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Così a Bellaria nacque L’Isola dei Platani


16 Gennaio 2017 / Paolo Zaghini

Ferdinando Fabbri:  “L’Isola che c’è. 22 giugno 1986: il giorno che ha cambiato una città” – La Pieve

Il 22 giugno 1986 “inaugurammo l’Arredo Urbano di Viale Paolo Guidi, l’Isola che c’è, con il personaggio più amato dagli italiani, dopo il Presidente Pertini, Raffaella Carrà”(nella foto). Una data che “è a tutti gli effetti una pietra miliare per Bellaria Igea Marina. Non c’è nulla da fare, alcuni la penseranno diversamente, ma da quel giorno è cambiato il volto della città e la storia di Bellaria Igea Marina ha fatto un balzo, da protagonista, nella modernità”.

E’ Nando Fabbri che in questo volume, tra il biografico e il saggio politico, ricorda gli anni della sua affermazione (oltre che formazione) politica alla guida del Comune di Bellaria Igea Marina: presidente dell’Azienda di soggiorno dal 1976 al 1980 (a 21 anni), assessore e Vice-Sindaco dal 1980 al 1985, Sindaco dal 1985 al 1995.

La progettazione e la realizzazione dell’Isola dei Platani divenne nel fare politico di Nando il paradigma della propria capacità amministrativa: “eravamo solo all’inizio di un’opera di riqualificazione della città che doveva proseguire. In ballo non c’era il consenso di un’amministrazione pubblica, non l’ambizione del pavone di farsi belli al cospetto dei comuni limitrofi, non il fare per fare. La sfida era, ed è tutt’ora, non dimentichiamolo, il futuro della città. L’assillo continuo, che personalmente ho sempre avuto, di innalzare la possibilità di progresso, lavoro e impresa, della nostra comunità. Essere fra il gruppo delle prime località turistiche, esaltando il saper fare e la vocazione dell’ospitalità. Questo l’obiettivo strategico. Questo il nostro pane”.

29 - Fabbri F.

Scrive Giuseppe Chicchi nella presentazione: “Per Ferdinando Fabbri (da sempre ‘Nando’) l’Isola dei Platani è il simbolo di un ciclo politico ed anche un pretesto per fare il bilancio della lunga esperienza di Sindaco di Bellaria Igea Marina. Io, da riminese, dico invece che dal punto di vista politico, il cosiddetto ‘Laboratorio Bellaria’, all’inizio degli anni Novanta, è più importante dell’Isola perché nella crisi dell’alleanza storica PCI-PSI, una nuova generazione di dirigenti seppe trovare il filo di nuove alleanze. A Bellaria e Cattolica, prima, a Rimini subito dopo, il sistema politico reagì alla crisi del craxismo e del cosiddetto CAF, destrutturando i partiti storici e producendo i semi di quello che pochi anni dopo diventerà l’Ulivo”.

Al grande lavoro congiunto degli amministratori comunisti e socialisti della prima giunta guidata dal Sindaco Fabbri dal 1985 al 1990, e che portò all’ottimo risultato elettorale per entrambi i partiti del 6 giugno 1990 (PCI + 5% raggiungendo il 46,94% dei voti e 15 consiglieri su 30, PSI + 0,26% raggiungendo il 19,01% dei voti e 6 consiglieri), seguì la crisi e la rottura fra i due partit: “Devo dire che [il socialista] Piero Baldassarri, eletto capogruppo in Consiglio Comunale, ha avuto alla fine, un ruolo determinante nel rompere un’alleanza che dal 1956 aveva governato ininterrottamente Bellaria Igea Marina”.

Conseguenza di questa crisi fra PCI e PSI fu la nascita il 27 giugno 1990 di un governo PCI-Verdi con una maggioranza di 16 consiglieri su 30. “La frattura del Novanta ha segnato non solo quegli anni. Ha colpito la sinistra locale, tutta, e ha modificato traiettorie politiche che stanno producendo effetti ancora oggi. Il voto aveva premiato la sinistra, il suo operato moderno e innovativo. Insieme i due partiti potevano contare sul 65% dei cittadini e su una maggioranza consigliare di 21 membri su 30. La strada era segnata per continuare insieme. Avremmo avuto perciò, alla fine del mandato, nel 1995, come conseguenza naturale, Clara Vasini [la vice-Sindaca socialista] sindaco. Tutto sarebbe cambiato. Forse anche la vittoria della destra avvenuta anni dopo. Certo, con i se e con i ma non si va da nessuna parte. E’ solo un gioco del pensiero. Però è una considerazione indiscutibile”.

La Democrazia Cristiana di Italo Lazzarini, dopo la presentazione nell’autunno del 1991 di un documento politico-programmatico da parte del Sindaco Fabbri in Consiglio Comunale, aderisce al progetto. Si creano le condizioni per una giunta di programma PCI-DC-Verdi, con il PSI all’opposizione. I dirigenti del PCI regionale storcono il naso, ma a Bellaria si decide di andare comunque avanti. Alla fine del 1991, il 13 novembre, nasce la Giunta del Sindaco con 2 assessori del PCI, 1 dei Verdi, 2 della DC e 1 scelto dal Sindaco.

Nelle pagine del libro il racconto delle scelte di allora ma sicuramente pensando all’oggi: “Ho la netta impressione, guardando la nostra città, che obiettivi strategici non se ne vedano in giro. Che la comunità non sappia quale futuro abbracciare, presa dall’assillo del presente. Nessuno che dica o proponga fra vent’anni (che è domani) cosa saremo o cosa vorremmo essere nel panorama delle città turistiche europee. Non ho intenzione di polemizzare, la mia è solo la riflessione di un semplice cittadino che reclama un pensiero lungo. La freccia del tempo per fortuna non torna indietro, ma almeno lo spirito che ispira le idee innovative bisogna ritrovarlo”.

Paolo Zaghini