E Riccione ebbe il suo primo Giardino d’Infanzia
26 Agosto 2024 / Paolo Zaghini
Fosco Rocchetta: “Il riccionese Luigi Mancini 1849-1916 stimato pedagogista di Maria Ceccarini”
La Piazza
Il Pantheon riccionese che Fosco Rocchetta va costruendo di libro in libro si arricchisce questa volta del profilo del prof. Luigi Mancini (1849-1916), docente e dirigente scolastico nonché pedagogista. Uomini che tra fine Ottocento e primi decenni del Novecento hanno contribuito a fare di Riccione “un luogo importante”. Questo nuovo volume viene dopo quelli dedicati al violinista e direttore d’orchestra Max Springher, allo storico Camillo Manfroni, allo psichiatra Augusto Tamburini, allo studioso Ausonio Franzoni: solo per citare gli ultimi.
“Questo studioso, dai vasti ed eclettici interessi storico-letterari, ed autore di diversi libri e saggi, è poco conosciuto a Riccione, salvo presso una cerchia ristretta di addetti ai lavori nel campo delle scienze pedagogiche e dei servizi educativi. Il suo nome, invece, è strettamente legato agli eventi riccionesi relativi al Giardino d’infanzia, essendone stato il pedagogista ispiratore e primo collaboratore ed assistente di Maria Ceccarini” (“La fata buona che fece di una frazione la città di Riccione”).
Il 10 novembre 1891 venne inaugurato il Giardino d’Infanzia “Maria Ceccarini”, un asilo costruito ed arredato a totale carico della munifica benefattrice di Riccione. Da oltre 130 anni in questo asilo si sono formate generazioni di giovani riccionesi.
In base allo statuto erano accolti bambini di ambo i sessi, dai tre ai sei anni, “per impartir loro quell’educazione, più che istruzione, e quei principi di rettitudine, di onestà e di veracità nonché di pulizia, cortesia e considerazione gli uni per gli altri tanto necessari per il ben essere della società”.
Il nuovo asilo era in sintonia con i dettami del “Kindergarten”, ossia il “giardino dei bimbi”, idealizzato e realizzato dal pedagogista tedesco Friedrich Fröbel (1782-1852), asilo in cui il gioco era il perno di quel metodo educativo. E Mancini del “frobelismo” fu un entusiasta sostenitore.
Una scuola materna all’avanguardia per quell’epoca, che forniva una istruzione innovativa rispetto ai modelli allora prevalenti.
“A Riccione, in quel tempo ancora misera borgata riminese, con un alto tasso di analfabetismo, era nata una nuova e lodevole realtà scolastica. Era gestita in base a principi laici, veri baluardi dell’istituzione, voluti ed inseriti nello statuto della filantropa newyorchese, col supporto teorico ed operativo del suo valido e leale pedagogista, il Professor Luigi Mancini”. Ricordiamo che Maria Ceccarini finanziò a proprie spese, oltre che il Giardino d’Infanzia, l’Ospedale, i lavori al porto canale, l’accrescimento della biblioteca circolante e l’aiuto dato, in vari modi, alle persone indigenti.
Mancini era nato a Riccione il 13 giugno 1849, il secondo di sette fratelli. L’unico che proseguì negli studi. Prima maestro elementare, per diventare successivamente docente di pedagogia e lingua presso la Regia Università di Pisa. Sposato nel 1884 con la riccionese Maria Conti. Dalla loro unione nacquero cinque figli. Il primo, Vincenzo, sarà sindaco di Cattolica dal 1907 al 1912, quando morì improvvisamente all’età di 37 anni. Per un anno Luigi dovette succedere al figlio alla guida del Comune di Cattolica perché “nessuno si era assunta la responsabilità di subentrare a suo figlio”.
Il rapporto con Maria Ceccarini di Mancini era anche mediato dal fatto che era lo zio di Ersilia Tonsini (1882-1951), la bimba che la benefattrice americana adottò e che alla sua morte nel 1903 ne ereditò il patrimonio.
Mancini prese parte attivamente alla vita politica del territorio nelle file del Partito Socialista, e nelle elezioni amministrative per il Consiglio Comunale di Rimini dell’8 gennaio 1911 venne eletto consigliere per la borgata di Riccione.
Rocchetta dedica ampio spazio al pedagogista tedesco Fröbel e ai suoi metodi. Il mentore di Fröbel fu il pedagogista svizzero Heinrich Pestalozzi (1746-1827). Nei primi decenni dell’Ottocento la sua reputazione crebbe enormemente. Ma nel 1851 la Prussia deliberò la chiusura dei Giardini d’Infanzia in quanto fondati su di un’educazione “atea” e “socialista”, anche se lui non espresse mai idee sovversive. “La sua creazione durò a lungo, diffondendosi in Europa e in America, tanto che la sua opera e le sue idee hanno avuto una ragguardevole applicazione in tutto il mondo. In Italia i ‘Giardini d’infanzia’ hanno avuto un ampio riconoscimento e favore dopo l’Unità del Paese”.
Il volume, come tutti gli altri libri di Rocchetta, è arricchito da immagini inedite, frutto di ampie ricerche e contatti con familiari e amici dei protagonisti raccontati.
Paolo Zaghini