Germana Borgini vince il concorso di poesia dialettale Giustiniano Villa
8 Maggio 2022 / Paolo Zaghini
Cumited “Com una volta” – San Clemente
“Giustiniano Villa. 29. concorso di poesia dialettale”
La Piazza
“E se ventinove vi sembran poche …” così Claudio Casadei, lo storico patron del Premio Giustiniano Villa di San Clemente. Ventinove sono le edizioni del Premio, il più vecchio concorso di poesia dialettale organizzato in Romagna. Nel 2022 si festeggerà la trentesima edizione, un traguardo importante. Un’edizione, quella del 2021, “caratterizzata da un tasso qualitativo medio piuttosto elevato, certificato dai nomi dei vincitori e dei segnalati. Tra i temi il Covid e il cuore l’hanno fatta da padrone”.
Ma la manifestazione è stata velata dalla tristezza per la scomparsa della professoressa Grazia Bravetti Magnoni, avvenuta il 26 settembre 2021, cittadina onoraria di San Clemente, membro della giuria del Premio sin dalla sua nascita. Ha scritto nel suo saluto la Sindaca Mirna Cecchini: “La sua capacità dialettica, la sua tenacia, il suo attaccamento alla storia del paese erano doti che difficilmente ho incrociato e apprezzato in altre persone. Grazia credeva fermamente nei valori di questa comunità; ne faceva parte con orgoglio” . E Casadei: “Ho imparato ad amare la poesia dialettale grazie a Grazia Bravetti. Assieme a lei e ad altri abbiamo creato un Premio che ha dimostrato una longevità agli albori inimmaginabile”. “Oggi Grazia riposa a San Clemente. Il lavoro fatto per il Premio, oltre al lascito dei suoi studi di una vita al paese che la volle cittadina onoraria, sono un patrimonio da non disperdere ma da valorizzare senza incertezze”.
La Giuria, presieduta da Piero Meldini, e composta da Angelo Chiaretti, Maria Pia Rinaldi, Oreste Pecci, Maurizio Casadei e Luciano Guidi, ha esaminato con grande attenzione le poesie dei 32 autori inviate al Premio nonché quelle dei 21 autori delle zirudele. Tutte pubblicate nel volume.
Alla fine la Giuria ha scelto e premiato i lavori dei seguenti autori:
Premiati 2021. Poesie: prima la santarcangiolese Germana Borgini con “Lasémm andè”, seconda la lughese Lucia Baldini con “Rasegnaziou”, terzo Lorenzo Scarponi di Bordonchio con “Favèla”.
Zirudela vincitrice quella del cesenate Giuliano Biguzzi con “Ma cum l’era”.
Germana Borgini, per una vita, sino alla pensione, dipendente comunale di Santarcangelo di Romagna. Esordisce come poeta dialettale tardi, una ventina d’anni fa. Ma negli ultimi anni ha mandato in stampa ben tre volumi: “Sénza vultès indrì. Poesie in dialetto romagnolo” (La Mandragora Editrice, 2017), “Acsè al dòni. Poesie in dialetto santarcangiolese” (il Vicolo, 2020), “Sgranè è témp. (Sgranare il tempo)” (Il Vicolo, 2021).
Uno dei temi della sua poesia è la condizione della donna nella società patriarcale, tema che Germana sa portare avanti senza farne una rivendicazione polemica, ma proponendo immagini e associazioni che fanno riflettere. Da questo punto di vista i suoi versi ricordano quelli di Giuliana Rocchi. E lei sta diventando, di anno in anno, una nuova gemma dell’incredibile e straordinario olimpo dei poeti santarcangiolesi.
La Borgini, in un’intervista al Corriere di Rimini nel 2020, ha detto: “Incoraggiata da un’amica [nel 2003], ho messo in mostra tre mie poesie insieme ai miei dipinti. Così il dialetto è tornato a essermi familiare, credo fosse rimasto sopito in me e mai abbandonato. La successiva partecipazione con successo a concorsi in provincia e nazionali me ne ha dato conferma, ma la parola “poeta” ancora mi imbarazza, mi trattiene, soprattutto a Santarcangelo dove dovrebbe essere scritta con la maiuscola, data la grandezza dei poeti che hanno dato lustro alla città”.
“Ho conosciuto lungo il tragitto della mia vita donne forti che, sebbene non fossero considerate e neppure apprezzate, hanno trovato il modo di imporsi, sia pure a fatica. Io stessa, in momenti difficili, ho ritrovato la forza in cui non credevo più. Posso affermare, senza ombra di dubbio, che le donne hanno potenzialità che a volte non sanno neanche di avere”.
Proponiamo ai nostri lettori la poesia vincitrice del Premio Giustiniano Villa edizione 2021 della poetessa santarcangiolese Germana Borgini:
Lasémm andè
Lasémm andè
par al strèdi sénza incréus
lasémm andè drétt
sénza vultèm
ò pressia da truvè
la mi strèda mèstra
apórt sa’ mè i santir
e cla casina biènca
sòta l’òmbra dl’anéus
lasémm andè tla lèusa de’ dè
pràima che e’schèur, l’aròiva,
a so mè ch’a camàin
ancàura tra i sas
a so mè
ch’a sòint cantè i gaẓótt
ch’a respòir l’udàur d’un fiàur
ch’a magn l’èultma ẓrisa ròsa
e ch’à gòd de’ su sapàur
a so mè ch’a m guèrd te’spèc
e a pas la mèna tra i mi cavell biénch
lasémm andè par la mi strèda
cvèlla snò d’un vérs.
(Lasciatemi andare)
Lasciatemi andare / per le strade senza incroci / lasciatemi andare dritto / senza voltarmi / ho fretta di trovare / la mia strada maestra // porto con me i sentieri / e quella casina bianca / sotto l’onbra del noce // lasciatemi andare nella luce del giorno / prima che il buio, arrivi, // sono io che cammino / ancora tra i sassi // sono io / che ascolto cantare gli uccelli / che respiro il profumo di un fiore / che mangio l’ultima ciliegia rossa / e che godo del suo sapore // sono io che mi guardo nello specchio / e passo la mano tra i miei capelli bianchi // lasciatemi andare per la mia strada / quella solo in andata.)
L’appuntamento a tutti i poeti romagnoli Claudio Casadei l’ha dato per la trentesima edizione in programma quest’anno che “sognavamo speciale, ma che ci accontenteremmo fosse come quella di un tempo normale e con le strette di mano”.
Paolo Zaghini