Come sarebbe stata Rimini senza Comunione e Liberazione?
13 Gennaio 2025 / Paolo Zaghini
Valerio Lessi con la collaborazione di Emanuele Polverelli: “Una storia di popolo. I primi 50 anni di CL a Rimini” Nel 15° anniversario della morte di don Giancarlo Ugolini – Pazzini
Secondo Mirco della Libreria Riminese questo nuovo libro di Lessi è stato il più venduto nelle recenti feste fra quelli dello scaffale locale. Sintomo anche questo di quanto Comunione e Liberazione sia stata, ed è, importante nella vita ecclesiale, culturale e politica della nostra Città.
Ma per coloro che di CL non sono, questo libro non è facile: i messaggi lanciati con il linguaggio “criptato” e “iniziatico” contenuti nei testi riportati di don Luigi Giussani (1922-2005) e di don Giancarlo Ugolini (1929-2009) a supporto della storia raccontata da Lessi difficilmente possono essere colti appieno da un laico.
Valerio Lessi (classe 1957), originario di Bellaria, giornalista e scrittore, incontra CL sin dal primo anno del Liceo Scientifico Serpieri nel 1971. Da allora lui è un ciellino, partecipe delle tante avventure culturali e giornalistiche del movimento. Grande attenzione ha dedicato anche a don Oreste Benzi, sul quale ha scritto il celebre volume “Con questa tonaca lisa” (San Paolo, 1997) e il recente “Alle fonti di un carisma” (Sempre, 2024).
Il volume di Lessi racconta le origini e lo sviluppo del movimento a Rimini sin dai primi anni ’60, quando ancora non era CL ma GS (Gioventù Studentesca), sino al 2012. Sono cinquant’anni di storia di CL, ma che vivono all’interno della storia della Città.
Con un poco di presunzione Lessi scrive nella Introduzione: “Senza la presenza di Comunione e Liberazione la storia di Rimini degli ultimi cinquant’anni sarebbe stata diversa. Non è un giudizio di qualità, è una constatazione. Da quei ragazzi che nell’estate del 1962 incontrarono alcuni coetanei milanesi in vacanza, è nato un popolo (…). Ai suoi amici don Luigi Giussani spiegava: ‘Noi siamo un popolo, una compagnia diversa dalle altre. Quello che caratterizza questo popolo è un criterio nuovo: il criterio di Cristo!’”.
Il libro si avvale delle carte di alcuni archivi personali (in particolare di quello di Antonio Smurro) e di numerose interviste ai protagonisti.
Lessi racconta la nascita di GS nell’autunno 1962 (una sessantina di aderenti), del ruolo di don Ugolini, del primo responsabile Alberto Meluzzi che frequentava l’Università Cattolica di Milano e fu il trait d’union fra l’esperienza milanese avviata da don Giussani e il gruppo riminese, la crisi del 1968 e l’abbandono di Meluzzi (“Si laureò con una tesi sul cattolicesimo in Polonia. Però dopo un po’ se ne andò. Si era laureato in sociologia e aveva preso altre strade sull’onda del 1968. E’ una delle vicende che più colpirono don Giancarlo, facendolo soffrire molto”).
Don Giancarlo “è stato una personalità ricca, viva, a volte tormentata, eppure rocciosa, capace di attraversare e comprendere la complessità della società di quegli anni. Una comprensione che poggiava su due solide certezze: la propria vocazione sacerdotale e l’incontro, determinante, con Giussani e quindi con il movimento di Comunione e Liberazione”. Ricorda Bruno Sacchini: “Mi affascinava il suo essere uomo, il suo anticonformismo. Non era un prete ‘pretesco’. Era un uomo. Si imponeva per la sua personalità”.
L’azione di don Giancarlo, sin dall’inizio, mirò a “rigenerare una presenza cristiana tra i giovani studenti, grazie anche al suo amore per la cultura. Allo stesso tempo, tuttavia, non era un intellettuale”.
Fu “il raggio” lo strumento di GS per iniziare ad operare nelle scuole. “Il raggio era il momento di incontro settimanale di una comunità presente in una determinata scuola, era l’aspetto caratteristico dell’esperienza di GS, come pure il suo momento più clamorosamente espressivo”. “Il raggio era qualcosa di totalmente nuovo ed originale rispetto a quanto praticato dalla pedagogia cattolica. Il primato del’esperienza era il tratto fondamentale”. E poi i gruppi di studio, i tre giorni, le feste popolari, la scuola del Movimento: la crescita molecolare di un popolo, dai nuclei ristretti agli incontri di massa.
Perché GS fu anche canto, coro, teatro, vacanze, gite, giornalismo, convegni, caritativa, missioni.
E poi arrivò il ’68. “La maggior parte dei giessini si allontanò definitivamente dal movimento. A Milano su duemila giessini ne rimase circa la metà, a Rimini il gruppo dirigente storico si ridusse a poche unità ed anche le centinaia di studenti che seguivano le iniziative di GS diventarono poche decine”.
“Dopo il sussulto del Sessantotto si comincia a formare a Rimini un primo nucleo di adulti decisi a seguire gli insegnamenti di don Giussani. Anche nel mondo studentesco si assiste ad una ripresa, al’inizio timida e impacciata e in breve tempo travolgente”.
Tra la fine del 1970 e gli inizi del 1971 nasce a Rimini Comunione e Liberazione. Sono gli anni in cui iniziano a crearsi le “opere”: il Polistudio a Riccione, la cooperativa edilizia Nuova Resistenza, la libreria Jaca Book, il circolo Pascha, il giornale A74.
E inizia anche l’impegno politico nelle elezioni scolastiche per le elezioni degli organi collegiali previsti dai decreti delegati (le prime elezioni il 12-13 febbraio 1975) e nelle elezioni amministrative e politiche dentro la DC. Lessi ne parla poco, ma dal 1975 al 1994 CL (o meglio il suo braccio politico, il Movimento Popolare, che nasce nel febbraio 1976), per vent’anni, per la DC riminese fu croce e delizia: i suoi uomini nelle liste sempre eletti con tante preferenze spesso in forte contrapposizione con i democristiani classici. Sono Nicola Sanese, Antonio Smurro, Massimo Pasquinelli, Luciano Chicchi, Sergio De Sio che avranno ruolo e potere dentro la DC per molti anni.
Ma CL ebbe in diversi momenti problemi di rapporti anche con la Chiesa locale e con le altre realtà ecclesiali.
Nella seconda metà degli anni ’70 CL dà vita a Radio Riviera. Nel 1979 nasce il centro culturale Il Portico del Vasaio. Nei primi anni ’80 si gettano le basi del loro sistema educativo che sfocerà poi nella Karis Foundation (dalle materne alle superiori). A metà degli anni ’80 viene edificato il Centro Tarkovskij.
Nel 1980 si tiene la prima edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli. “Il Meeting è senza dubbio l’iniziativa più imponente, sia per dimensioni che per efficacia missionaria, tra quelle nate dall’esperienza di CL, a Rimini”. Nato da un confronto a tavola nell’estate 1979 dove c’erano Antonio Smurro, Alver Metalli, Marco Ferrini, Paolo Biondi, Giorgio Lisi, Domenico Pirozzi. Nella 3. edizione del 1982 la visita del Papa Paolo Giovanni II che ne consacra il definitivo successo. Lessi, per fare l’elenco infinito degli ospiti al Meeting, intitola il paragrafo “Dentro la storia e dentro la cultura”.
Cl dentro il mondo del lavoro, CL e i gruppi universitari, CL e i “Memores Domini” (l’associazione riunisce persone di CL che seguono una vocazione di dedizione totale a Dio vivendo nel mondo), CL e la Compagnia delle Opere (nata a Rimini a fine 1988), CL e la Fraternità di San Giuseppe. E ancora la colletta alimentare e il Banco di Solidarietà. E’ un continuo mettersi in gioco, creare nuove “opere”, alimentare momenti di cultura e di crescita religiosa seguendo gli input continui del carismatico don Giussani. Che è di casa a Rimini sin dagli anni ’60 sino alla sua morte nel 2005.
Dirà don Oreste in occasione della sua morte: “Don Gius è stato ed è un dono per voi, per noi, per la Chiesa e la società intera. Il Signore gli ha dato il compito di scuotere e risvegliare la coscienza dei cristiani facendo loro capire l’unicità della loro missione nel mondo. Ha affascinato milioni di giovani facendo loro sentire che al di fuori di Cristo non c’è nessun altro in cui poter essere salvi. Ringraziamo il Signore per tutto il tempo che ce lo ha lasciato”.
Con la morte di don Ugolini la guida di CL di Rimini passa nelle mani di Manlio Gessaroli, medico chirurgo, che già da alcuni anni affiancava il sacerdote. Per passare poi nel 2017 la guida di CL a Cristian Lami, imprenditore del settore alberghiero. E ormai un gruppo consistente di preti partecipa alla vita dell’associazione: don Mario Vannini, don Roberto Battaglia, don Claudio Parma, don Stefano Vendemini.
Don Julian Carron, il successore di don Giussani alla guida di CL, il 6 dicembre 2012 a Rimini al Palacongressi ha detto: “Il cristianesimo potrà essere interessante per la nostra vita se noi saremo disponibili costantemente alla sorpresa di ciò attraverso cui il Mistero ci chiama (…). E’ questo che ha generato la comunità di Rimini: voi siete qui proprio perché uno, don Giancarlo, ha accettato di lasciarsi colpire dalla novità che quei ragazzi milanesi portavano e ha ceduto a questa attrattiva che suscitavano. Ne è venuto fuori quel che vediamo adesso”.
Paolo Zaghini
(nell’immagine in apertura: Don Giancarlo Ugolini)