Home___primopianoE’ morto Marc Augé, il grande antropologo cittadino onorario di Rimini

Aveva tentato di rilanciare il Museo degli Sguardi con la sua straordinaria collezione, ma è tutt'ora visitabile solo a richiesta


E’ morto Marc Augé, il grande antropologo cittadino onorario di Rimini


24 Luglio 2023 / Redazione

E’ scomparso oggi, a 87 anni, Marc Augé, grande antropologo, etnologo, scrittore e filosofo, cittadino onorario di Rimini.

Il riconoscimento gli era stato assegnato nel marzo del 2012  per aver “fornito un generoso apporto alla valorizzazione del patrimonio culturale e artistico della Città” e soprattutto “per aver dato un decisivo indirizzo concettuale alla ridefinizione del Museo degli Sguardi, all’allestimento della collezione etnografia riminese che ha ricevuto riconoscimento di livello europeo”.

Un museo dalla vita tormentata e tutt’ora visitabile solo su richiesta. Doveva essere la rinascita del ‘Museo delle Arti Primitive’ con la raccolta Dinz Rialto donata a Rimini nel 1972 e che aveva trovato collocazione nel 2005 a Villa Alvarado, di fronte al Santuario delle Grazie sul Colle di Covignano. Uno dei principali musei italiani dedicati interamente alle culture a livello etnologico ed archeologico dell’Africa, dell’Oceania e dell’America precolombiana, con reperti che ne fanno una fra le raccolte più significative di tutta l’Europa.

Augè quando ricevette la cittadinanza onoraria ringraziò con queste parole: “Sono molto fiero di essere riminese. Innanzitutto ci tengo davvero ringraziare coloro che hanno ritenuto conferirmi questo grande onore. Conosco Rimini da moltissimi anni. In particolare gli ultimi sono stati molto attivi perché ho avuto la fortuna di partecipare alla realizzazione del Museo degli Sguardi. Rimini è una città ricca e complessa. Coesistono due Rimini, ma entrambe molto complesse al di là di quanto si possa immaginare. Mi piace molto passare da una Rimini all’altra, ma c’è anche una Rimini dell’arte e dell’immaginazione. Gli antropologi sono abituati a osservare gli spazi non a agire concretamente. Per questo motivo quando ci viene data la motivazione di passare a uno stato attivo sono occasioni da non perdere. Spero che questa città possa ancora mantenere questo fragilissimo equilibrio tra senso e libertà, tra luogo e non-luogo”. 

E “Nonluoghi” è una delle sue opere tradotte di recente, oltre a “Introduzione a una antropologia della surmodernità” (Milano 1993); “Tra i confini. Città, luoghi, interazioni” (Milano 2007); “Il mestiere dell’antropologo” (Torino 2007); “Il bello della bicicletta” (Torino 2009); “Il metrò rivisitato” (Milano 2009); “Per un’antropologia della mobilità” (Milano 2010); “Straniero a me stesso” (Torino 2011);” Futuro” (Torino 2012); “Per strada e fuori rotta” (Torino 2012); “Le nuove paure” (Torino 2013); “Etica civile: orizzonti” (con L. Boella, Padova 2013); “I paradossi dell’amore e della solitudine” (Modena 2014); “L’antropologo e il mondo global”e (Milano 2014); “Il tempo senza età. La vecchiaia non esiste” (Milano 2014); “Fiducia in sé, fiducia nell’altro, fiducia nel futuro” (Roccafranca 2014); “La forza delle immagini” (Milano 2015); “Le tre parole che cambiarono il mondo” (Milano 2016); “Un altro mondo è possibile” (Torino 2017); “Sulla gratuità. Per il gusto di farlo!” (Milano 2018); “Chi è dunque l’altro?” (Milano 2019); “Condividere la condizione umana. Un vademecum per il nostro presente” (Milano 2019).

”Con Augé se ne va un amico e un maestro che ha dato al festivalfilosofia e al suo pubblico – spiega una nota del Comitato scientifico del festivalfilosofia di cui Augè faceva parte dal 2009. – , come a tanti pubblici sparsi in tutto il mondo, alcuni insegnamenti dai quali non si torna indietro, come l’idea che le nostre pratiche culturali siano immerse in sistemi simbolici che è indispensabile studiare con gli strumenti dell’antropologia: una disciplina che Augé, grande specialista del terreno africano, ha praticato anche rivolgendo quel particolare tipo di sguardo alle nostre società, nella convinzione che, per essere intelligibili, i processi culturali implichino che nella loro analisi ci rendiamo ‘stranieri a noi stessi”.

Marc Augé, già directeur d’études presso l’École des Hautes Études en Sciences Sociales (EHESS) di Parigi, di cui è stato a lungo Presidente, dopo aver contribuito allo sviluppo delle discipline africanistiche ha elaborato un’antropologia dei mondi contemporanei attenta alla dimensione rituale del quotidiano e della modernità.