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Così Rimini per cent’anni si è messa in vetrina


4 Febbraio 2019 / Paolo Zaghini

“La fatica, la volontà e l’orgoglio. Cent’anni di vetrine a Rimini”. Testi di Lia Celi, Andrea Gnassi, Fabrizio Moretti, Arturo Pane, Foto Paritani – NFC Edizioni.

Hanno fatto il bis i fotografi Paritani, assieme all’Associazione “Zeinta di Borg”. Dopo il successo della prima mostra al FAR a Rimini in piazza Cavour fra settembre e ottobre 2017 (“Riflessi e riflessioni”), la nuova edizione “La fatica, la volontà e l’orgoglio” fra dicembre 2018 e gennaio 2019. Ancora una volta un grande successo di pubblico.

Questa seconda edizione è giocata sul titolo della Mostra stessa: come dice il Sindaco Andrea Gnassi nel suo intervento “ritornare ad avere quello spirito pionieristico, quella capacità di adattamento, quella laboriosità creativa che avrà come nuovo alleato il senso di una storia e di un’arte finalmente restituite a Rimini grazie al recupero e alla rifunzionalizzazione dei suoi contenitori culturali. E se questa città potrà contare su un futuro ricco di cose positive, lo dovrà anche al fatto che, per la prima volta da un secolo e oltre, le vetrine in centro rifletteranno un teatro verdiano, un castello malatestiano, un museo d’arte contemporanea, un fantasmagorico polo museale dedicato a Federico Fellini. La nostra grande bellezza invade i luoghi delle nostre vite: siamone eredi, e non solo discendenti”.

Un auspicio per un nuovo futuro, dove anche la rete commerciale riminese del centro storico trovi spazio e possibilità economiche, rinnovandosi ma anche confermando la qualità e la storia di quei negozi che attraverso le loro vetrine hanno fatto la storia che noi tutti conosciamo.

Dice Arturo Pane, presidente dell’Associazione Zeinta di Borg: “Le vetrine erano e sono lo specchio dei tempi, mai facili ora come allora, ma una volta forse più spensierati e sicuramente più ottimisti sul futuro (…). Guardare quelle immagini passate ci riporta un po’ di serenità, ci ricorda che i valori umani fanno sempre la differenza, che il rapporto negoziante cliente, fatto di conoscenza e fiducia reciproche, si forma nel tempo e in esso resiste (…). Dietro quei volti sorridenti e quelle pose composte c’erano la fatica, la volontà, l’orgoglio di costruire qualcosa di nuovo. E orgogliosi della nostra città siamo noi tutti e cerchiamo di contribuire alla sua bellezza con l’impegno che mettiamo nell’approntare i nostri negozi e le nostre vetrine”.

Di problemi il settore commerciale al dettaglio ne ha tanti, pressato dai grandi centri commerciali e dalle vendite on line. Ricorda Fabrizio Moretti, presidente della Camera di Commercio della Romagna, citando l’economista Giulio Sapelli (“Elogio della Piccola Impresa” edito da Il Mulino nel 2013): “Il carattere della piccola impresa è costitutivamente pre-economico, sociale, antropologico. Più che un attore economico, essa è un testimone vivente del passato agrario e della mobilità sociale ascendente delle classi non agiate della società. Si fonda sulla persona e quindi sulla fiducia, sulla inesauribile flessibilità di cui persone e famiglie sono capaci pur tra mille errori”.

E dice Moretti: “quadro esemplare delle radici e dei valori fondanti delle piccole imprese, base fondamentale del mondo economico imprenditoriale italiano. Le immagini storiche delle attività commerciali della città di Rimini mi hanno scatenato un mondo di emozioni e di ricordi dei tempi della mia gioventù degli anni ’60-‘70”.

E prosegue: “I nostri commercianti e artigiani hanno sempre portato con sé un patrimonio di tradizione, esperienza e conoscenza dei prodotti e servizi da loro offerti e del loro utilizzo. Il rapporto diretto con il cliente genera relazioni sociali, servizi di consulenza e assistenza ai consumatori, e l’offerta di prodotti di elevata qualità e sicurezza. E allora è opportuno che tutto il sistema territoriale si adoperi per generare dei mercati reali e di qualità interconnessi ed integrati nei nostri centri storici, che consentano di offrire ai consumatori locali e turistici esterni una rete dinamica di prodotti, di servizi culturali, di svago e divertimento. Questo consente la riqualificazione e la rigenerazione delle nostre città e borghi storici”.

Per guardare le fotografie che erano in mostra, e che oggi sono magnificamente riprodotte nel catalogo edito dalla NFC Edizioni di Amedeo Bartolini, occorre avere presente questo quadro di riferimento di crisi e di possibilità di sviluppo della rete commerciale riminese. In questo modo le foto storiche ci aiutano anche a meglio capire che cosa significhi per la nostra Città avere negozi, botteghe, attività di servizio moderne, ben funzionanti, attraenti. Capaci di remunerare la fatica e gli investimenti degli operatori commerciali.

Scrivono i Paritani, fotografi ed organizzatori della Mostra: le fotografie “vanno a costituire un avvincente viaggio in cui le vetrine dei negozi distribuiti ovunque per la città, ieri come oggi, pulsano di ottimismo e alacrità. Tutte le immagini raccontano infatti come la fatica del lavoro sia sempre premiata con l’orgoglio del risultato, a beneficio e vantaggio sia della comunità cittadina sia degli innumerevoli ospiti che da sempre continuano a frequentare Rimini come simbolo concreto di un luogo che, malgrado gli innegabili momenti di crisi, ha sempre voluto essere positivo e ricco di quel buonumore, che è uno dei segreti del saper vivere di cui la nostra città può dirsi fiera”.

Chiude Lia Celi con la sua caustica penna: “E a noi piacciono tanto gli happy endinig”.

Paolo Zaghini