Home___primopianoDa Saludecio a Onferno, da Bellaria a Novafeltria: ci siamo anche noi Gran Tour del sapere

In edicola fra Le Guide di Repubblica "Emilia Romagna il regno della scienza. Luoghi, persone, futuro"


Da Saludecio a Onferno, da Bellaria a Novafeltria: ci siamo anche noi Gran Tour del sapere


25 Marzo 2024 / Redazione

“Emilia Romagna il regno della scienza. Luoghi, persone, futuro”
Le Guide di Repubblica

Nelle edicole (in quelle superstiti mi verrebbe da dire), in quelle più importanti, arrivano come in passato tante pubblicazioni che gli editori inviano. Quasi sempre una sola copia. E quindi bisogna stare con gli occhi aperti per trovare pubblicazioni particolari, riviste o libri, spesso non pubblicizzate in alcun modo. E poi ci sono pubblicazioni promosse da grandi quotidiani, ad esempio quelle de La Stampa, che vengono però distribuite solo, nel suo caso, in Piemonte.

All’edicola del Gros Rimini qualche settimana fa ho trovato il libro che oggi segnalo, edito dalla GEDI, la società editrice de La Repubblica. Pubblicazione interessante perché raramente capita, per non dire mai, che escano volumi dedicati alla scienza e ai suo centri di ricerca. E questo è doppiamente interessante perché è dedicato alla nostra Regione.

La presentazione del volume è del Presidente della Giunta regionale Stefano Bonaccini, che nei suoi due mandati si è ampiamente speso per il potenziamento dei centri di ricerca scientifici nei nostri territori. Lo ha scritto anche, con penna felice, nei suoi due libri usciti in questi ultimi anni: La destra si può battere. Dall’Emilia-Romagna all’Italia, idee per un Paese migliore (Piemme, 2020), ma soprattutto in Il Paese che vogliamo. Idee e proposte per l’Italia del futuro (Piemme, 2021). In quest’ultimo scriveva: “E’ fondamentale avere qui progetti innovativi, capaci di aprire la strada alla transizione ecologica. La trasformazione non la fai con le chiacchiere, servono investimenti concreti, risultati tangibili, per essere credibili quando diciamo di volere un Paese della piena sostenibilità”.

E adesso scrive nella Presentazione: “Dove un secolo fa lavoravano gli operai dell’industria del tabacco, oggi il supercomputer europeo Leonardo, gestito dal Cineca, può effettuare fino a 250 milioni di miliardi di operazioni al secondo. Una cifra da capogiro, che contribuisce a garantire l’80% della potenza di calcolo italiano e oltre il 20% di quello europeo”. E’ ciò che avviene a Bologna, all’ex Manifattura Tabacchi. Ed è qui che la Regione Emilia-Romagna lavora per creare la Data Valley europea, l’hub internazionale del digitale, dei big data e delle nuove tecnologie. Con i suoi 120.000 metri quadrati di infrastrutture per la ricerca. E’ questo il Tecnopolo di Bologna su cui sono già stati investiti oltre 800 milioni di euro di investimenti, nazionali ed europei. Ma questa realtà non è isolata: esso fa parte della rete regionale dei Tecnopoli, un mosaico di 11 infrastrutture dislocate in 20 sedi sul territorio dell’Emilia-Romagna. In un connubio virtuoso fra Università, Centri di ricerca e sistema produttivo. “Oggi continuiamo ad avere conferma della bontà dell’intuizione che, negli anni scorsi, ci ha portato a investire sulla scienza al servizio dell’uomo, consapevoli che questo ci avrebbe assicurato gli strumenti per leggere una società in continuo cambiamento”.

Il direttore delle Guide di Repubblica, Giuseppe Cerasa, scrive presentando il volume: “La Regione si candida a diventare la punta più avanzata nel mondo della ricerca e dell’innovazione, vuole essere una dei leader nel hub digitale e per far questo ha investito centinaia di milioni, ma nel contempo sa che la propria immagine dipende anche dai prodotti della terra, dalle meraviglie che escono dalle cucine di tutto il territorio (…). Il grand tour emiliano-romagnolo alla scoperta delle nuove frontiere della scienza non può che marciare di pari passo con le straordinarie conquiste nel campo della agricoltura compatibile, dell’alta gastronomia e della sofisticata strategia del saper vivere e saper accogliere”. Tutto questo è l’Emilia-Romagna (e non stiamo a fare sottili distinguo fra ciò che c’è in Emilia, tanto, e quello che c’è in Romagna, poco).

Dopo la parola ai testimonial (dal professore di logica Piergiorgio Odifreddi all’esperta dell’IA Ivana Bartoletti, dal fisico Lucio Rossi all’ex ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi), la guida passa a presentare i settori più importanti dell’innovazione regionale: dalla meccanica alla motoristica, dalla meccatronica all’aerospazio, dalla medicina all’ecologia e alla biodiversità. Con i stretti collegamenti con le Università presenti in Regione. L’innovazione, i sistemi intelligenti, devono essere al servizio delle imprese. Ed è così, investendo in ricerca e in occupazione, che si tengono i ricercatori in Italia, anche se, come dice Odifreddi, “dobbiamo pensare in termini globali, aprirci al mondo. Non è necessario restare in Italia e la scienza è un’impresa universale (…). Molti vanno all’estero, riportando in Italia esperienze importanti, quindi forse non bisogna essere catastrofisti da questo punto di vista”.

La Guida elenca i Musei della scienza, i Tecnopolo (quello di Rimini in Via Dario Campana consta di tre Centri Interdipartimentali di Ricerca Industriale nei settori dell’Energia, dell’Ambiente, delle Fonti rinnovabili, Mare, Cosmetica, Nutraceutica, Materiali innovativi, Big Data e 3D. Di grande rilievo la notizia di queste ore di un nuovo finanziamento regionale di un milione e mezzo di euro per il Tecnopolo riminese per il rafforzamento dei laboratori e per la ricerca nel campo dell’intelligenza artificiale. Come tutti i tecnopoli di rete lo scopo principale di questi servizi è quello di facilitare il reciproco travaso di conoscenze fra laboratori, Università e imprese), gli Osservatori astronomici (del nostro territorio c’è quello di Saludecio, l’Osservatorio Niccolò Copernico, inaugurato nel 1978, con due telescopi di 400 mm: uno per la ricerca astronomica e l’altro per le attività didattiche, nell’immagine in apertura), i musei di storia naturale (per il riminese sono indicati il Museo delle conchiglie di Bellaria-Igea Marina, nato nel 1963, il Museo naturalistico della riserva naturale orientata di Onferno a Gemmano istituito nel 1992, il Museo paleontologico comunale di Mondaino in attività dal 1981, Sulphur – Museo storico minerario di Perticara di Novafeltria, il Museo NA.TE’ – Osservatorio naturalistico Valmarecchia nato nel 1993 dentro l’Oasi faunistica di Torriana e Montebello ed infine il Parco della Cava di Poggio Berni, dedicato al giacimento fossilifero del Marecchia), i Musei archeologici (per Rimini è indicata la Domus del Chirurgo in Piazza Ferrari).

Le ultime 150 pagine della guida, nonostante quanto scritto in apertura dal Direttore Cerasa, sono indicazioni di dove ben mangiare e ben dormire in Regione. Opinabile, ma è un mio modestissimo giudizio, rispetto a quanto contenuto e detto nelle altre parti della Guida.

Il Presidente Bonaccini aveva promesso alcuni anni fa che con le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), inserite all’interno del programma Next Generation EU (NGEU), la nostra Regione sarebbe cresciuta, che gli investimenti sarebbero stati mirati oltre che alle infrastrutture territoriali alla crescita della ricerca e della cultura. Questo sembra stia avvenendo, nonostante i “giochini” contabili del Ministro Fitto. Ma è un percorso che abbisogna del controllo e della partecipazione di tanti soggetti. E’ in gioco il futuro della nostra Regione, ma come ha ripetutamente detto Bonaccini “credo che il cambiamento che serve non riguardi un Comune o una regione, ma il nostro Paese nel suo insieme”.

Paolo Zaghini