Il direttore artistico della stagione musicale del Comune di Rimini Giampiero Piscaglia commenta l’inserto culturale del Sole 24 Ore pubblicato domenica 21 agosto che riportava: “Rimini è la città più immaginata d’Italia”.
“A una rapida verifica fatta nella giornata di mercoledì 23 agosto 2023, risultano nei registri SIAE 601 brani musicali con la parola ‘Rimini’ nel titolo. Si va dai capolavori straconosciuti come ‘Rimini’ di Fabrizio De André o ‘Ricordati di Rimini’ di Fred Buscaglione e Leo Chiosso al classico folklore di ‘Ritorna a Rimini’ di Secondo Casadei; dal pop estivo anni Ottanta di ‘Rimini come Ougadougou’ di Lu Colombo fino all’opera classica di ‘Francesca da Rimini’; quindi una sequenza infinita di opere e autori meno conosciuti dai titoli ‘A Rimini’, ‘A Rimini con te’, ‘A Rimini e Riccione’, ‘A Rimini è sempre più bello o ‘A Rimini fa freddo d’estate’. All’inizio dell’estate 2023 il debutto dell’ultima nata, ‘Rimini Beverly Hills’ di Autori Associati.
Non sappiamo se esistano classifiche in merito, ma probabilmente con quelle 601 intitolazioni ufficiali non si va lontano dalla verità se si afferma che Rimini sia tra le top ten, forse addirittura tra le top five, delle città che in qualche modo hanno ispirato in ogni epoca la vena creativa dei compositori musicali. Dietro alle inarrivabili Napoli, Roma, Venezia, magari Firenze, Rimini è musa per le sette note. Se poi si scende dalla citazione del titolo al testo, ecco che il numero si moltiplica alla seconda. Ricordiamo, brevemente, come la parola Rimini ricorra in brani come ‘Barcarola albanese’ di Samuele Bersani, ‘Estate 1992’ di Jovanotti, ‘La paranza’ di Daniele Silvestri, ‘Rimini splash down’ dei Righeira, ‘Inutile’ di Francesco Guccini, ‘Tokio storm warning’ di Elvis Costello, ‘Adriatico’ di Claudio Lolli. E, in aggiunta, lo sterminato repertorio del liscio che ha proprio in questa città una delle sue capitali ispiratrici.
Tutto questo per rafforzare un concetto espresso bene dallo scrittore e poeta Antonio Riccardi anche sull’ultimo numero dell’inserto culturale del Sole 24 Ore, pubblicato pochi giorni fa, domenica 21 agosto. ‘Rimini è la città più immaginata d’Italia… Ma non è solo una questione di spazio, percepito in modo diverso da come lo definiscono le carte… I piccoli villeggianti di almeno quattro generazioni hanno formulato collettivamente, per via spontanea e in modo del tutto diverso da come è stato per altri luoghi di vacanza, una mappa dei sentimenti di straordinaria forza evocativa e persistenza’.
Solare e malinconica, sogno estivo e sonnolenta realtà invernale, amori e addii, sliding door di esistenze nel bene e nel male, Rimini per la musica italiana, d’autore o commerciale, ha sempre rappresentato un approdo perché specchio della contemporaneità in tutte le sue sfaccettature e contraddizioni. Ma comunque fertile. Anche questo aspetto, che è il contributo non convenzionale offerto dalla nostra città alla cultura pop d’Italia, non mancherà di essere sottolineato nel dossier di candidatura di Rimini a Capitale italiana della Cultura 2026 che il team di direzione artistica del progetto sta definendo in questi giorni”.