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"Lungo il Marecchia e il Deviatore non è prevista alcuna pulizia che non sia quella fatta dai volontari"


Cumuli di siringhe sotto il ponte a Rivabella


10 Novembre 2024 / Redazione

Quando piove forte a Rimini tutti iniziano a pensare al fiume Marecchia.

Il fiume diventa per qualche ora un centro su cui portare attenzione- perché in quella situazione specifica lui, il fiume Marecchia, mette paura. E allora, per via di un sentimento tanto antico quanto necessario, diventa evidente a tutti l’importanza decisiva di quel ritaglio di natura selvatica nel cuore stesso della città.

Una città green- così dicono- ma forse non abbastanza, se quando smette di piovere al fiume non ci pensa più nessuno. Perché credo sia questo il cuore della questione: chi ci pensa all’ecosistema fiume, al lungo fiume come habitat naturale- e non solo come pista ciclabile? Chi ci pensa e, soprattutto, in che modo ci pensa?

Questa la situazione che ho trovato ieri mattina sotto il ponte di Rivabella: non solo le solite bottiglie, le solite lattine appiattite dallo sfalcio e la solita plastica triturata: siringhe, un cumulo di siringhe- con l’escavatrice sullo sfondo a rendere questo scenario di degrado estremo ancora più surreale.

E così, mentre a Rimini sorgono nuove palazzine a 5 e 6 piani etichettate come “esclusive” e fioccano notizie di nuovi hotel extra lusso con tanto di residenze per anziani benestanti stile Miami, il disagio profondo non solo resta, ma sembra esplodere, per concentrarsi proprio negli spazi dove la natura selvatica è data per scontata o ignorata. Mi sembra una congiunzione che racconta tanto e che può insegnare tanto- come un sentiero da percorrere, un invito a non accontentarsi, non solo di un ambientalismo di facciata, ma proprio della facciata. E all’indomani della conclusione di Ecomondo questo stato di cose risulta ancora più triste. Perché il cuore della questione è sempre lo stesso: lungo il Marecchia e il Deviatore non è prevista alcuna pulizia che non sia quella fatta dai volontari. E al di là delle segnalazioni da parte dei cittadini- e i cittadini che segnalano sono pochi- lo sfalcio resta la sola forma di ‘cura’ messa in atto in quello spazio. Ma se lo sfalcio è di pertinenza della Regione, la pulizia, come comunicato dall’Agenzia per la Sicurezza Territoriale e la Protezione Civile, risulta essere di competenza del Comune che tramite Hera potrebbe- o meglio, dovrebbe- svolgere con regolarità azioni mirate alla tutela di quell’ecosistema che nelle migliori delle ipotesi è dimenticato, nelle peggiori è violentato. Lo ribadisco, si tratta del più importante polmone di biodiversità nel cuore di Rimini ed è assurdo non venga valorizzato in quanto tale.

Arianna Lanci (Monumenti Vivi Rimini)