E dopo l’hotel senza personale avanti con il bagnino robot
25 Maggio 2024 / Nando Piccari
In questo inizio d’estate turistica si è molto parlato e scritto delle difficoltà a reperire personale disponibile “a fare la stagione”, come si diceva una volta.
Fra quanti dibattono sulla causa di questo fenomeno si contano due scuole di pensiero. C’è chi nutre la stravagante convinzione che sia tutta colpa della perdurante nostalgia verso il soppresso reddito di cittadinanza, che avrebbe fatto ulteriormente diminuire la voglia di lavorare, soprattutto dei giovani. Altri invece se la prendono, a maggior ragione, con il troppo lavoro nero che contrassegna il turismo, con orari spesso sovrabbondanti e salari sottostimati.
Ma due giorni fa è successa a Rimini una cosa che può far presagire il venir meno, di qui a qualche tempo, di questo fastidioso assillo che ogni anno, a metà primavera, si trova a dover affrontare l’imprenditoria turistica della nostra Riviera.
Come si sarà capito, mi riferisco all’inaugurazione in pompa magna di quell’albergo che avrà zero dipendenti iscritti all’anagrafe con nome e cognome, poiché, come ha dichiarato il titolare «…bisogna pur tagliare da qualche parte. Noi abbiamo voluto provare non inserendo dipendenti».
Vengono così elencati i conseguenti vantaggi ai turisti, che non dovranno sottostare alla lentezza di camerieri, cuochi e addetti alle pulizie…”in carne umana”, ma potranno beneficiare della velocità (fa più figo dire «fast e smart») di un’accoglienza alberghiera (fa più figo chiamarla «hôtellerie») per entrare in contatto con la quale sarà sufficiente scaricare l’apposita app, potendo «fin da subito immergersi nell’atmosfera digitalizzata che si respira», arricchita di spazi comuni da poter condividere, che sarebbe da plebei non chiamare «co-living e co-working».
L’hotel dispone poi di una scatola per la colazione che è più fine citare come «Breakfast Box», di una caffetteria detta più elegantemente «Starbucks coffee station» e di un «food vending machine», tipo il distributore automatico di cibo che trovi nelle stazioni, negli ospedali, ecc.
Tuttavia si scoprirà ben presto che in quell’albergo, come pure nei tanti altri che ne seguiranno, il turista non potrà fare tutto da solo. né che gli basterebbe il ritorno ad un antiquato “aiutino umano”, ma avrà invece bisogno dell’intelligenza artificiale di qualche robot.
Però a quel punto perché limitarsi a robotizzare solo gli alberghi? Cosa costerebbe mai liberare la nostra Riviera pure dai bagnini in carne ed ossa, fonte di tanta narcisistica sofferenza per Roberto Biagini?
Basterà collocare in un punto della spiaggia il Bagnino-robot, alle cui spalle si porrà il turista scandendo alto e forte: “Uun oombreelloonee e duee braandinee”, che a quel punto sbucheranno come per magia da sotto la sabbia.
Altra figura da robotizzare sarà quella del marinaio di salvataggio, sostituendola con un drone capace di controllare in tempo reale tutti coloro che sono in acqua. E di intervenire non appena percepisca una situazione di pericolo, sdoppiandosi in un medico-robot pronto a soccorrere il malcapitato.
L’unico fastidio per il turista della Riviera robotizzata sarà quello di avere alcune accortezze nel rivolgersi al robot, onde evitare l’insorgere di spiacevoli equivoci. Di seguito alcuni esempi.
Al pizzaiolo umano di solito ci si limita a chiedere: “Vorrei una napoletana, una quattro stagioni e una al pomodoro”, senza premettere la parola “pizza”. Guai a fare la stessa cosa con il pizzaiolo-robot, perché se lui sente pronunciare solo “una margheriata”, niente di più facile che il risultato sia quello sotto riportato.
Ancora peggio sarebbe ordinare al gelataio-robot “un cono cioccolato e panna”, senza scandire bene quest’ultima parola. Potrebbe capitare che lui capisse“con canna” e ti portasse uno spinello. Sarebbero poi cavoli tuoi col poliziottorobot chiamato dal seguace di Salvini che è in fila dopo di te.
Ma il guaio più grosso per un malcapitato turista sarebbe rivolgersi con involontaria sguaiataggine e turpitudine alla robot addetta alla pulizia dell’albergo, chiedendole: “Scusa mi daresti una scopatina sotto il tavolo?” Una botta in testa col suo pesante aspirapolvere non gliela leverebbe nessuno.
Temo che tolti gli aspetti caricaturali della mia narrazione, questo sia quanto potrebbe succedere anche qui da noi il giorno in cui l’intelligenza artificiale avrà sconfitto e sostituito quella umana.
Meno male che io quel giorno non ci sarò più….
Nando Piccari