Così il Jolly di Novafeltria divenne il tempio del popolo della notte
9 Dicembre 2024 / Paolo Zaghini
Qualche sera fa, a tavola con un gruppo di amici a Viserba da “Todro”, Roberto di Torre Pedrera ha iniziato a raccontarci del suo rapporto con Sergio Valentini (1938-1990). A distanza di molti decenni dalla sua morte coloro che lo hanno conosciuto non lo hanno dimenticato. Attraverso le parole di Roberto abbiamo rivissuto storie degli eccitanti anni ’70, quando Valentini, dopo aver portato al successo la discoteca Jolly di Novafeltria, prese in gestione anche la discoteca “Number One” di Torre Pedrera.
“Sergio si integrò rapidamente e fece amicizia con tutti a Torre Pedrera: i bagnini, gli albergatori, i baristi e i ristoratori del posto”. E Roberto ci ha raccontato delle carovane di auto da Torre Pedrera a Novafeltria, e viceversa, delle corse in auto e in bicicletta, dei giri notturni sul motoscafo di Sergio per pescare.
Tutto questo è anche contenuto nel volume che il figlio Riccardo ha scritto, in memoria del padre Sergio. E’ il racconto biografico della vita del padre, ma anche sua, oltre che una storia del divertimento in Romagna nel trentennio che va dagli anni ’70 agli anni ’90. Ha scritto il figlio Riccardo, autore del libro: “Il suo carisma era unico, e per quanto tragicamente breve, la sua vita è stata intensa e ricca di ricordi indelebili che meritano di essere raccontati”.
Sergio aveva fondato il Jolly Bar nel 1966, un luogo che presto divenne molto più di un semplice bar. Il Jolly si affermò come il principale luogo d’intrattenimento della Valmarecchia. “Sergio all’interno del Jolly Bar organizzava di tutto, finanche incontri di pugilato”. Nel libro si racconta poi della trasformazione del Jolly nel 1968 in una sala da ballo che ospitava illustri figure del mondo dello spettacolo. “In discoteca chiamava sempre artisti e cantanti di fama nazionale ed internazionale come PFM, Banco Mutuo Soccorso, Sandra Mondaini, i Pooh, i Santa Esmeralda, che fecero due tappe in Italia, una in RAI e l’altra al Jolly”.
Nel 1976 Sergio ebbe l’idea di aprire un emittente radiofonica “Radio Music Valmarecchia”, poi diventata Radio Antares ed ancor oggi attiva, in affiliazione con Radio Bruno.
Nel 1975 uscì al cinema “Saturday Night Fever” con John Travolta, “un grande successo che spingeva tutti ad attendere il fine settimana per andare a ballare. Il Jolly andava a gonfie vele, era un locale rinomato anche tra i riminesi. La domenica pomeriggio e il sabato sera, il locale era sempre pieno”.
Sergio era pienamente consapevole della complessità del suo mestiere nel mondo dell’intrattenimento. “Nel nostro campo la gestione aziendale richiede un livello di innovazione e creatività elevato. Non si tratta solo di vendere un prodotto preesistente; il prodotto prima lo dobbiamo inventare, poi realizzarlo praticamente, rendere l’idea e l’esperienza attraente per il pubblico target e infine venderlo. Il successo dipende dalla nostra capacità di creare qualcosa di originale e di attrarre e mantenere l’interesse dei clienti”.
Le sue capacità empatiche, oltre a quelle di organizzatore e gestore capace ed innovativo, lo portarono ad occuparsi dei problemi degli altri gestori di locali da ballo (in Italia negli anni ’70 erano più di 7.000). “Sergio iniziò a prendere a cuore la situazione delle discoteche e, grazie al suo impegno, divenne Presidente del Sindacato Italiano Locali da Ballo (SILB) della Provincia di Pesaro e consigliere nazionale. Si impegnò in politica con il Partito Repubblicano.
Venne poi eletto presidente nazionale del SILB ad inizio 1989, durante uno dei periodi storici più difficili per il settore. Il suo mandato coincise con un periodo critico per l’industria dell’intrattenimento, segnato dalle problematiche delle cosiddette “Stragi del Sabato Sera”. Fu così costretto a gestire in prima persona una questione di grande impatto mediatico e a ricercare soluzioni pragmatiche e concrete, in linea con il suo modo di essere.
Sergio si trovò al centro dell’attenzione mediatica, tanto da essere invitato nei principali salotti televisivi per partecipare a dibattiti. Chiese al Governo un impegno maggiore per i controlli all’uscita delle discoteche: “7.000.000 di giovani che a notte fonda si riversano sulle strade, per rientrare a casa dopo una serata in allegria trascorsa in discoteca sono un numero considerevole di cui il governo deve tener conto”. Promosse per questo anche una campagna pubblicitaria contro l’abuso di alcol.
Valentini cercò di trasformare l’immagine della discoteca da locale giudicato in modo negativo dall’opinione pubblica, a luogo di socializzazione tra giovani, aperto a tutte le problematiche di un universo vasto e complicato come quello di ragazzi e ragazze.
Contribuì inoltre alla creazione della FEDD (Federazione Europea del Sindacato Locali da Ballo), ricoprendo il ruolo di vicepresidente.
In questa veste era a Dusseldorf in Germania per un convegno, in compagnia di Ennio Sanese, membro del direttivo nazionale del SILB, quando un ictus cerebrale lo colpì in maniera irreversibile. Dopo una settimana di coma Valentini il 15 novembre 1990 cessò di vivere. Aveva 52 anni. Tremila persone gli diedero l’addio al suo funerale a Novafeltria.
Anche questo libro esce grazie al contributo determinante di Riviera Banca e del suo Presidente Fausto Caldari: i proventi della vendita del libro saranno devoluti all’acquisto di un casco paxman per terapie oncologiche e per progetti turistici nella Valmarecchia.
Paolo Zaghini