Home___aperturaE Sansonetti si prende L’Unità per far scrivere i terroristi

Nella caricatura del quotidiano fondato da Antonio Gramsci e affossato da Matteo Renzi articoli di Giusva Fioravanti e a difesa dei brigatisti rossi


E Sansonetti si prende L’Unità per far scrivere i terroristi


5 Giugno 2023 / Nando Piccari

Da qualche giorno è incredibilmente in edicola una squallida caricatura de L’Unità, che nella spudorata presunzione di vedersi accreditata come legittima riedizione di quello storico e glorioso quotidiano, ripubblica ogni giorno la pagina col famoso titolo “ECCOCI”, tenuta in mano da Berlinguer.


Avendo deciso il suo passato affossatore, Matteo Renzi, di autonominarsi direttore de “il Riformista”, un giornalucolo che funge da supporto alla destra fingendosi “terzopolista”, s’era dunque creata la necessità di trovare un’altra collocazione a Piero Sansonetti che fino ad allora l’aveva diretto, sia pure a mezzadria con le sue quotidiane scorribande nella discarica giornalistica di Rete 4, dove è diventato uno dei più osannati maître à penser.

Per ricevere ospitalità da Sansonetti è sufficiente avere una qualche voglia di danneggiamento nei confronti del PD e del centrosinistra, come dimostra il piccolo campionario, qui riportato, dei personaggi finora accolti.

Si va dal tronfio gradassone francese Jean-Luc Mélenchon, numero uno dei portatori d’acqua a Marine Le Pen, al redivivo Paolo Franchi, che racconta la sua tremenda sofferenza di scontento del PCI, costretto a trasmigrare dalla rivista comunista Rinascita al più rassicurante Corriere della Sera.

Per non parlare di Tiziana Maiolo, inizialmente radicale, poi diventata deputata di Rifondazione Comunista, dopodiché tornata di nuovo in Parlamento con Forza Italia, da dove si allontanò per il tempo strettamente necessario a provare una breve militanza nel partito di Gianfranco Fini, cui seguì l’approdo finale nel PDL.

Di lei si ricordava in particolare un’intervista rilasciata in occasione della morte di quattro bimbi rom bruciati vivi a Roma, quando ebbe a dichiarare che «è più facile educare un cane di un rom». Ma la sua apparizione in prima pagina della “pseudo-Unità” supera, se possibile, anche quel ricordo.

La Maiolo non riesce infatti a darsi pace perché «Lauro Azzolini, ex brigatista, è di nuovo indagato per un omicidio del 1975. Ma che giustizia è quella che arriva cinquant’anni dopo? L’ennesimo fallimento dello Stato di diritto E poi, che cosa ve ne fate? Così disse Adriano Sofri di fronte alla possibilità che la terra di Francia “restituisse” all’Italia i suoi figli ex trasgressori e ora pacificati settantenni e ottantenni. Cosa che non avvenne perché diversi giudici, fino alla cassazione, presero le distanze dai procuratori allineati con il governo Macron. E quei giudici parlarono, tra l’altro, del diritto-dovere di considerare il tempo che passa e i cambiamenti delle persone. Senza questa naturale forma di oblio, lasciando la memoria agli storici più che ai giudici, esiste solo la vendetta».

Non c’è dunque da stupirsi se il giornalaccio di Sansonetti, coerente con la lugubre teoria della Maiolo, abbia oltrepassato il miserevole pubblicando un articolo di Valerio Fioravanti.



No, non si tratta di omonimia, è proprio lui, il Giusva Fioravanti condannato per essere stato uno dei terroristi assassini, autori dalla strage alla Stazione di Bologna del 2 agosto 1980.

Ma è forse ancora più miserevole l’arrogante difesa cui si lascia andare all’indomani Sansonetti: «Mi dicono che sui social sia scoppiata una polemica per il fatto che l’Unità ospita articoli di Valerio Fioravanti ( …). Valerio Fioravanti è stato un terrorista fascista. Non solo un terrorista e non solo un fascista. Le due cose insieme, e questa sarebbe la cosa insopportabile. Terrorista e fascista sono le due parole proibite. Sono l’espressione del male, dell’infamia, dell’abominio. Nel conformismo dilagante è così (…). Poi vi dico che nei prossimi giorni e nelle prossime settimane, se si presenterà l’occasione, chiederò a Fioravanti di scrivere anche sull’Unità. Perché? Per un milione di ragioni».

Termino chiedendo scusa ai lettori, per averli costretti a condividere con me il tanfo proveniente da tanto maleodorante fetore.

Nando Piccari

Post Scriptum

«Lo ribadiamo al direttore Sansonetti e all’editore Romeo: la testata sono anche i lavoratori. Un concetto tanto più vero nel caso dell’Unità, per la storia e il ruolo del quotidiano fondato appunto da Antonio Gramsci. Un intero corpo redazionale spazzato via»: così le lavoratrici e i lavoratori dell’Unità «che hanno tenuto in vita il giornale» fino al 2017, quando « sono stati esclusi, cancellati, perfino vilipesi».

«Sansonetti si assuma le sue responsabilità. Senza chiamare in causa chi odiava gli indifferenti e che ha lottato con la vita per difendere i diritti dei lavoratori. Quelli che Sansonetti e l’editore Romeo hanno calpestato». 

A loro va tutta la mia solidarietà.