Corbucci: “Nessun socio mette soldi nell’aeroporto di Rimini ma stiamo meglio di Forlì e Parma”
20 Ottobre 2023 / Redazione
Che futuro per l’aeroporto di Rimini? Questa mattina l’Amministratore Delegato di Airiminum 2014 S.p.A. Leonardo Corbucci (nell’immagine in apertura) ha ricostruito le vicende del “Fellini” e fissato gli obiettivi che ci si è posti: per il 2024 si tratta di superare quota 400 mila passeggeri. In qualità di ad della concessionaria dello scalo internazionale di Rimini e San Marino, Corbucci ha risposto a una convocazione della II^ Commissione Consiliare Permanente “Controllo e garanzia” presieduta dal Presidente Matteo Zoccarato (Lega).
Corbucci ha descritto una situazione non facile, con un quadro internazionale sconvolto prima dalla pandemia, poi dalla guerra Russia-Ucraina, sottolineando che negli anni record di Aeradria quasi metà dei passeggeri proveniva proprio dai paesi ex Urss: una risorsa oggi totalmente azzerata. Quella gestione ebbe il risultato peggiore nel 2014 quando i passeggeri furono 473.219, il dato più basso dal 2007: fu allora che il tribunale di Rimini chiuse l’aeroporto sancendo il fallimento di Aeradria spa.
L’amministratore delegato di Airiminum 2014 ha infatti ricordato che l’anno record per la gestione di Aeradria fu il 2011, con 920.652 passeggeri, di cui quasi la metà (417.503) provenienti da Russia e Ucraina. Da allora sono stati persi oltre 700 mila passeggeri. Fra il 2020 e il ’21 addirittura si è precipitati sotto i 100 mila passeggeri, per tornare alle sei cifre solo nel ’22.
AiRiminum 2014 spa è subentrata nel maggio 2015. Da allora si era avuta una lenta ma costante crescita di passeggeri fino ai 395.199 del 2019, di cui 235.000 dal mercato russo-ucraino. La mazzata è arrivata con la pandemia da Sars-CoV-2, che per l’aeroporto di Rimini nel 2020 ha significato non raggiungere nemmeno i 17 mila passeggeri, mentre il 2021 ha segnato un magro 66.713. Appena iniziata la risalita, nel febbraio 2022 è scoppiata la guerra russo-ucraina.
Corbucci non ha mancato di effettuare un raffronto con gli altri scali della Regione direttamente concorrenti di Rimini, quelli di Forlì e di Parma. Nemmeno loro se la passano bene, con numeri anche inferiori al “Fellini”. Anzi, i bilanci del “Ridolfi” e del “Giuseppe Verdi” nel 2022 hanno fatto segnare pesanti passivi, mentre Rimini ha marcato un piccolo margine in positivo e un patrimonio netto più elevato. Inoltre, dal 2018 Parma ha ricevuto dai propri soci apporti di capitale e finanziamenti per ben 8,5 milioni, Forlì addirittura per oltre 25,6 milioni, mentre Rimini non ha avuto nulla.
Quanto agli investimenti, fino al 2033 AiRiminum ne ha realizzati per 12 milioni, di cui 3 messi sul piatto dalla Regione Emilia-Romagna. Ne restano da fare ancora per 13.4 milioni, di cui 9 della Regione.
Per il 2024 AiRiminum si pone l’obiettivo di arrivare a quota 405.304 passeggeri. Nel masterplan del 2019 ne erano previsiti 719.724; ma allora era impossibile prevedere sia la pandemia di coronavirus che la guerra nel cuore dell’Europa e proprio fra i due paesi che dal 2012 rappresentavano mercati principali.
Corbucci ha riconosciuto che “si sta servendo un cattivo servizio logistico ai nostri turisti e residenti”: su 2,8 milioni di viaggiatori, solo il 5% passa dal “Fellini”. In questo modo però l’amministratore delegato ha anche rimarcato le grandi potenzialità dello scalo, ancora in gran parte da mettere a frutto.