De Pascale: “Con Trump a rischio esportazione nostre eccellenze alimentari”
6 Novembre 2024 / Redazione
“Quando un paese democratico vota serve innanzitutto rispetto per quel voto, anche quando chi vince è agli antipodi sui valori e preoccupa rispetto all’interesse del nostro paese.
La vittoria di Trump apre però enormi interrogativi sui drammatici scenari di guerra che abbiamo vissuto negli ultimi due anni e pretenderebbe perciò una svolta radicale nella capacità dell’Europa di esercitare un ruolo autonomo in politica estera. Sarebbe stato importante farlo prima, ma ora un’Europa più forte è essenziale a tutta l’umanità.
Come aspetto più locale, ma per noi molto rilevante, le spinte protezioniste e le politiche dei dazi che Trump ha sempre promosso creano anche non poche preoccupazioni per le nostre eccellenze agroalimentari che vedono negli Stati Uniti uno dei principali mercati di export. Nella storia da sempre, pace e buone relazioni commerciali viaggiano insieme”.
Così Michele de Pascale candidato alla presidenza della Regione Emilia-Romagna, sull’esito delle elezioni americane che hanno visto la vittoria di Donald Trump.
Più articolato il commento del sindaco di Santarcangelo Filippo Sacchetti, reduce da una recente vsita negli USA: “L’elezione di Donald Trump a 47esimo presidente degli Stati Uniti non mi sorprende. Sono stato recentemente negli Usa, dove ho respirato una percezione diversa da quella che si ha da lontano, seguo la vita politica degli States con una certa attenzione e credo che Trump rappresenti oggi la vittoria di quella pancia americana che non ha più molto da dare al mondo. È una rivoluzione conservatrice e liberista quella in atto, con personaggi come Elon Musk che ne rappresentano la massima espressione.
Dalle urne emerge una visione egoista di un Paese che in sofferenza sceglie, a difesa dei più deboli, chi ha il portafogli più forte. È un paradosso, ma la paura e la pancia giocano brutti scherzi. Non bastano attori, cantanti e i ragionamenti sulla necessità di diritti o transizione ecologica”.
“Immagino sempre più gli Usa chiusi in se stessi e orientati ai propri interessi, a farsi gli affari propri, a difesa dei primati che non condivideranno con nessuna parte del mondo. Forse è pure finito, o è comunque sulla via del tramonto, il vecchio concetto di occidente e di oriente. Adesso tocca alla nostra Europa decidere chi è e cosa vuole fare nel mondo nuovo.
Servono visione, identità e autonomia in un continente che può iniziare una nuova rivoluzione, quella degli “Stati Uniti d’Europa della solidarietà e di un mondo più equo”. Valori che possono contare ben più di quelli americani”.