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La pizza. Il primo boccone, l’ho mangiato con la carta unta ed era buonissima


La pizza di Quinto


12 Gennaio 2025 / Enrico Santini

“Per manifesta superiorità tecnica, tattica ed economica, in questa officina non si parla più di calcio”. Rimini, via Bufalini, anni ’60. Questo era l’incipit, l’inizio dello spettacolo che si svolgeva quotidianamente nel negozio, bottega, covo, in cui Quinto il “meccanico” pontificava a 360° su tutto lo scibile umano, puttane comprese.

Quinto con Nino Benvenuti

L’intonazione polemica era già evidente nei manifesti che riempivano le pareti, dove ogni giorno i campioni riminesi erano di casa: Benito Perfetti, Carlo Spada, Luciano “Bolo” Lugli. Quinto, il tuttologo, era il mentore e riferimento, avendo in Germano Casadei il tabaccaio dell’angolo, una degna spalla.

Mio fratello Franco, il Marlon Brando corianese, su Gilera, frequentava il covo di Quinto e un giorno, non ricordo il come e il perché, mi ci portò. Potevo avere 5/6 anni, ero un bambino  bravo, buono, ingenuo e di compagnia. Era la prima volta che mangiavo la pizza al taglio, ed ero piuttosto impacciato con la pizza calda, il pomodoro e l’ansia del cibo nuovo, e Quinto con la sua aria sorniona ma incisiva davanti al mio tentennamento non ebbe dubbi: “La pizza si mangia con la carta, altrimenti a che cosa serve?”. Ed io il primo boccone, l’ho mangiato con la carta unta ed era buonissima, perché così aveva detto Quinto Mazzotti il meccanico di via Bufalini dal 1950 al 1990 nei pressi dell’Arco d’Augusto nella città di Rimini.

Rurali sempre.

Enrico Santini

P. S. Quinto era interista e democristiano. Suo fratello Enrico era Parroco a Saludecio.

 

In copertina: Enrico il bambino buono, bravo e bello

Germano Casadei il tabaccaio