Ci sono cose che partono col piede sbagliato e non le raddrizzi più. La campagna elettorale di Filippo Giorgetti, sindaco uscente e aspirante entrante di Bellaria-Igea Marina, è in negativo un caso di scuola per, almeno, quattro motivi.
Primo: non è riuscito a tenere unita la destra, la sua casa, e si trova a fronteggiare una doppia diaspora che potrebbe fargli molto male e costringerlo a un insidiosissimo ballottaggio. Gianni Giovanardi e Primo Fonti, i fuorusciti dalla coalizione di destra, pare abbiano tutta l’intenzione di impallinarlo e nessuna voglia di apparentarsi con lui.
Secondo: ha curato il dente che lo tormentava da due mesi e non era un problema odontoiatrico, ma solo un dosso stradale venuto male, appunto a forma di dente, contro cui si sono deformate coppe dell’olio e piegati ammortizzatori. Il peggior incidente che potesse capitargli in campagna elettorale.
Terzo: si è avventurato in una promessa troppo azzardata per essere vera come l’acquisto del Gelso Sport, piscina chiusa da quasi due anni e già completamente depredata e vandalizzata. Quando gli dicevano “guarda che lì va tutto a catafascio” lui rispondeva “non ci posso fare niente, è roba privata”. Ha avuto un ravvedimento operoso ma è arrivato lungo, a poche settimane dal voto. Bocciato in credibilità. Tra l’altro per l’acquisto ha ipotizzato di impiegare l’avanzo di bilancio, quattro milioni accumulati che non sono affatto risparmi virtuosi, ma poste di bilancio immobilizzate e svalutate dall’inflazione. Un’ammissione di inefficienza amministrativa che equivale a un autogol.
Quarto: ha fatto girare sui social la fotografia di una delle cattedrali nel deserto di Bellaria, la pescheria, con lo slogan “Trasformazione del mercato ittico” dopo che per dieci anni tutti avevano avvisato lui e il suo predecessore Enzo Ceccarelli che il mercato del pesce non avrebbe mai funzionato. Infatti, abbandono dopo abbandono di gestioni amiche perennemente in rosso, siamo arrivati al dunque. Non si sa in cosa consista la trasformazione perché un capannone con le celle frigorifere, nato per un uso specifico, non è riconvertibile. E non è da escludere che chi ha contribuito alla sua realizzazione, ovvero la Regione, chieda i soldi indietro.
Errori a ripetizione, scarsa lucidità, nervosismo che si taglia a fette. L’allarme, a destra, è alto. È l’allarme di chi sa di avere un forte insediamento elettorale con un player cotto e due players fuori controllo.
L’ultima uscita del sindaco è un capolavoro di sventatezza, laterale rispetto ad ogni logica comunicativa: “Sul turismo abbiamo costituito una Dmo fatta di professionisti, presidiato web e social, lavorato su brand identity e destagionalizzazione”. Era una intervista al Resto del Carlino, non a una rivista specializzata, e parlare con acronimi e formule da addetti ai lavori collocava Giorgetti nella scena di un copione per il teatro dell’assurdo.
Nel centrosinistra guardano increduli al tentativo di suicidio della destra mentre la contingenza gli ha assegnato una coalizione unita come non succedeva da quindici anni e un ritorno alla politica di un folto gruppo di ragazze e ragazzi di ottima cultura, con tante idee ed entusiasmo, che sono diventati dei formidabili motivatori della coalizione. Una benedizione per il candidato sindaco Ugo Baldassarri, quindici anni di esperienza amministrativa alle spalle con due mandati da vice sindaco nelle ultime giunte di centrosinistra. Sembra l’usato sicuro che si armonizza col nuovo che avanza.
Marco Superbi