E così Agostini aprì a Rimini il primo negozio certificato bio in Europa
31 Gennaio 2021 / Paolo Zaghini
Renzo Agostini: “Una vita da bio! Il biologico fra passato e futuro” – OM Edizioni.
Difficile che qualcuno a Rimini non conosca il negozio di prodotti biologici Terra e Sole, non abbia preso un caffè all’annesso Bio’s Cafè o non abbia mangiato al ristorante di Via della Fiera Bio’s Kitchen. Con due figli vegetariani da oltre vent’anni io sono fra quei riminesi che in questo arco di tempo ha imparato a conoscere, e ad apprezzare, le iniziative bio create da Renzo Agostini.
Ma al di là di questi centri di attività economica, le iniziative messe in piedi da Agostini, dalla moglie Antonella e dal figlio Andrea, nel corso di un trentennio, sono molte di più. Dal “Gymnasium”, educazione del Corpo e della Mente, nato nel 2002, che si potrebbe definire “una scuola che ti insegna a stare bene e a vivere meglio” al “Poliambulatorio Terra e Sole”: “purtroppo i corsi di laurea in Medicina dedicano pochissimo spazio alla nutrizione ed è il motivo per cui molti medici non la prendono minimamente in considerazione. Diabete, malattie cardiocircolatorie, tumori: indicazioni molto superficiali, un po’ di tutto, tanto c’è la insulina o la pastiglia (…). Questo è sbagliatissimo, perché molte di queste patologie hanno origine da una cattiva alimentazione”.
Renzo, classe 1957, laureato in Urbanistica presso la Facoltà di Architettura di Venezia, dieci anni da sindacalista CISL nel settore edile, il 9 maggio 1992 iniziò la propria attività di imprenditore aprendo Terra e Sole, un negozio di Alimenti Biologici e Erboristeria, che negli anni è arrivato a svilupparsi fino a diventare uno dei più importanti punti vendita specializzati in Italia e il primo negozio certificato bio in Europa. Nel 2003 poi l’apertura di Bio’s Cafè e nel 2014 di Bio’s Kitchen, ristorante e pizzeria 100% Bio.
A proposito della ristorazione: “Sono un Romagnolo (…). Il cibo mi piace; sono curioso di tutto; mi appassiona tantissimo ricercarlo, abbinarlo, rispettandone l’origine, la stagionalità, la sua capacità di portare nutrimento al mio corpo. Per me il cibo è gioia e mi serviva trovare un luogo, che non fosse la cucina di casa mia per poter accogliere le persone, metterle a tavola, a proprio agio, in un ambiente bello, cordiale, funzionale, ancor prima di pensare al menù”.
Renzo iniziò l’attività quando “nessuno sapeva di che cosa si stesse parlando: il biologico sembrava una cosa brutta, povera, cibo per animali e non per esseri evoluti, benestanti, che meritavano farine bianche e frutta intossicata di prodotti chimici, ma bella e luccicante”. “C’era questa idea che un frutto o una verdura bio dovevano essere brutti, ammaccati, con il verme, altrimenti non era bio”.
L’invito alla inaugurazione di Terra e Sole nel 1992 diceva: “E’ un progetto che nasce da quindici anni di attenzione ed impegno sui temi dell’ambiente, dell’abitare, della salute, dell’alimentazione (…). Certo, Terra e Sole è innanzitutto un negozio, una vetrina il più possibile completa di tutta la varietà di prodotti disponibili sul mercato del biologico, che ormai sono numerosissimi ed in grado di soddisfare tutte le esigenze”. Ma è anche “una opportunità per fare crescere e diffondere una cultura nuova, rispettosa dell’ambiente e dell’uomo e per incentivare ed estendere l’uso dei prodotti biologici ad un numero sempre crescente di persone”.
Scrive Renzo: “Il mio obiettivo è quello di stimolare quanto più possibile la crescita del biologico, perché ci credo, fin dentro le budella, sono convinto che il biologico possa essere la chiave per consentire all’uomo di ritrovare un rapporto sano con la natura, per uscire dalla logica dello sfruttamento, della distruzione, tipica di questa società incapace di futuro”.
Renzo nelle pagine del libro sostiene che il mercato bio si trova in questo momento in una fase critica, pur continuando a crescere tanto da raggiungere in Italia il 3% del totale delle vendite. E aggiunge: “Siamo in una situazione in cui il biologico tutti lo vogliono e nessuno lo piglia … sul serio!”.
“Il tentativo di far evolvere l’ideale dei fondatori in qualcosa che assumesse la forma di un prodotto, qualitativamente elevato, di una ampia offerta, di una presenza sempre più estesa su tutti i canali di vendita, senza però snaturare l’origine e nel rispetto di quegli ideali che lo hanno fatto nascere, sembra destinato all’insuccesso”.
Il punto di forza del biologico sta “nel fatto che si tratta di un metodo di coltivazione tracciato, certificato dal campo alla tavola, definito da direttive europee e da leggi nazionali che le recepiscono”. Perché l’agricoltura biologica deve essere un metodo di coltivazione che esclude l’utilizzo di concimi e pesticidi chimici, di organismi geneticamente modificati, il tutto certificato lungo tutta la filiera.
Ma se il bio tutto sommato è una scelta facile, costa un po’ di più, ma non richiede particolari sacrifici, Renzo dice: “questo biologico ha veramente poco senso se non è accompagnato da una rivisitazione degli stili alimentari: il bio a cui dobbiamo tendere deve essere fresco, possibilmente locale, di stagione, prevalentemente vegetale”.
“Mangiare bio e mangiare sano non sono la stessa cosa. Oggi la grande rivoluzione che possiamo fare è quella di alzare l’asticella, di cominciare a parlare di metodi di coltivazione che oltre a non utilizzare pesticidi, aiutino a preservare i nutrienti (stagionalità, freschezza, metodo di conservazione, concimazione, rotazioni, dinamizzazione, ecc.); dobbiamo parlare di ingredienti (perché spesso i cibi bio hanno comunque delle ricette sbagliate dal punto di vista nutrizionale); dobbiamo parlare di gusto; dobbiamo fare attenzione ai nuovi stili di vita; dobbiamo fare in modo che chi lavora nel bio possa mettere passione e gioia nel proprio lavoro”.
Rivendica per il settore bio e per gli operatori in campo professionalità, competenze, amore: “parlare di cibo e di salute, come un tutt’uno. La nutrizione è il primo mezzo per star bene, ma una cattiva alimentazione è la prima causa di malattia. Occorre rifuggire dalle diete buone per tutti, dai test per tutti. Ognuno ha la sua storia e in negozio servono le professionalità per poterle affrontare”.
“Oggi il settore ha bisogno di ‘negozianti’ veri, capaci di valorizzare i propri prodotti e di fare in modo di essere scelti dai propri clienti, ogni giorno. E per far questo occorre essere orgogliosi di questo nostro ruolo di ambasciatori del bio, di portavoce delle istanze dell’ambiente, interlocutori primari per la salute delle persone, di portabandiera della Food Revolution”.
Renzo indubbiamente in questi decenni ha realizzato il sogno che aveva nel cassetto: contribuire a far nascere una cultura rispettosa della vita e dell’ambiente.
Paolo Zaghini