HomeCronacaGigio non dà l’esame? Forse c’entra una riminese


Gigio non dà l’esame? Forse c’entra una riminese


9 Luglio 2017 / Lia Celi

Donnarumma, cherchez la femme. Dietro il clamoroso voltafaccia del portiere del Milan alla commissione d’esame che lo aspettava per la maturità, potrebbe esserci una nostra concittadina.

No, non una giovane sirena incrociata in discoteca, ma una signora di 76 anni di nome Angela. Che aveva abbandonato gli studi al termine delle elementari, e, dopo una vita di lavoro in alberghi e ristoranti e una carriera di mamma e di nonna, è tornata sui banchi di scuola e in pochi anni ha recuperato tutto il tempo perduto: superato l’esame di terza media nel 2014, si è iscritta alle superiori, e da qualche giorno ha in tasca il diploma dell’Istituto alberghiero.

Non solo: prima di compiere i fatidici ottanta Angela conta di laurearsi in Scienze dell’alimentazione.

La notizia dev’essere giunta all’orecchio dell’enfant prodige milanista, convincendolo che non c’era tutta quella fretta: le doti atletiche della giovinezza passano, per mettersi a studiare c’è sempre tempo.

Fra l’altro, chi si rimette sui libri nella terza età ha una motivazione e un entusiasmo che scarseggia nei ragazzi, per non parlare dei benefici psicofisici dell’impegno intellettuale, che secondo gli specialisti è la miglior forma di prevenzione della demenza, dell’Alzheimer e dei disturbi dell’umore.

E non solo per le nonne come Angela. Nel suo delizioso La sovrana lettrice, lo scrittore inglese Alan Bennet immagina che la regina Elisabetta a 80 anni ritrovi il gusto per i libri, che aveva sempre trascurato a causa dei suoi impegni di Stato. Come la signora riminese, anche la regina inglese non riesce più a smettere di istruirsi e di arricchire la propria cultura, e, lettura dopo lettura, si trasforma, diventa più attenta e umana, più intollerante verso le ipocrisie e le contraddizioni della vita di corte, tanto da far sembrare ottusi e incartapecoriti i membri del suo staff, anagraficamente più giovani di lei.

Forse succederà così anche a Donnarumma, oggi troppo impegnato a fare il portiere prodigio per prendere sul serio lo studio, ma fra cinquanta-sessant’anni chissà, magari lo ritroveremo a tentare il test d’ingresso alla Normale di Pisa, a meno che Raiola non gli procuri un’offerta più allettante dalla Sorbona di Parigi.

Inutile fare i moralisti: se nostro figlio diciottenne guadagnasse quanto Gigio, ci strapperemmo i capelli perché se ne infischia di fare la maturità? Se sui piatti della sua bilancia ci fossero da un lato un contratto milionario, dall’altro un diploma di scuola superiore, a quale dei due pezzi di carta vorremmo che rinunciasse, specie se tra le voci del contratto c’è un ingaggio lucroso anche per suo fratello?

Ora come ora, a Donnarumma interessa più parare che imparare; e va bene così. Però da Ibiza una cartolina di congratulazioni ad Angela potrebbe pure mandarla.

Lia Celi www.liaceli.it