Home___primopianoDall’Omnibus al Metromare, il trasporto pubblico a Rimini compie 180 anni

Nel 1844 si inaugurava il collegamento fra il centro e la Marina: una servizio sempre legato al turismo e spesso all'avanguardia


Dall’Omnibus al Metromare, il trasporto pubblico a Rimini compie 180 anni


5 Settembre 2024 / Sandro Luccardi

Nel 1844, esattamente l’anno successivo all’inizio dell’attività balneare, inaugurata Il 30 luglio 1843 con l’apertura dello “Stabilimento privilegiato dei Bagni Marittimi” venne attivato a Rimini il primo collegamento stagionale fra il Centro storico e Marina Centro con un Omnibus a cavalli. Il servizio rimarrà attivo 32 anni fino al 1877.
Ricorre quindi in questo 2024 il 180° compleanno del trasporto pubblico riminese, il cui sviluppo, da allora fino ai giorni nostri, è sempre stato integrato con quello del turismo.

Nel 1844 fu una innovazione assoluta per una città che nel 1861 contava appena 27.000 abitanti. Un tale servizio era stato istituito solo a Napoli (capitale del Regno delle due Sicilie) due anni prima. Bologna lo istituirà tre anni dopo.
L’omnibus era una carrozza trainata da un cavallo che permetteva il trasporto di una decina di persone. Questo mezzo ebbe un grande successo a partire dai primi decenni dell’800, grazie ad una maggiore disponibilità economica della classe media. A Roma il primo esempio di omnibus, venne inaugurato il 12 giugno 1845 (l’anno successivo rispetto a Rimini) su autorizzazione di Papa Gregorio XVI; era gestito dall’Impresa generale delle diligenze pontificie e collegava Piazza Venezia con la Basilica di San Paolo fuori le mura. Una grande comodità per i pellegrini e per coloro che volevano spostarsi più velocemente pur non potendo disporre di cavalli e carrozze proprie. Quindi in entrambe le città era un servizio rivolto prevalentemente ai turisti, religiosi a Roma e balneari a Rimini.

Omnibus a Roma a fine Ottocento

Nel 1859, proprio sulla piazza Cavour, capolinea dell’Omnibus, verrà costruito il nuovo teatro comunale, modernamente connesso (diremmo oggi) con questa linea di trasporto pubblico.

Nel 1877, l’omnibus si evolve e diventa un tram su rotaia sempre trainato da cavalli e continuerà a collegare p.zza Cavour con Marina Centro, limitatamente alla stagione balneare, lungo il percorso p.zza Cavour, via Gambalunga, via Clodia, corso Umberto I, v.le Principe Amedeo. La prima tramvia italiana con trazione a cavalli era stata inaugurata nel 1872 a Torino capitale del Regno d’Italia fino a 7 anni prima.

Intanto ad ingrossare i numeri del turismo balneare sulla costa riminese arriva anche il contributo del treno
Il 10 novembre del 1861 il re Vittorio Emanuele si ferma a Rimini in occasione dell’inaugurazione della ferrovia Bologna – Ancona. Qualche mese dopo,il primo gennaio 1862 anche Riccione avrà la sua fermata e sarà quindi direttamente raggiungibile in ferrovia

Solo 28 anni dopo, nel 1889, entra in esercizio la Linea ferroviaria Rimini –Cesenatico – Cervia – Ravenna – Ferrara ed il litorale nord, da Viserba a Bellaria potrà iniziare l’attività turistica Ma anche allora il turismo poteva andare in crisi e nel 1901 ci si affida al marketing ferroviario. Infatti si organizzano treni festivi da Roma, Milano e Bologna per catturare i turisti di
un giorno. Le presenze mordi e fuggi non sono solo un problema di oggi ma erano presenti già all’inizio del secolo scorso.

Ma nonostante I periodi di crisi Rimini non demorde dal suo core business e continua ad investire in innovazione coniugando turismo e trasporti pubblici. Infatti nel 1908 apre il Grand Hotel e due anni dopo nel 1910 il consiglio comunale approva il progetto per il tram elettrico. Nel 1907 apre il sanatorio Comasco dotato di 600 posti letto e nel 1912 si inaugura l’ospizio Murri. Conseguentemente nel 1913 il Tram a cavalli arriva a Bellariva con estensione del servizio all’intero anno. La Tramvia a cavalli resterà in esrcizio 43 anni dal 1877 al 1920 ma già nel 1880, per stare al passo con l’evoluzione tecnologica e per un maggior decoro urbano si studiavano soluzioni per sostituire nella tramvia, la trazione a cavalli con quella a vapore, anche se poi non se ne farà niente.

Il capolinea della tramvia in piazza Cavour

Finalmente nel 1921 e per 28 anni fino al 1939 la trazione elettrica sostituisce i cavalli nella tramvia che nel 1926 raggiungerà Bellariva, nell’anno successivo Miramare e nel 1928 Riccione che 6 anni prima, da frazione di Rimini era diventato Comune autonomo con uno dei primi atti di Mussolini, capo del governo fascista appena insediato. Tutta la famiglia Mussolini poi dal 1926 e per molti anni trascorrerà le vacanze estive nella Perla Verde. Ma anche l’organizzazione dei servizi turistici si muove in parallelo con l’innovazione trasportistica e nel 1939 contemporaneamente alla istituzione dell’Azienda Autonoma di cura,soggiorno e turismo si smantellano le rotaie della tramvia per far entrare in servizio la filovia Rimini – Riccione tutt’ora in esercizio.

1940: il filobus diretto a Riccione transita in viale Vespucci

L’esigenza della doppia via di corsa (la tramvia era a binario unico) e l’incombente motorizzazione di massa, portava Il Comune a dare alle auto strade libere dai presunti ostacoli rappresentati dalle rotaie del tram. Facciamo poi un salto di 40/50 anni, la motorizzazione di massa esplode, cambiano i costumi, gli spostamenti in zona turistica diventano problematici per la congestione, l’inquinamento e la sicurezza delle persone. Per contrastare tutto questo e le stragi del sabato sera che insanguinano le strade riminesi ci si rende conto che è necessario ripensare la mobilità lungo la costa romagnola e nella maggiore concentrazione turistica dei 10 chilometri compresi fra Rimini e Riccione. Fioriscono iniziative per proporre ai giovani modi di trasporto alternativi all’auto:a metà degli anni ‘80. Il Blu Line che collega per tutta la notte, la città della costa con le discoteche dell’entroterra sarà letteralmente preso d’assalto dal popolo della notte. E Rimini verrà riconosciuta a livello internazionale come “La città dove gli autobus non si fermano mai”.

Bus BluLine presso piazza Tripoli

Intanto,tutte le città della costa fra Cervia e Pesaro venivano collegate con uno straordinario successo da “Il Treno Azzurro”,un ETR 250 soprannominato Arlecchino, ma di fatto una discoteca che viaggiava per l’intera notte, particolarmente gettonata dai giovani. Il successo di queste iniziative insieme alla domanda di maggiore qualità ambientale che esprimevano soprattutto i turisti tedeschi e la grave crisi dovuta alla esplosione delle mucillaggini nel 1988 e 1989, portano la Regione Emilia-Romagna ad inserire nel PTR (Piano Territoriale Regionale) una scelta programmatica di grande respiro che potesse innovare la mobilità,promuovere la riqualificazione urbana e migliorare la qualità ambientale complessiva della città costiera.

Il Treno Azzurro (foto Roberto Renzi)

Nasce il TRC(Trasporto Rapido di Costa) come sistema di trasporto su ferro per trasformare la conurbazione litoranea,fra Ravenna e Cattolica frantumata ed accessibile prevalentemente in auto, in una città lineare accessibile in tutte le sue parti con il trasporto collettivo sostenibile con cadenzamento e tempi di percorrenza suburbani. Nella tratta urbana più densa e più congestionata fra Rimin e Riccione viene previsto che Il TRC su ferro venga integrato con un sistema di trasporto su gomma in sede propria baricentrico rispetto alla città turistica ed a quella dei residenti per svolgere un servizio di distribuzione capillare prettamente urbano e sostitutivo della filovia. E fu così che nel 2019 entrò in esercizio il MetròMare.

Sandro Luccardi