Home___primopianoE anche Disney censura se stesso

Così l'ossessione del politically correct rischia di affossare l'America progressista


E anche Disney censura se stesso


6 Ottobre 2024 / Giuliano Bonizzato

Dopo aver letto un recente magnifico saggio di Federico Rampini (‘America. Viaggio alla riscoperta di un paese’) mi sono reso conto con somma meraviglia che le elezioni negli USA si giocheranno anche (e in misura rilevante) tra i fautori del politically correct e quelli che non ne possono davvero più di una cultura che, sorta giustamente in difesa delle minoranze black discriminate, si è trasformata, in certi Stati, in una ossessiva intolleranza contro chiunque non condivida il pensiero ‘progressista”.

Quello, tanto per fare qualche esempio, sulla fluidità dei generi come materia d’insegnamento alle elementari, sulla supremazia delle minoranze etniche sulla razza bianca, sui diritti degli emigranti clandestini a superare le barriere e via imperversando. Fino a dichiarar guerra perfino alla storia, accusando Cristoforo Colombo di colonialismo e genocidio con conseguente rimozione di una sua statua e l’imbrattamento di altre.

Cancel -culture….
Gli antichi Romani la chiamavano ‘damnatio memoriae’.
Nulla di nuovo sotto il sole.

Ci si è messo perfino Walt Disney o meglio i suoi eredi, censurando nel parco divertimenti in Florida, il bacio con cui il Principe sveglia Biancaneve dal coma provocatole dalla mela avvelenata. Bacio che, non avendo la bella addormentata espresso il suo consenso, deve considerarsi violenza carnale…

Sotto processo alla Disney anche le scene che nel medesimo parco vedrebbero protagonisti i sette nani in quanto offensive di tutte le persone di bassa statura. (Vale anche per l’ Italia dove Gene Gnocchi si mangia ancora le mani per non aver potuto raccontare una sua barzelletta su Brunetta ).

Infine, sempre per restare nel campo Disney-woke, la ciliegina sulla torta. “Per disposizione della Top Manager Vivien Ware, responsabile dell’ufficio Diversità e Inclusione, all’ingresso di Disney World gli animatori non dovranno più usare saluti del tipo Signore e Signori, Bambini e Bambine, per non rinchiudere il pubblico in identità sessuale rigide”…(Rampini op. cit. pag. 124)

Per oggi basta. Se ne volete di più sull’argomento vi invito a cercare su You Tube il blog ‘Chiacchierata di Gibo”, cliccando poi su ” Catcalling”..
As videmm!

Giuliano Bonizzato