HomeSaluteDonato casco salva-capelli per pazienti in chemio dell’ospedale di Novafeltria

Inziativa dell'Associazione Oncologica Volontariato Alta Marecchia (AOVAM)


Donato casco salva-capelli per pazienti in chemio dell’ospedale di Novafeltria


12 Marzo 2024 / Redazione

Un segnale concreto di solidarietà e vicinanza dei cittadini di un territorio a chi sta combattendo la sua battaglia contro la malattia, al tempo stesso a fattivo sostegno della sanità pubblica. E’ il profondo significato della donazione del dispositivo Paxman Scalp Cool effettuata dall’Associazione Oncologica Volontariato Alta Marecchia (AOVAM) all’ospedale ‘Sacra Famiglia’ di Novafeltria, la cui cerimonia di ringraziamento si è svolta in mattinata, alla presenza in particolare della dott.ssa Ivonne Zoffoli, referente della Direzione medica di presidio per la struttura, del dottor Davide Tassinari, Direttore dell’Unità Operativa di Oncologia di Rimini, del sindaco di Novafeltria, Stefano Zanchini, insieme ad autorità locali, rappresentanti degli sponsor, volontari dell’associazione e operatori sanitari.

La caduta dei capelli indotta da chemioterapia rappresenta uno degli effetti collaterali più temuti dai pazienti, andando a modificare in maniera significativa l’aspetto della persona, marchiandola in maniera inequivocabile riguardo allo stato di salute e al percorso di cura in atto. Le conseguenze dell’alopecia da chemioterapia hanno un effetto sulla persona (modifica dell’immagine di sé), sulle dinamiche di vita familiare (modifica dell’immagine agli occhi dei familiari, in particolare se minori o membri fragili del nucleo familiare), sulle dinamiche relazionali esterne (rapporto con amici, colleghi di lavoro, eventuale utenza in attività professionali con componente relazionale esterna).

Numerosi sono stati negli anni i tentativi finalizzati ad arginare la caduta dei capelli indotta da chemioterapia, attraverso la sintesi di molecole in cui l’effetto sul cuoio capelluto fosse limitato, così come mediante l’impiego di strategie impieganti il freddo e la vasocostrizione locale quale meccanismo volto a limitare l’esposizione del cuoio capelluto ai farmaci alopecizzanti. In tal senso il dispositivo medico Paxman Scalp Cooler rappresenta oggi uno degli strumenti più sofisticati nella prevenzione della alopecia da chemioterapia utilizzante il freddo (tramite l’applicazione di un casco che mantiene una temperatura di -4°), coniugando ad un tempo efficacia, tollerabilità e semplicità di gestione da parte del personale infermieristico. Ecco perché diversi centri italiani sono dotati di sistemi refrigeranti per prevenire l’alopecia da chemioterapia, un fattore che va a valorizzare qualitativamente l’offerta assistenziale al paziente oncologico candidato a trattamenti alopecizzanti.

“Il dispositivo, costituito da una duplice postazione capace di trattare due pazienti contemporaneamente, si è dimostrato capace di prevenire l’alopecia in oltre il 90% dei casi trattati – ha spiegato il dottor Davide Tassinari, Direttore Unità Operativa di Oncologia – con risultati qualitativi che vanno da una prevenzione totale del fenomeno ad una prevenzione parziale, ma comunque significativa da un punto di vista sia estetico che funzionale. L’impiego di questi strumenti è raccomandato nelle principali linee guida internazionali all’interno del percorso volto alla tutela della qualità della vita del paziente nell’ambito di un servizio di oncologia veramente attento alla persona. La donazione di un dispositivo come il Paxman Scalp Cooler da parte di un territorio ad una oncologia rappresenta un gesto di grande vicinanza solidale nei confronti del paziente malato di tumore, e lo sforzo fatto per arrivare alla sua acquisizione dimostra quanto la qualità delle cure erogate a questa particolare componente fragile di pazienti sia cara ad un territorio che si conferma nei fatti vicino al paziente e alla sua sofferenza. C’è un’Italia e un mondo che ama e al quale si ispira, che è il mondo di chi sta vicino alle persone che soffrono, per questo come oncologo espressione di questo territorio esprimo profonda gratitudine nei confronti dell’AOVAM, che in tempo brevissimo ha accolto quest’ultima richiesta molto impegnativa e donato uno strumento importantissimo che aiuta la persona ad avere garantita una migliore qualità di vita durante la malattia. E la gratitudine mia personale si unisce quella di tutta l’Unità Operativa che dirigo e dell’azienda verso una umanità diversa rispetto a quella che a volte siamo abituati a sentire, soprattutto negli ultimi tempi”.

La dott.ssa Ivonne Zoffoli ha ringraziato l’Associazione Oncologica Volontariato Alta Marecchia “per le innumerevoli donazioni effettuate nel corso degli anni fino a quest’ultima molto importante e per il continuo ed instancabile supporto prestato all’Ospedale Sacra Famiglia”. Concetti ripresi nel suo intervento anche dal primo cittadino di Novafeltria, Stefano Zanchini, mentre nell’unirsi ai ringraziamenti il dottor Maximilian Papi, responsabile Day Hospital Oncologico dell’ospedale di Novafeltria, ha sottolineato la valenza di “questo dispositivo che riduce un effetto collaterale dei nostri farmaci chemioterapici più importanti. Un grande tassello per parificare questo ospedale agli ospedali della costa, Rimini e Cattolica”.

Dal canto suo Oddo Triani, presidente dell‘Associazione Oncologica Volontariato Alta Marecchia, ha espresso il ringraziamento “a chi è intervenuto a questa cerimonia e in particolare agli sponsor che hanno consentito di realizzare il progetto di donazione di questo strumento, in particolare grazie al presidente di Riviera Banca, al presidente del Lions e a tutta la popolazione della vallata che hanno contribuito in maniera generosa per raggiungere l’obiettivo”.