Comune di Rimini: “Basta ingorghi per semafori provvisori di cantieri privati”
30 Settembre 2024 / Redazione
Dopo gli ultimi, ennesimi ingorghi sulla Marecchiese, il Comune di Rimini interverrà sul regolamento per limitare la possibilità di posizionare semafori provvisori da parte di ditte private. Il giro di vite èannunciato da Mattia Morolli, assessore ai lavori pubblici e Juri Magrini, assessore alla Polizia Locale
“Pochi giorni fa – ricordano gli assessori – si è verificato un episodio all’apparenza banale, ma che banale non è affatto. Siamo in via Marecchiese, una delle principali arterie di collegamento della città, asse di congiunzione tra la zona a monte della statale 16 e il centro città, e per questo tra le più trafficate. Chi la percorre abitualmente, molto probabilmente la scorsa settimana sarà incappato in un ingorgo anomalo, che si è protratto per diverse ore, con inevitabili picchi negli orari di entrata e uscita da scuola e dagli uffici. Motivo di questa paralisi? Un cantiere privato che, per permettere l’avanzamento delle operazioni, ha previsto il posizionamento di un semaforo provvisorio per regolare il traffico in maniera alternata all’altezza dell’area dei lavori. Una misura presa legittimamente, che ha però avuto come effetto quello di bloccare un pezzo di città e che ha richiesto anche l’invio sul posto di una pattuglia della polizia locale per agevolare il deflusso delle auto”.
Di qui la riflessione: “Un episodio come ne capitano talvolta, ma da cui è possibile trarre alcune indicazioni oltre che elementi di autocritica e critica. Prima di tutto, pur ribadendo il comportamento formalmente non irregolare della ditta e dando per scontata la piena buona fede, viene da chiedersi come sia possibile che il privato non si sia posto il problema di valutare l’inevitabile impatto del posizionamento di un semaforo in quel punto, che inevitabilmente sarebbe stato un intralcio alla normale circolazione. E’ in qualche modo uno specchio di una disattenzione, per non dire di mancato interesse, verso la città nel suo complesso e quindi la comunità, soffermandosi esclusivamente sull’interesse particolare, sull’impellenza del singolo. Dove non arriva la sensibilità o il buon senso individuale, devono arrivare nuovi modelli di azione a tutela di una convivenza delle diverse esigenze della città”.
Si pensa allora ad una stretta: Per questo motivo stiamo ragionando ad una revisione dell’attuale regolamento che disciplina le operazioni di cantiere per limitare le interferenze con la viabilità e in generale con le attività pubbliche, ad esempio rivedendo gli orari per quegli interventi, pubblici o privati, che non abbiano carattere di urgenza, andando ad esempio a concentrare le attività, nei casi in cui è possibile, negli orari non di punta. Un aggiornamento necessario, anche in considerazione delle mutate esigenze di una città che è cambiata e sta cambiando sia come conformazione sia per abitudini di spostamenti e di tempi di vita, e che va ad aggiungersi a quei provvedimenti che l’Amministrazione ha già adottato nei mesi scorsi nell’ottica di armonizzare le diverse tipologie di cantieri che interessano la viabilità cittadina o che interferiscono con essa, come la posa di reti (telefoniche, fibra, condotte) che prevedono lavori sulla sede stradale. Una linea più rigida che agisce in due direzioni: da una parte favorendo una migliore calendarizzazione dei lavori da parte delle diverse ditte impegnate nei lavori, dall’altra innalzando il livello di controllo da parte degli uffici comunali, con un’applicazione puntale delle sospensioni e le sanzioni previste dal regolamento nel caso di lavori non conformi a quanto previsto. Questa azione di supervisione, che sarà ulteriormente potenziata, ha permesso anche di elaborare e attuare un piano che impegna le stesse aziende incaricate alla posa delle reti di sottoservizi al ripristino definitivo degli asfalti secondo standard qualitativi prestabiliti e condivisi con le ditte”.
“L’obiettivo di fondo è chiaro: garantire interventi che siano di qualità, sia nella loro realizzazione sia come esito finale, e allo stesso tempo promuovere una responsabilizzazione dei singoli rispetto alle esigenze della collettività. Insomma, guardare oltre al proprio giardino.”, concludono Morolli e Magrini.