Federconsumatori: “Inflazione rallenta ma a Rimini resta a due cifre”
22 Febbraio 2023 / Redazione
Dopo l’incremento medio annuale dell’8,1% del 2022, il livello dei prezzi al consumo registrato a Rimini, a inizio 2023, è pari a +9,7% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente e a +0,4% su base congiunturale. Tale dinamica si inserisce nel più ampio quadro inflazionistico nazionale. La variazione dei prezzi registrata in Italia a gennaio, pur evidenziando un rallentamento rispetto ai livelli dell’anno precedente, registra comunque un incremento tendenziale pari a +10,% (valore in linea con il dato rilevato nel 1984). La variazione dell’indice NIC nazionale, a gennaio 2023, è determinata dalla contrazione dei prezzi dei beni energetici, in particolare quelli regolamentati (-12% su base annua, -25,7% rispetto a dicembre 2022). Se da un lato la flessione del prezzo del gas è stata recepita dall’Autorità energetica, con la rimodulazione delle tariffe per la fascia di maggior tutela, dall’altro occorre evidenziare gli incrementi congiunturali dei carburanti e le decisioni di policy sulle relative accise. Il Gasolio per mezzi di trasporto incrementa del 4,6% rispetto a dicembre 2022 e la benzina del 5,8%. Le previsioni economiche per il 2023 elaborate dalla Banca d’Italia, che vanno oltre l’inflazione acquisita fornita da Istat (+5,1%) e sviluppate all’interno del quadro di incertezza dovuto al proseguimento del conflitto russo-ucraino, stimano una variazione annuale dei prezzi pari a +6.5%.
Sulla base di tale quadro previsivo, declinato a livello locale, sono state sviluppate le stime delle spese aggiuntive che i riminesi sosterranno nel 2023. Più in particolare è stata sviluppata la previsione di incremento di spesa per una famiglia formata da tre componenti (+2.314.95 euro) e per un nucleo nel quale il principale percettore di reddito è ultrasessantacinquenne (1.716,00 euro), quindi in particolare famiglie di anziani mono e bicomponenti.
Commenta Graziano Urbinati, presidente di Federconsumatori della provincia di Rimini: “A gennaio 2023 il tasso di inflazione per il territorio di Rimini si attesta al + 9,7 % su base annua. Nonostante l’attenuazione della crescita dei prezzi di energia elettrica, gas e l’annunciata riduzione dei costi energetici nel mercato tutelato, che dovrebbe trascinare al ribasso i costi delle bollette anche nel mercato libero, si registrano comunque aumenti tendenziali dell’energia elettrica e del gas che rimangono complessivamente nell’ordine del + 88.7% e +46,9%. Rispetto al 2022 si prevede un aggravio di spese annuali complessive pari a +2.315 euro per una famiglia riminese di tre componenti e di 1.716 euro per un nucleo familiare nel quale il componente percettore del reddito principale ha più di 65 anni. Oltre al caro energia ciò che pesa nelle tasche dei cittadini riminesi è sicuramente il carrello della spesa che anche per il mese di gennaio si attesta sul +13.2% rispetto all’anno prima. A fare la differenza sono in particolare pane e cereali, le carni, latte, formaggi e uova, oli e grassi. Purtroppo l’inflazione colpisce in modo diseguale, Rimini rimane penultima in regione per la media degli stipendi (9.469,21 euro) e 58esima a livello nazionale. La crisi colpisce duramente le fasce di popolazione economicamente più fragili ed in particolare la classe media che penalizza gli anziani, le giovani generazioni e che sta consumando i risparmi accumulati delle famiglie. Federconsumatori Rimini rilancia la richiesta ai rappresentanti locali dello Stato, agli amministratori, alle forze sociali ed economiche, di un tavolo di concertazione e un osservatorio comune volto ad esaminare, studiare e contrastare gli incrementi ingiustificati dei prezzi e delle tariffe. Occorre aprire al più presto un confronto sulla condizione economica della nostra provincia, oltre che sugli effetti
dell’inflazione sulla parte più debole di famiglie e cittadini per intervenire con misure di sostegno concertate e coordinate su tutto il territorio”.