Quelli che fecero di Riccione la Perla Verde
29 Luglio 2019 / Paolo Zaghini
Antonio Cianciosi: “Riccione Verde” – Famija Arciunesa.
Oggi non è su alcun tavolo istituzionale la realizzazione di nuove aree verdi nel territorio riminese (almeno per quanto è di conoscenza a noi comuni mortali). Caduta definitivamente ogni ipotesi di istituzione dei due grandi parchi provinciali del Conca (con annesso quello del Marano) e del Marecchia su cui si era lavorato negli anni ’90, ogni realtà cittadina oggi tende a difendere e valorizzare i propri parchi, tutti più o meno nati nel corso degli anni ’70 e ’80.
Il Sindaco di Rimini Nicola Pagliarani (dal 1970 al 1978) in un’intervista sul consuntivo della propria attività metteva ai primi posti, fra le cose notevoli e positive fatte, la realizzazione dei due grandi parchi di Rimini: quello sul Marecchia (Parco XXV Aprile) di 25 ettari e quello al V PEEP (Parco Giovanni Paolo II) di 14 ettari. Parchi sempre più belli ancor oggi e fortemente amati dai riminesi.
La realizzazione delle aree verdi riccionesi più rilevanti avvenne negli anni dell’amministrazione del Sindaco Terzo Pierani (in carica dal 1975 al 1991): il Parco delle Magnolie ora Papa Giovanni Paolo II inaugurato nel 1982, il Parco della Resistenza inaugurato nel 1975, il Parco degli Agolanti nella seconda metà degli anni ’80.
Il volume di Antonio Cianciosi, riccionese, naturalista, presidente del WWF Rimini, membro del Consiglio della Famija Arciunesa, elenca le peculiarità naturalistiche e faunistiche di ogni area verde riccionese, ma dedicando poco o nulla spazio alle vicende storiche che portarono alla loro costituzione. E’ questo è un peccato!
Il volume è aperto, e non poteva essere diversamente, dall’Arboreto Cicchetti, una delle cose più belle di Riccione. Questo ex-vivaio, acquisito dal Comune nei primi anni ’90 ed inaugurato nel 1999, è stato oggi trasformato in uno spazio polifunzionale che ospita una serra, un planetario, un parco, botteghe equosolidali ed è sede di diverse cooperative sociali. Vi si organizzano spesso anche attività ludico-educative per i bambini.
Il vivaista Lorenzo Cicchetti (1846-1906) è stato il “padre” di tutto il verde di Riccione. Fu un convinto sostenitore, anche con il sostegno del suo amico il conte Martinelli, dell’idea di “Città giardino” che provò a realizzare a Riccione. La sua attività fu proseguita prima dal figlio Vittorio (1882-1971) e poi dal nipote Augusto (1911-2000). Grazie al loro lavoro furono realizzati i più bei giardini, privati e pubblici, cittadini.
“Oggi l’ex vivaio Cicchetti rappresenta per Riccione il cuore verde pulsante della città per la ricca vegetazione custodita al suo interno, ha una superficie di circa 13.000 metri quadrati ed è interamente coperta da piante ornamentali di diverse specie sia autoctone che provenienti da altre latitudini”.
Il volume prosegue con il Parco delle Magnolie, ora Papa Paolo Giovanni II. Il Parco “è costituito dai giardini di alcune ville storiche sorte ai primi del ‘900: Pullè, Monti poi Lodi Fè, Santi poi Saponaro, Sarti poi Salsiccia. Giardini bellissimi progettati dal valente Ludovico Cicchetti (…). Nel 1982 furono espropriati dal Comune di Riccione per farne un parco pubblico, con ampiezza di 12.000 mq.”.
Si prosegue poi con il Bosco dei Ciliegi, nato da un’idea di Tonino Guerra nel 2003; il Parco della Resistenza, inaugurato nel 1975, ha una superficie di circa 11 ettari. “Il Parco della Resistenza ha fortemente contribuito al raggiungimento di livelli di qualità della vita degli abitanti di Riccione ed è senza dubbio un esempio di eccellenza dal punto di vista del verde disponibile per la città”.
Si prosegue con l’area fluviale del Torrente Marano: “La foce del Torrente conserva in buona parte un aspetto di naturalità, non ha subito interventi pesanti di canalizzazione strutturata ma solo opere ecologicamente sostenibili volte alla sicurezza idrogeologica. La foce ha le sponde ornate da un fitto canneto”. Il canneto è diventato un “roost”, cioè un dormitorio delle rondini. Ogni anno se ne radunano migliaia prima della migrazione verso il nord-Africa: “uno spettacolo veramente unico che si ripete tutte le sere, dai primi di agosto fino a metà settembre”.
Ancora si prosegue con il parco degli Agolanti: “questo luogo magico è situato nel punto più elevato della città, già noto ai riccionesi come la collina del ‘Castello degli Agolanti’’”, una fattoria fortificata (“Tomba”) risalente prima metà del XIV secolo edificata, probabilmente su una costruzione preesistente, dalla famiglia degli Agolanti esiliata alla fine del secolo precedente da Firenze e trapiantata in parte a Rimini. “L’idea di realizzare un parco sulla collina riccionese prende le mosse da una proposta dettagliata presentata all’allora Amministrazione Comunale dall’associazione WWF (Gruppo di Riccione), la quale fin dagli anni novanta si battè energicamente per impedire la cementificazione della collina e per far sì che venisse bandita l’attività venatoria su tutta l’area collinare attorno al castello e diventasse un grande polmone verde della città”.
Il libro poi parla di altre aree presenti nel Comune di Riccione. Un piccolo testo questo di Cianciosi ma assai importante per la conoscenza di alcune realtà “verdi” di notevole interesse, sia ambientale che storico, per comprendere quanto si sia realizzato ai fini di quella idea di “Città giardino” che Lorenzo Cicchetti aveva pensato per Riccione.
Paolo Zaghini