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Fu anche il primo a essere eletto direttamente e ora racconta quell'esperienza in un libro


Fabio Maioli, un cattolico sindaco di Santarcangelo


20 Novembre 2023 / Paolo Zaghini

Fabio Maioli:
“Un cattolico sindaco di Santarcangelo”
Pazzini

Fabio Maioli è nato a Saludecio nel 1948, vive a Santarcangelo di Romagna dal 1982, laureato in ingegneria meccanica a Bologna nel 1974, è stato dirigente presso il gruppo SCM dove aveva iniziato a lavorare nel 1975. In pensione dal 2012.

Cattolico (“anche se fede e dubbi si sono sempre confrontati nella mia mente”), alle elezioni del 23 aprile 1995 venne candidato a Sindaco di Santarcangelo da una alleanza PDS-PPI. Un tecnico, un uomo fuori dai partiti, candidato “di una coalizione impensabile solo qualche mese prima delle elezioni e che era diventata tale grazie all’impegno determinato e determinante dei due segretari di partito coinvolti: Tonino Baccini per il PDS e Mauro Ioli per il PPI, i quali hanno saputo vincere contrarietà e perplessità interne ai rispettivi partiti”.

A distanza di oltre vent’anni Maioli ripercorre le vicende vissute in quel quadriennio, dal 1995 al 1999, riesumando documenti del partito cattolico, relazioni in Consiglio Comunale, il consuntivo finale di legislatura. Ed infine risponde a dieci domande postegli da Natalino Cappelli.

La premessa di questa storia è lo sconvolgimento delle forme partito di quegli anni, in particolare di quello cattolico: la Dc di Mino Martinazzoli si scioglie nel gennaio 1994 e nasce il PPI. Nel luglio di quell’anno diventa segretario Rocco Buttiglione proveniente dalle fila del Movimento Popolare (espressione politica di Comunione e Liberazione), sconfiggendo il candidato della “sinistra popolare” Nicola Mancino. La visione integralista di Buttiglione porta nell’estate del 1995 ad una scissione: Buttiglione fonda “I Cristiani democratici uniti” (CDU) e segretario del PPI diventa Gerardo Bianco.

Nel contempo sta crescendo la figura unificante di un polo riformista del cattolico Romano Prodi e del segretario del PDS Walter Veltroni. Ma la vittoria di Prodi alle politiche del 1996 avviene a discapito della forza politica dei popolari che perdono voti. A gennaio 1997 diventa segretario del PPI Franco Marini, esponente di punta del sindacalismo cattolico. Con la caduta del Governo Prodi nel 1998, quest’ultimo darà vita ad un autonomo partito-movimento, “I Democratici” (simbolo un asinello). Al congresso straordinario del PPI a ottobre 1999 nuovo cambio di segretario: a Marini subentra Pierluigi Castagnetti. Nel 2001 le varie anime cattoliche sosterranno la lista unitaria de La Margherita, guidata da Francesco Rutelli. Nel marzo 2002 il PPI si scioglie e contribuirà a dare vita al partito de La Margherita.

L’esperienza politico-amministrativa di Maioli avviene all’interno di questa situazione caotica a livello nazionale del partito cattolico. Ma in una realtà forte e consolidata del governo del PCI-PDS come era Santarcangelo. E l’elezione diretta, per la prima volta del Sindaco (frutto della nuova legge del 25 marzo 1993, n. 81 di riforma del governo degli enti locali) aiutò sicuramente a vincere remore e dubbi, tanto che il risultato delle elezioni vide il Sindaco ottenere il 62,43% dei suffragi popolari e i due partiti della coalizione guadagnare voti (il PDS ottenne il 44,75% e 10 consiglieri, il PPI il 16,80% e 4 consiglieri). Maioli subentrò come Sindaco ad una figura amata e cara ai santarcangiolesi come la comunista Maria Cristina Garattoni (in carica dal novembre 1988 all’aprile 1995).

Come mi è capitato ormai più volte di scrivere, la mancanza di una storia della DC riminese è dal punto di vista storiografico una lacuna grave. E dunque queste poche voci che emergono dal partito cattolico, soprattutto dai comuni periferici a Rimini, sono importanti per capire cosa “bolliva” dentro. Ricordo che negli anni precedenti erano nate, dopo decenni di dure contrapposizioni, le giunte DC-PCI a Bellaria (novembre 1991), a Rimini (giugno 1992), a Coriano (gennaio 1993), a Cattolica (febbraio 1993).

Di strada i cattolici santarcangiolesi in quegli anni ne fecero tanta, da quando, nel novembre 1989, sul loro periodico scrivevano: “C’è bisogno di aria nuova. Quarant’anni di dominazione comunista formano ormai un regime. La Democrazia Cristiana viene ‘accusata’ di governare da quarant’anni la nazione; mentre però la DC è stata sempre fortemente condizionata dai partiti alleati e dalle opposizioni, il PCI a Santarcangelo è padrone incontrastato. La maggioranza, sempre assoluta, riduce all’impotenza anche le opposizioni più vivaci e agguerrite; è il potere la linfa vitale che aumenta la floridezza del Partito Comunista Santarcangiolese”.

Ben diverso il tono e le riflessioni invece che Pino Zangoli fece nella sua introduzione in occasione della confluenza del PPI nella Margherita: dopo il 1989 “il rapido dileguarsi dell’antico nemico, il comunismo, se inizialmente salutato come riprova della correttezza delle posizioni che la DC ha difeso dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, nei fatti elimina una delle più rilevati motivazioni per le quali non solo l’elettorato italiano continuava in gran parte a votare e sostenere la DC (…). In ogni caso una cosa è certa: l’alternativa al cambiamento sarebbe l’immobilismo, cioè la insignificanza politica e la scomparsa del cattolicesimo democratico”.

Maioli non può negare ciò che di buono le amministrazioni comuniste avevano fatto per la città nei decenni precedenti, tanto che aprì, nelle sue dichiarazioni al Consiglio Comunale di insediamento del 15 maggio 1995, così: “possiamo guardare oggi il futuro con ragionevole fiducia nelle nostre possibilità, nei margini concreti che esistono per fare ancora di più di Santarcangelo un Comune che funziona, pulito, sicuro e bello, dove si sta bene perché stanno bene i più deboli e indifesi”.

Maioli da subito dichiara che “non mi piace la politica urlata, la politica degli insulti. Come cittadino e come professionista ho imparato che le istituzioni efficienti hanno radici innanzi tutto nell’ascolto e nel confronto; ho imparato che democrazia ed efficienza hanno bisogno di chiarezza nelle scelte e della coerente fedeltà ai valori. Sono queste le convinzioni che mi muoveranno nell’agire quotidiano come Sindaco di questa meravigliosa città”.

Sulla sua esperienza amministrativa Maioli così la sintetizza: “Sono stati anni intensi e impegnativi, ma anche entusiasmanti e appassionati. Sì, la passione, Perché per essere sindaco, assessore o consigliere occorre passione per la cosa pubblica (…). Quando si assume questo incarico, lo si deve fare con uno spirito di servizio. Va messo al primo posto il bene comune e all’ultimo posto il proprio interesse personale”. Problemi di salute consigliarono a Maioli di non ricandidarsi.

Tanti gli spunti di riflessione che Maioli porge al lettore dalle pagine del libro. Molti di grande attualità anche in questa difficile fase politica per le forze riformiste italiane. Ma con una certezza, più volte ribadita nel libro, che Santarcangelo è un gran bella città, dove è bello vivere. E chi amministra, e chi amministrerà, dovrà sempre tener conto di questo nel suo agire.

Paolo Zaghini