HomeLA LETTERACorsi solo in inglese all’Università di Rimini: “Polemica ridicola e fuori tempo”

"UniBo inaugurò il primo già trent'anni fa e non per esterofilia"


Corsi solo in inglese all’Università di Rimini: “Polemica ridicola e fuori tempo”


26 Febbraio 2024 / Redazione

La levata di scudi cittadina a Rimini contro il Corso di Studi Ec. del Turismo in inglese è semplicemente ridicola e fuori tempo di alcuni decenni. Già trent’anni U. Eco inaugurò il suo corso in Scienze dell’informazione Unibo totalmente in lingua inglese e non per esterofilia ma prendendo atto di uno stato di fatto: la lingua inglese, U.K o U.S., era già indispensabile da decenni nel mondo dell’università, della scienza, del gionalismo, della diplomazia, della politica internazionale eccetera eccetera eccetera. Nei fatti essa  aveva da tempo preso il posto del Latino nei secc. fino al XIX quando fu formalizzato l’italiano e tutte le maggiori opere della cultura occidentale fino all’800 furono redatte in latino e tutti gli scienziati scrivevano in latino in Europa nessuno si sarebbe sognato di scrivere in italiano volgare perché avrebbe limitato la sua platea di lettori.

Quindi possiamo dire che da decenni l’inglese si è sostiuito al latino mutuando il fallimento dell’Esperanto chiunque voglia pubblicare su riviste scientifiche deve farlo in inglese, con l’esclusione di quelle di area giuridica – non è casuale che la nostra classe politica quando non ha bassa scolarità provenga da studi giuridici e non sappia scrivere parlare in inglese.

Ma figuriamoci un corso di Economia del turismo che necessità esso ha dell’italiano lingua  parlata da alcune decine di milioni di persone Italia Svizzera qualcosa in centro America stop!! Chiunque immigri qua dall’Asia conosce l’inglese; tutti i turisti giovani conoscono l’inglese. Internet ha ulteriormente accentuato per qualcuno ‘aggravato’ il fenomeno avendone fatta la lingua ufficiale. Si possono anche sfatare alcuni luoghi comuni contro neologismi inglesi segnatamente guarda caso in campo informatico.

Facciamo un esempio su mille. Inizialmente si usava ‘directory’ per indicare una cartella contenente ‘file’ (mai tradotto) nel pc. Ora si è passati alla traduzione ‘cartella’ in osservanza all’orgoglio linguistico nazionale. Ma accade in tal modo che il vocabolo italiano ‘cartella’ indichi o abbia come significato principale ‘oggetto atto a contenere libri o documenti’. Ora l’aver mantenuto ‘directory’ avrebbe avuto come effetto l’arrichimento del nostro lessico nazionale con il nuovo termine inglese e avrebbe preservato il significato di ‘cartella’.

E tanti altri esempi si potrebbero fare la stessa UE priva del Regno Unito redige documenti ufficiali in inglese sebbene la lingua ufficiale fosse il francese seguito dalle altre. Certo, ci sono anche molti ‘ma’. Esempio una lingua contiene una cultura in senso antropologico-culturale. Qualcuno si è spinto ad affermare che contenga una ‘visione del mondo’. E questo suggerisce preoccupazioni e riflessioni. Ma purtroppo lingua parlata da max. 100 mln di persone (molio meno in realtà) contro es. una delle due lingue cinesi parlata da 1,5 mld di persone o contro l’inglese parlato ormai da tutti risulta come dicono linguisti un ‘idioletto’ ossia un dialetto.

Alberto  Amati, Riccione.