Dal 5 gennaio saldi invernali in Emilia-Romagna “ma hanno ancora senso?”
2 Gennaio 2023 / Redazione
Anche quest’anno inizieranno i saldi invernali: il 5 gennaio si parte anche nella nostra Regione e provincia, saldi che dureranno fino al 5 marzo. Secondo i dati dell’Osservatorio Nazionali Federconsumatori, solo il 24% delle famiglie italiane comprerà qualcosa, con una spesa media per famiglia di 178,60 euro (in calo del 3% rispetto ai saldi dell’anno scorso).
“Non c’è affatto da stupirsi – commenta Federconsumatori Rimini – se anche nel nostro territorio quest’anno saranno meno i riminesi che compreranno con i saldi e che cercheranno di spendere il meno possibile: a causa del caro bollette e dell’inflazione generale (+ 2.905,45 euro in media a famiglia), da una parte, e di altre iniziative commerciali come il Black Friday, dall’altra, di soldi in tasca ne restano ben pochi. Tuttavia, secondo Federconsumatori c’è anche altro da considerare: hanno ancora senso i saldi tradizionali, in un’epoca in cui tutto è costantemente in saldo, online e non solo?”.
“La regola d’oro dei saldi – avverte l’associazione – è quella di monitorare il prezzo di un bene prima del periodo degli sconti, per controllare che il venditore non stia manipolando il prezzo facendoci credere che stiamo facendo un affare. Fare questa cosa, però, oggi è sempre più difficile perché i prezzi dei prodotti cambiano in continuazione, con oscillazioni anche a due cifre percentuali se parliamo di negozi online. A ciò si aggiunge un ulteriore elemento: i saldi, ormai, non sono più attesi come una volta, dal momento che fioccano le promozioni online, sempre più numerose e dilazionate nel corso dell’anno. Coloro che effettueranno acquisti a saldo lo faranno prestando, ora più che mai, molta attenzione all’effettivo risparmio: i cittadini monitoreranno i prezzi a saldo per capire la loro reale convenienza, magari rimandandohttps://www.chiamamicitta.it/dal-5-gennaio-saldi-invernali-in-emilia-romagna-ma-hanno-ancora-senso/ gli acquisti più in là, nella speranza che gli sconti aumentino, fatta eccezione per i negozi di fascia medio-alta o per gli shop online, dove i cittadini cercheranno di accaparrarsi le occasioni più convenienti fin dalle prime ore di apertura della stagione. Al di là di quale sia la modalità scelta per i propri acquisti, ricordiamo alcuni consigli utili per ridurre il rischio di essere truffati, raggirati o di incorrere in finte promozioni”.
Prezzi
L’art. 15 del D.Lgs. n. 114/98 dispone che il cartellino debba indicare sia il prezzo “pieno” che quello ridotto nonché la percentuale di sconto. “Per evitare che i potenziali clienti possano confondere la merce in saldo con gli altri articoli in vendita sarebbe inoltre utile separare negli espositori le due categorie di prodotto”, suggerisce Federconsumatori.
Lo sconto riportato sul cartellino è quello che l’esercente è tenuto ad applicare e perciò, se alla cassa venisse chiesto il pagamento di una cifra differente, è opportuno farlo subito presente al negoziante. Qualora si presentino difficoltà non esitare a rivolgersi alla Polizia Municipale o alla Guardia di Finanza.
In linea di massima è preferibile evitare di acquistare nei punti vendita che non espongano entrambi i prezzi (quello pieno e quello scontato) e la percentuale di sconto, nonché diffidare delle offerte eccessivamente vantaggiose (pari o superiori al 60%), dietro a cui potrebbe nascondersi un tentativo di truffa o un prodotto contraffatto. Accade spesso che nei negozi, tra la merce in saldo, vengano aggiunti prodotti che non sono di fine stagione ma che, semplicemente, sono delle rimanenze di magazzino: “In questo caso lo sconto potrebbe non essere così conveniente come credete, soprattutto se si considera che si tratta di uno sconto applicato su merce che sta in deposito da molto tempo (e cui prezzo di vendita scontato è ormai fittizio)”.
Prove e Cambi
I punti vendita non sono tenuti per legge a permettere la prova dei capi di abbigliamento prima dell’acquisto così come, in assenza di vizi o difetti, il cambio del prodotto è rimesso alla discrezionalità del commerciante. “In generale consigliamo di diffidare di quegli esercizi che non consentono di provare i capi: potrebbe essere indice di poca trasparenza. Inoltre, prima di acquistare qualcosa in saldo, assicuratevi di avere il diritto di poterla restituire se e qualora non dovesse andare bene. È poi buona norma evitare di acquistare prodotti la cui etichetta non indichi, oltre alla composizione, anche le modalità di manutenzione: si eviteranno così spiacevoli incidenti nelle operazioni di lavaggio”.
Garanzie
Se da una parte il negoziante non è tenuto per legge a sostituire un prodotto integro, la situazione cambia radicalmente in caso di prodotto difettoso. Il D.Lgs. n. 24/2002 stabilisce un periodo di garanzia di due anni per i prodotti nuovi e di un anno per i beni usati, anche nel caso di merce acquistata a saldo: è quindi bene conservare lo scontrino (e possibilmente fotocopiarlo, considerando che le ricevute in carta chimica tendono a sbiadire dopo pochi mesi) per chiedere al negoziante la sostituzione del prodotto difettoso e che comunque presenti un vizio di conformità che ne pregiudichi l’utilizzo, emerso entro i 24 mesi dall’acquisto.
In alternativa alla sostituzione è possibile usufruire della riparazione o richiedere una riduzione proporzionale del prezzo o ancora scegliere la risoluzione del contratto. Va precisato che l’opzione scelta non deve risultare eccessivamente onerosa o oggettivamente impossibile per il venditore.
Il bene deve essere conforme al contratto di vendita o comunque alle descrizioni rilasciate: nel caso in cui questo non avvenga, il cliente può chiedere il rimborso del prezzo pagato. “Segnaliamo che anche la pubblicità deve rispondere a tale criterio. Qualora il venditore rifiuti di ottemperare ai propri doveri o venga richiesto il pagamento delle riparazioni adducendo la mancata copertura del difetto nel quadro della garanzia, ma tali dichiarazioni non risultino opportunamente dimostrabili, il consumatore potrà chiedere assistenza ad uno sportello Federconsumatori per ricorrere al Giudice di pace del Tribunale più vicino. Al fine di evitare equivoci, è opportuno tenere presente che gli impegni assunti dal produttore, cioè le garanzie convenzionali, sono vincolanti per il produttore stesso, ma non sostituiscono la garanzia legale; quindi, riparazioni e sostituzioni devono essere richiesti direttamente al negoziante: sarà poi quest’ultimo, in presenza di garanzia convenzionale, ad indirizzare eventualmente il cliente al servizio assistenza del produttore”.
Acquisti online
A differenza di quanto accade per gli acquisti effettuati direttamente nei negozi, nel caso dello shopping online non è sempre possibile consultare tutte le informazioni relative al prodotto. È pertanto opportuno controllare con attenzione la completezza e l’esaustività della descrizione e la buona qualità delle immagini disponibili per inquadrare il prodotto nel suo complesso.
Proprio tenendo in considerazione l’impossibilità di verificare fisicamente le condizioni e la qualità dei prodotti, il Codice del Consumo prevede particolari tutele per gli acquisti online e a distanza: è il caso, ad esempio, del diritto di recesso, qui previsto, che invece, come già precisato, non sussiste per gli articoli comprati nei locali commerciali.
L’utente ha 14 giorni di tempo a partire dal momento della consegna per restituire il prodotto e richiedere il rimborso totale dell’importo pagato. Ad ogni modo è preferibile consultare sul sito scelto le indicazioni relative al diritto di recesso. Nel caso in cui l’acquisto non avvenga dal sito dell’azienda ma attraverso un’altra piattaforma, è necessario verificare l’affidabilità dell’intermediario e la provenienza della merce. Per garantire la sicurezza dei pagamenti, siano essi effettuati tramite carta di credito, carta di debito, bonifico o altri mezzi, è importante utilizzare una connessione protetta, controllare che l’indirizzo del sito web sia preceduto da HTTPS (e non da HTTP) e verificare la presenza dell’immagine di un lucchetto, in basso a destra nella pagina della transazione. Ricordiamo infine che tutti i siti sono tenuti a riportare l’informativa sulla privacy e sul trattamento dei dati personali.