Gestione illecita di rifiuti edili: nei guai 19 titolari di aziende, oltre 100mila euro di multe
29 Gennaio 2024 / Redazione
Nell’ambito di una più vasta attività di controllo in materia di gestione illecita dei rifiuti disposta dal Gruppo Carabinieri Forestale di Rimini, i militari del Nucleo Forestale di Novafeltria, coordinati dalla competente Procura della Repubblica di Rimini, hanno portato a termine una complessa ed articolata attività d’indagine in materia di gestione illecita di rifiuti, che ha permesso di individuare 19 titolari di aziende che gestivano illecitamente rifiuti da demolizione e costruzione non pericolosi, nonché di elevare sanzioni amministrative dell’importo totale di circa 110.000 euro.
L’operazione è scaturita da una verifica posta in essere d’iniziativa dai militari, presso una ditta operante nella gestione dei rifiuti misti da costruzione e demolizione.
Le successive operazioni, disposte dalla locale Procura della Repubblica, hanno consentito un approfondito controllo presso l’impianto che aveva ricevuto grossi quantitativi di rifiuti, stimati in circa 2000 tonnellate, tutti movimentati durante il 2023.
Durante le indagini si è proceduto al sequestro di corposa documentazione dalla quale sono emersi indizi di diverse condotte illecite. In particolare i soggetti convolti, seppur autorizzati, avevano compilato i formulari di trasporto dei rifiuti omettendo dati rilevanti ai fini della tracciabilità, rendendo quindi impossibile accertare sia l’origine, quanto la provenienza dei materiali; il tutto in violazione agli obblighi derivanti dalle norme in materia ambientale previste dal D.lgs. 152/2006. Inoltre alcune ditte non possedevano autorizzazioni in corso di validità necessarie al trasporto dei rifiuti, mentre altre, seppure autorizzate, effettuavano detti trasporti con mezzi non idonei in quanto non iscritti all’Albo Nazionale Gestori Ambientali, ovvero con iscrizione non attiva.
Dal controllo dell’impianto sono emerse poi altre violazioni alle prescrizioni derivanti dall’autorizzazione amministrativa dell’impianto di gestione dei rifiuti, in particolare sulle emissioni in atmosfera, in quanto era stato omessa la presentazione all’Autorità competente dei verbali di campionamento e dei relativi rapporti di prova. Alcune di esse sono state successivamente regolarizzate.
I titolari delle rispettive ditte che hanno conferito rifiuti, insieme al titolare dell’impianto che li ha ricevuti per il successivo recupero, sono stati deferiti per il reato di gestione illecita di rifiuti non pericolosi. Inoltre i Carabinieri forestali precisano che “ai sensi della normativa vigente, i contravventori che hanno regolarizzato la loro posizione sono stati ammessi al pagamento di una sanzione in via amministrativa, al fine di estinguere i relativi reati. La normativa in vigore dispone infatti che le ditte che trasportano rifiuti debbano essere autorizzate dall’Albo Nazionale Gestori Ambientali, che analizza i requisiti tecnici, morali e di capacità finanziaria dei soggetti che svolgono tale attività, nonché l’idoneità tecnica dei veicoli ammessi al trasporto dei rifiuti e le categorie di rifiuti trasportabili per ogni ditta richiedente”.
L’operazione si inquadra nell’ambito delle azioni svolte quotidianamente dai Carabinieri Forestali in difesa dell’ambiente nelle sue varie componenti del suolo, delle acque, dell’aria e della biodiversità. A tal propositoi militari ricordano che “il reato di gestione illecita di rifiuti, previsto e punito dall’art. 256 c. 1 lett. a) del D.Lgs. 152/2006, prevede l’arresto da tre mesi ad un anno o l’ammenda da 2600 a 26.000 euro (superiori nel caso si tratti di rifiuti pericolosi), mentre nel caso del solo mezzo non autorizzato le pene sono ridotte della metà. Inoltre, in alcuni casi, tali reati possono portare, in caso di condanna, alla confisca del mezzo di trasporto controllato e utilizzato illecitamente. E’ fondamentale pertanto che le ditte siano attente al possesso di tutta la documentazione abilitativa al trasporto dei rifiuti, da conservare su ogni mezzo di trasporto per i controlli delle autorità, al fine di garantire una tracciabilità completa sul percorso dei rifiuti ed evitare sia potenziali danni all’ambiente che pesanti sanzioni per le ditte medesime”.