HomeCulturaEd ecco anche la Rimini di Enrico Brizzi: torbida e fascinosa


Ed ecco anche la Rimini di Enrico Brizzi: torbida e fascinosa


9 Marzo 2020 / Paolo Zaghini

Enrico Brizzi: “Gli amici di una vita” – Theoria.

Ennesimo giallo ambientato a Rimini negli ultimi anni, che sembra essere la nuova location preferita da tanti autori di questo genere: tre titoli per Gino Vignali e il suo vice questore Costanza Confalonieri Bonnet (“La chiave di tutto” nel 2018, “Ci vuole orecchio” e “La notte rosa” nel 2019 tutti editi da Solferino); Enrico Franceschini con “Bassa marea” (edito da Rizzoli nel 2019) racconta le avventure del giornalista in pensione Andrea Muratori; Andrea Bocconi  con “Il silenzio della pioggia. Omicidi a Santarcangelo di Romagna” nel 2019 per Rusconi vede protagonista il commissario Andrea Pratesi. Diverse cose in comune in questi volumi: i protagonisti sono tutti “forestieri” che ben si ambientano però a Rimini; una descrizione di Rimini come la sentina di tutti i vizi e i peccati capitali; il luogo centrale dei romanzi è sempre a Marina Centro, o “il miglio d’oro di viale Vespucci” come scrive più volte Brizzi nel suo romanzo.

I riminesi non sono sicuro che gradiranno queste descrizioni oscure della loro Città (con l’eccezione forse di qualche leghista che ne pensa anche peggio: brutta sporca e cattiva): Brizzi mostra nelle sue pagine anche la parte più buia, pericolosa e nascosta di Rimini (le pagine dell’irruzione in un residence dell’orrore sono molto forti), quella in cui gli errori non vengono perdonati o dimenticati, quella vendicativa e brutale e in cui i segreti più cupi non devono essere svelati.

Ma descrive anche il “casino” di Rimini: qui “c’era posto per tutti: le nonne con i nipotini smaniosi di gelati e salti sui tappeti elastici, le bande di giovanotti lombardi, romani o napoletani alla prima vacanza insieme, le famigliole, le comitive degli addii al nubilato con la futura sposa a capo velato e le brigate ubriache di maschi che si trascinavano il promesso come si fa con tutti i condannati alla fucilazione. E poi le mogli insoddisfatte e i mariti a caccia di avventure, i pensionati guardoni e le vecchiarde a caccia di ragazzoni neri, i gay fedeli e quelli birichini, le lesbiche in incognito e le militanti, le cameriere, le cubiste, gli animatori, i deejay, i blogger, i personal trainer, i padroni di cani, gli atleti, i portatori di handicap. E la gran folla generica di russi, ucraini, polacchi e rumeni, i soliti tedeschi, francesi e olandesi, quelli che prendevano la doppia anche se erano da soli, quelli che dormivano in tre in un matrimoniale, i minchioni che sbarcavano a ferragosto e si stupivano di non trovare parcheggio; i galeotti che proponevano il gioco delle tre carte, gli zingari dai volti coperti di cerone bianco, le statue umane, gli scippatori, i topi d’appartamento, le troie, i ragazzi di vita alle prime marchette e quelli rodati, i trans attivi e quelli passivi, i venditori di erba, fumo, pastiglie, trip, bamba, brown e ketamina scaldata abusivamente nel forno del bed & breakfast. Gli ultimi arrivati erano i più frustrati e perversi di tutti: i salutisti, i vegani, gli intolleranti al glutine, gli ayatollah cagacazzo del wellness che pretendevano la piada con l’impasto al farro, il silenzio notturno e il mare pulito. Se volevano andare a rompersi le palle in qualche caletta disabitata della Calabria, che facessero pure. Nessuno li avrebbe trattenuti. La metropoli distesa lungo la costa non sapeva nascondere i suoi peccati, non ne aveva la minima intenzione”.

E’ qui che si trova ad operare la bella ispettrice Eva Bauer, 36 anni. In questo volume, il primo episodio di una trilogia, è fresca di trasferimento a Rimini, dove prende servizio nella squadra investigativa del nuovo commissariato Marina. Insieme al ruvido commissario Scaringella, al fascinoso (ma omosessuale) collega Nico e agli altri ragazzi della squadra, Eva è chiamata a vegliare sulla tranquillità di una città che d’inverno conta meno di duecentomila abitanti e d’estate si trasforma nel cuore d’una metropoli costiera più popolosa di Roma e Milano. Prima ancora che la stagione abbia inizio, però, la morte misteriosa di un celebre chef, Bebo Gradara, star televisiva di Italian Kitchen, alla vigilia della festa di “Al Mèni”, la proietta alle prese con un caso che si configura da subito come un duello senza esclusione di colpi contro un nemico astuto e spietato.

Il romanzo racconta la storia di quattro amici sin da ragazzini, che l’ispettrice Bauer dovrà ricostruire per risolvere il caso. Tutto aveva avuto inizio quando uno dei quattro amici morì annegato molto tempo prima. Una tragedia a cui assistettero anche gli altri tre.

La protagonista principale del romanzo è indubbiamente Eva Bauer: una donna decisa, caparbia, alla continua ricerca della verità, che non si ferma dinanzi a niente e nessuno. Si è ritrovata in Polizia quasi per caso, ma ora ama appassionatamente questo suo lavoro. Attraverso il suo intuito, i suoi ragionamenti mentali, le sue accurate analisi e alla sua fidatissima squadra arriva a trovare indizi e prove, ha la capacità innata di osservare attentamente tutto ciò che la circonda e di capire dunque chi possa essere implicato o colpevole.

Brizzi (Bologna, 20 novembre 1974) si è imposto sulla scena della narrativa italiana appena ventenne con il famosissimo “Jack Frusciante è uscito dal gruppo” (Baldini & Castoldi, 1994). Dopo una decina di altri titoli, oggi si ripropone qui con il personaggio d’una giovane donna coraggiosa e problematica, un po’ diversa dal panorama di ispettori e commissari ai quali siamo abituati.

Ma la scelta di farla operare a Rimini arriva dopo quella di altri, e forse le descrizioni dei luoghi (comunque più esatta di quelle di altri autori) rischiano di essere troppo dettagliate e prolisse.
In compenso le donne saranno contente della descrizione che Brizzi fa della “azdora” romagnola: “L’uomo godeva di prestigio, ma il capo del governo, nella società tradizionale della Riviera, era sempre la moglie. Era sulla donna che gravava il peso delle decisioni fondamentali, le compravendite e gli investimenti, i matrimoni e i traslochi, le alleanze e le guerre”.

Paolo Zaghini