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Del molestare e del tollerare


12 Novembre 2017 / Lia Celi

La bufera-molestie ci riporta ai vecchi tempi di Mani Pulite, aggiornata in Mani Allungate. Alla mattina si apre il giornale, cartaceo o digitale, domandandosi chi hanno beccato stavolta, su quale sponda dell’Atlantico e in quale settore professionale.

Nella sola giornata di ieri sono stati accusati di «harassment» o di stupro un regista italiano (Fausto Brizzi), un luminare italiano che da anni insegna in America (Franco Moretti, fratello di Nanni) e un dirigente sportivo svizzero, Sepp Blatter, ex presidente della Fifa, cui il portiere della nazionale femminile Usa Hope Solo ha rinfacciato un fallo di mano molto meno spettacolare di quello di Maradona.

Tutti gli interessati, ovviamente, cadono dalle nuvole, negano o, come Moretti e Brizzi, parlano di rapporti assolutamente consensuali. E qui si entra in un terreno delicato: è vero che in certi momenti agli uomini gli si spegne il cervello, come sentenzia il proverbio yiddish che Philip Roth cita nel Lamento di Portnoy: «ven der putz shteht, ligt der sechel in drerd» (suppergiù: quando il pisello si alza, il cervello sprofonda sottoterra).  E può darsi che perfino un simpatico regista e un finissimo intellettuale, accecati forse più dall’ego che dal putz indomabile, perdano la capacità di discernere fra una ragazza consenziente e una che lascia fare sperando che la cosa finisca presto, e interpretino come pieno consenso il fatto di non essere venute a un appuntamento indossando mutande di ghisa termosaldata.

Ma la cronaca di ieri raccontava anche di un altro tipo di molestia di coppia: il «silent treatment», ovvero il mutismo. Un imprenditore di Chivasso è sotto processo per aver inflitto alla ex moglie non insulti o percosse, ma lunghi periodi di silenzio. Una violenza così sottile che non sembra nemmeno violenza ma che in realtà, nel contesto di una coppia, rappresenta una vera e propria forma di maltrattamento.

Qualcuno dirà che quel che si sente in giro – ex mariti che picchiano, sfregiano e uccidono – la signora di Chivasso dovrebbe considerarsi fortunata, anziché far casino. Ma chi, donna o uomo (perché il «silent treatment» è un’arma unisex), ha sperimentato l’avvilimento e la frustrazione provocati da un convivente che chiude le comunicazioni e non parla per giorni interi, sa quanto male può fare: è una vera e propria tortura.

Certo però che a questo punto dovrebbe venire inquadrato come abusante anche il partner logorroico che parla di continuo e ti fa la testa come un pallone dal mattino alla sera, e anche qui maschi e femmine sono alla pari. E che dire di quello che russa e non fa nulla per risolvere il problema, privando il partner di un sonno ristoratore? O di quello che in casa gira tutto sciamannato, o sciamannata, offendendo l’occhio del compagno e minando irreparabilmente l’attrazione reciproca?

Nell’attesa di arrivare alla tolleranza zero verso ogni forma di molestia sessuale, dilaga la tolleranza zero verso debolezze, difetti e imperfezioni di chi ci vive accanto. Ma non è affatto consolante.