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I bagnini insistono con argomenti inesistenti, per la spiagge caos assicurato


Ex questura: ASI a Rimini come un elefante in cristalleria


8 Ottobre 2023 / Maurizio Melucci

Ex questura. E’ arrivato un elefante in una cristalleria

Marco Da Dalto mi risponde al mio articolo del 3 ottobre con una nota chilometrica pubblicata integralmente. Per un giornale on line non vi sono problemi di spazio. Purtroppo, oltre il 90% dei lettori ha abbandonata la lettura dell’articolo perché troppo lungo.

In quel comunicato ci sono alcune considerazioni che mi trovano concordi.

  • Entrambi (il sottoscritto e Rimini Life- ASI) siamo delusi l’uno dell’altro. Rimini Life scrive di me “a persona esperta come lei, già assessore all’urbanistica nella stagione in cui Rimini si è dotata di grandi superfici commerciali con protagonisti i marchi dominanti della distribuzione alimentare sul territorio, francamente mi sarei aspettato maggiore professionalità nella ricostruzione cronologica degli eventi”. La giunta Ravaioli in effetti ha inaugurato importanti strutture commerciali. Tutte previste dalla pianificazione regionale, provinciale e comunale da più legislature. L’iper è stato realizzato dopo anni di rinvii.
  • Anche il sottoscritto è deluso dal comportamento di Rimini Life-Asi. Da un gruppo di progettazione, imprenditoriale di primissimo piano sul mercato milanese ma in generale in Italia, mi sarei aspettato più disponibilità al confronto, più attenzione ad una realtà che non si conosce e non soltanto un prendere o lasciare i progetti proposti. Poi sinceramente questo tentativo di rivolgersi alla “piazza” mi è sembrato patetico. E’ stata come l’entrata di un elefante in una cristalleria. In questo caso la cristalleria è un’intera comunità e non certo la sola area della questura
  • Rimini Life-ASI continua nella teoria che, se il TAR o il Consiglio di Stato “dovessero darci ragione sul ricorso riguardante il pronunciamento di chiusura negativa della conferenza dei servizi in merito alla conformità urbanistica, ASI potrà realizzare il manufatto”. Penso invece che sia una procedura inesistente. Non perché lo dice un avvocato, egli per principio ha ragione. Quanti avvocati sono stati smentiti dai Tar e Consigli di Stato? Rimini mi pare abbia oltre il 90% di successi in sentenze del Tar e Consiglio di Stato.
  • Poi c’è quello che non è accettabile. Le velate minacce. Rimini ha uno spirito un po’ anarchico, è una città battagliera e non sposta di nulla qualche velata minaccia nelle forme che sono state sostenute. E’ noto che gli avvocati ci sono anche a Rimini. Ora siamo arrivati ai dossieraggi: “Anche lei cade in una posizione strumentale, quella che mira a non far aprire il supermercato. Conosco la sua storia e forse sarebbe il caso di smetterla con quest’ipocrisia, anche perché dalle testimonianze raccolte di persona e via social, è evidente che l’abbiamo capito tutti qual è il vero motivo di tutto questo astio e livore verso ASI e la sua proposta”. Ma cosa conosce? Ma lasci perdere. Le racconto, per smentirla nei fatti, che nel 2001 mentre era in costruzione l’ex questura si era anche iniziato a discutere della parte privata. Allora avevo chiesto espressamente se vi fosse la possibilità di un insediamento di Esselunga. La risposta fu negativa. Allora le strategie di Esselunga si fermavano a Bologna. Ora non conosco chi rappresentate voi. Ma comunque stia tranquillo, non vi è nessun complotto giudaico-massonico. Rimango dell’opinione che l’insegna Esselunga serva a Rimini. E’ il resto che non mi convince.

Ovviamente non rispondo da dove sono arrivati i documenti. Chiamamicitta.it è una testata giornalistica registrata al tribunale di Rimini. Le fonti sono riservate. Poi è tutto molto curioso. Avete sbandierato per alcune settimane un documento del Comune di Rimini che autorizzava il centro commerciale. Ma il documento non andava pubblicato. Che strana cultura dell’informazione.

Per me la discussione finisce qui. La riprendo quando vi sarà una notizia (un ricorso al Tar, oppure un nuovo progetto). Il resto è stato tutto chiarito e rimangono le distanze.

I bagnini, strano fenomeno antropologico

Che il “popolo” dei bagnini sia un fenomeno particolare è noto da sempre. Ora però mi pare siamo andati oltre ogni immaginazione. Hanno convinto il governo a fare una mappatura di quanti chilometri di costa sono dati in concessione. Alla fine, è uscito che il 67% delle coste italiane sono libere da concessioni.

Subito parte il comunicato delle associazioni dei bagnini: in Italia non si applica la Bolkestein perché non c’è scarsità della risorsa spiaggia. Semplicemente ridicoli, per due buone e semplici ragioni.

  • Sulla costa Romagnola anche i centimetri sono dati in concessione, non c’è possibilità di aprirne una nuova. Un riminese che vuole gestire una concessione dove deve andare, in Calabria?
  • Ma soprattutto è ridicola l’idea che non applicandosi la Bolkestein gli attuali concessionari continueranno ad avere a vita l’attuale concessione. Il Consiglio di Stato è stato chiaro. Le concessioni devono essere oggetto di una procedura di selezione imparziale e trasparente.

Purtroppo, sulle spiagge tra qualche mese sarà il caos.  Non c’è una legge quadro, i Comuni dovranno fare da soli. Un governo di incapaci, con consulenti alla Gasparri che hanno fatto danni da decenni. Poi tutte le forze politiche ci hanno messo del loro in questi anni e ora siamo ai titoli di coda.

Le nuove concessioni proposte dal Governo. Sugli scogli

Il progetto Fico è fallito

L’inaugurazione a novembre 2017. Un progetto che partiva con grandi obiettivi. FICO Eataly World, il parco agroalimentare di oltre 100mila mq realizzato alle porte di Bologna. Si pensava ad una stima di 6 milioni di visitatori. La Fabbrica italiana contadina (Fico) Eataly World si poneva due obiettivi ambiziosi: attrarre visitatori da tutto il mondo e rappresentare l’Italia con le sue eccellenze agroalimentari e la sua biodiversità.

Ero in giunta regionale quando si discusse del progetto a cui aderiva anche la Regione. Un progetto che a me non convinceva. Previsti numeri troppo alti per le visite. Alla fine, non si è andati oltre le 400mila presenze. Ma soprattutto, perché fare un parco finto sulle eccellenze enogastronomiche nel cuore dell’enogastronomia italiana come Bologna? Perché debbo mangiare dei tortellini in un capannone quando lo posso fare in una delle tante trattorie bolognesi pieni di storia e cultura del cibo?

Ovviamente discussione chiusa rapidamente, con tanto di tirata d’orecchie sulla scarsa cultura e sulla visione del mondo. Insomma, mi sono preso del provinciale. Non ero solo in questa situazione, ma nettamente in minoranza. Purtroppo, i provinciali erano tanti, ad iniziare da Coop Alleanza che ci ha rimesso pure tanti milioni di euro.  Ora il nuovo progetto parte direttamente da Oscar Farinetti che è diventato socio di riferimento con il 60%. Auguro a Farinetti di trovare una quadra ad un progetto nato male. Da quello che ho capito dovrebbe essere un “Italia in miniatura” legata al food.

Maurizio Melucci