequestrati adesso 8 immobili intestati ad uno dei tre, dal valore commerciale complessivo di oltre un milione di euro.

In particolare, le Fiamme Gialle hanno dato esecuzione ad un decreto del G.I.P. di Rimini, con il quale è stato disposto il sequestro, con la prospettiva di una eventuale successiva confisca, di immobili ubicati nelle province di Rimini, Ravenna, Forlì – Cesena e Pesaro – Urbino, per l’ipotesi di reato di indebito utilizzo e falsificazione di strumenti di pagamento diversi dai contanti.

L’attività investigativa, svolta dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Rimini, ha avuto origine dalle denunce/querele sporte da cittadini residenti in varie regioni d’Italia, con le quali era stata segnalata l’indebita esecuzione di pagamenti, effettuati tramite le loro carte di credito, dopo aver soggiornato in un hotel della provincia.

Le indagini, eseguite attraverso un ampio ventaglio di mezzi di ricerca della prova, avevano permesso di acquisire elementi in ordine all’ipotesi di reato di indebito utilizzo e falsificazione di strumenti di pagamento diversi dai contanti, commesso in concorso dai soggetti che, al fine di trarne profitto, avevano approfittato dei pagamenti effettuati dai clienti per copiare i dati delle carte utilizzandole, poi, indebitamente, non essendone titolari, arrivando ad eseguire ben 150 transazioni non autorizzate mediante l’utilizzo di un POS collegato al conto corrente della ditta individuale con cui gestivano l’hotel. Lo scorso dicembre il primo sequestro dei soldi rinvenuti sui conti correnti degli indagati.

Il tesoretto illecito accumulato ammonta a 150mila euro, altri 150mila euro erano stati trattenuti dalle banche che si erano insospettite per le continue transazioni.

Ma gli specialisti del Nucleo P.E.F. non si sono fermati e hanno eseguito, sotto l’egida dell’A.G., mirati e approfonditi accertamenti patrimoniali sul nucleo familiare, riuscendo a dimostrare, in ipotesi di accusa, la sproporzione tra i redditi dichiarati negli anni 2017-2021 ed il patrimonio accumulato, costituito anche dagli immobili. Tenuto conto dell’indagine in corso e della discrepanza emersa è stato proposto all’A.G. un provvedimento di sequestro preventivo funzionale alla confisca ex art. 240 bis c.p., in relazione all’art. 493 ter c.p. (la falsificazione delle carte di credito), che ha, appunto, riguardato gli immobili che erano stati acquistati in quegli anni.

Il figlio che gestiva assieme alla madre e al padre l’albergo è risultato coinvolto anche nella vicenda dell’Hotel Gobbi di Rimini dove faceva il portiere. In quell’albergo di Marina Centro i titolari avevano truffato centinaia di clienti che avevano prenotato una stanza salvo poi scoprire dopo aver pagato ed essere arrivati in città per trascorrere le vacanze, che l’hotel era già “sold out”.