HomeEconomia e LavoroFLC CGIL Emilia Romagna: “Il dibattito sul calendario scolastico non sia terreno di scontro elettorale”

FLC CGIL Emilia Romagna: “Il tema è serio. Le famiglie chiedono servizi adeguati”


FLC CGIL Emilia Romagna: “Il dibattito sul calendario scolastico non sia terreno di scontro elettorale”


14 Settembre 2024 / Redazione

Siamo in campagna elettorale?

Ebbene sì, ma il dibattito sulla scuola e il suo calendario non può essere oggetto di scontro e non si può fare sulla base dei programmi elettorali delle diverse parti politiche in campo”, dichiara Monica Ottaviani, Segretaria Generale della FLC CGIL Emilia Romagna.

E’ un dibattito che a fasi alterne torna sulla scena e va affrontato, se si ritiene, nei tempi, nei luoghi, nelle sedi competenti e non può essere oggetto di semplificazioni o mistificazioni”, continua Ottaviani.

Riconoscere il problema e  discuterne, significa fare i conti con varie complessità che non possono essere sottovalutate: il cambiamento climatico, le condizioni di salubrità e sicurezza delle scuole, l’organizzazione e la scansione della programmazione degli esami della scuola secondaria di primo e di secondo grado, gli organici e la distribuzione del personale scolastico, la complessità della ripartenza della scuola che coinvolge, ogni anno a settembre, migliaia di precari, l’organizzazione delle città e dei servizi (trasporti, mensa, servizi educativi…), l’organizzazione del lavoro nei vari settori produttivi e dei suoi orari.

Il tema è serio: le famiglie chiedono servizi adeguati che devono essere garantiti nei periodi di sospensione delle attività didattiche ma non può essere la scuola pubblica a farsene carico. Servono infrastrutture pubbliche allargate supportate da una cabina di regia degli enti locali competenti.

Su questa base la nostra organizzazione è disponibile ad affrontare la discussione.

Una diversa articolazione del calendario scolastico non è un tabù quindi ma va fatta senza pregiudiziali ideologiche e libera da qualsiasi condizionamento e soprattutto con il coinvolgimento, che piaccia o no, della comunità educante dei suoi rappresentanti.

Se la discussione è legata poi al benessere dei bambini e delle bambine, degli studenti e delle studentesse, non facciamone uno scontro elettorale. Se poi gli intenti sono altri, noi non siamo disponibili ad un dibattito che si presta a strumentalizzazioni elettorali”.