Elezioni annullate a Riccione: tutte le responsabilità della Giunta Tosi
15 Giugno 2023 / Maurizio Melucci
Quando nel tardo pomeriggio di ieri (14 giugno) è circolata la notizia che il Tar dell’Emilia Romagna aveva accolto il ricorso elettorale avanzato dalla Lega su presunte irregolarità alle elezioni amministrative del 12 giugno 2022 vinte da Daniela Angelini e dal centrosinistra, si pensava (sicuramente il sottoscritto) ad un riconteggio delle schede.
Una volta letta la corposa sentenza di oltre 50 pagine, lo scenario è apparso ben più grave. Il Tar ha annullato tutte le operazioni elettorali.
La conseguenza è immediata: a Riccione non vi è più un sindaco, un consiglio comunale ed una giunta. Il Prefetto dovrà colmare questo vuoto di potere rapidamente con la nomina di un commissario che dovrà gestire il governo del Comune di Riccione. A fronte di questa situazione vi sono solo due possibilità per rientrare nella normalità istituzionale di un governo locale eletto dai cittadini. La sospensione della sentenza del Tar da parte del Consiglio di Stato e la successiva riforma della stessa sentenza tale da ripristinare consiglio comunale sindaco e giunta, oppure nuove elezioni anticipate che molto probabilmente si potrebbero tenere nella primavera del 2024.
Questa la situazione a questa mattina. Immagino che siano in molti i riccionesi che si stanno chiedendo cosa sia successo di così grave da fare saltare il sindaco.
Una risposta è doverosa non solo sul piano tecnico, ma anche e soprattutto politico.
La sentenza del Tar si base su irregolarità non solo formali ma anche sostanziali nella compilazione dei verbali e nei conteggi delle schede rimaste dopo il voto degli elettori. Scrivono i giudici: “Ciò che rileva infatti nel caso di specie è l’oggettiva e acclarata presenza di irregolarità elettorali reiterate in quasi tutte le Sezioni, alcune delle quali talmente gravi e macroscopiche da non consentire di pervenire alla necessaria valutazione di affidabilità e di piena corrispondenza del risultato elettorale alla volontà degli elettori, principio questo da ritenersi fondante dello Stato democratico”. Poi ancora: “in particolare, assume rilievo l’acclarata mancanza di schede autenticate e non utilizzate che può integrare l’ipotesi della scheda ballerina, consistente nel far uscire dal seggio una scheda vidimata e non votata per essere utilizzata al posto della scheda consegnata all’elettore del seggio, al fine del voto guidato”.
Un’accusa pesante che lascerebbe intendere un voto truffaldino che avrebbe avvantaggiato il centrosinistra, che ha vinto al primo turno per 48 voti. Chiariamo che si tratta dei voti necessari per superare il 50% più uno dei voti validi. Complessivamente il centrosinistra ha conquistato 2 mila voti in più del centrodestra (8378 Csx, 6304 Cdx).
In realtà per i giudici del Tar “La dimostrazione della sussistenza di un intento fraudolento – la cui prova, peraltro, sarebbe acquisibile solo all’esito di un processo penale – non è determinante al fine di pervenire alla conclusione di una oggettiva inaffidabilità del risultato elettorale, poiché le gravi illegittimità accertate devono ritenersi di per sé idonee ad invalidare irrimediabilmente le operazioni elettorali”.
I giudici concludono che la “rilevanza delle irregolarità commesse rende irrilevante il vaglio della c.d. “prova di resistenza”. Ritengono in sostanza inutile verificare se le irregolarità abbiano influito nel risultato elettorale che ha portato all’elezioni di Daniela Angelini al primo turno. Questi i fatti.
Poi ci sono delle responsabilità politiche. La principale è della giunta Tosi che nel 2022 gestì le elezioni comprese le nomine dei presidenti di seggio. E’ un fatto che buona parte dei presidenti di seggio fu cambiata ed molti non avevano mai gestito elezioni amministrative. La nomina formale è della Corte d’Appello, ma sulla base di proposte avanzate dai comuni. Misteriosa la motivazione del cambio dei presidenti di seggio. C’è chi sostiene per avere presidenti di seggio “amici”.
Sta di fatto che questa decisione della giunta Tosi ha provocato questo disastro elettorale. Il comune di Riccione nel tentare una difesa di fronte al Tar ha più volte indicato l’inesperienza dei presidenti e segretari di seggio la causa degli errori. Il Tar ha deciso diversamente: “È infatti del tutto irrilevante che le stesse dipendano dall’inesperienza dei Presidenti e Segretari dei seggi- ai quali, peraltro, per legge, è imposto l’obbligo di assicurare la correttezza e la veridicità delle operazioni elettorali anche a pena di sanzioni penali – piuttosto che da un vero e proprio intento fraudolento.”
La giunta Tosi ha provocato dal 2014 ad oggi alla nomina di due commissari. La prima nel 2017 ed ora questa. Un capolavoro politico che ha danneggiato pesantemente il governo del comune di Riccione.
Maurizio Melucci