E’ stato un sabato pomeriggio impegnativo, come giusto che sia.
Alla Gambalunghiana, alle 5 de la tarde, Manlio Masini presentava il suo ultimo lavoro, dedicato (e ti pareva…) alle Suore Salesiane, meglio ancora alle Suore di Maria Ausiliatrice.
A Manlio voglio solo bene e non potrebbe essere diversamente. Anch’io, come lui, sono un ex allievo Salesiano, e a Rimini, come tanti ho imparato a giocare (bene) a pallone, in quel campetto spelacchiato, tra il calcinculo, via Parisano e via don Bosco. L’Osar è stata una fucina di giovani talenti, e in quegli anni il modello, l’archetipo, il prototipo, l’influencer anta-litteram era Otello, ma anche Virolino, Marcello, Saulle, Portoluri rappresentavano il meglio di un oratorio dove c’era anche ill calciobalilla, il pin pong, il cinema, il teatro e don Carbone. Manlio è stato il mio insegnante, e come giusto che sia, ha lasciato il segno. Lorenz è arrivato dopo.
Ma i Salesiani hanno fatto sì che quella piazza, che sarà sempre piazza Tripoli, diventasse la più importante di Rimini. Il problema è che se non c’è chi lo racconta e scrive, non rimane nulla. Per fortuna, Manlio Masini, eclettico Maestro, continua la sua missione, con quel dono che pochi hanno: sappiamo scrivere!
Rurali sempre,
Enrico Santini