Gioco d’azzardo: record a Misano e S. Giovanni in Marignano, anche 4mila euro pro capite
5 Dicembre 2023 / Redazione
Poco meno di nove miliardi di euro, per l’esattezza 8,89 (di cui 4,892 spesi nel gioco fisico e 3,996 in quello online), con una crescita del 28,3% rispetto all’anno precedente e una stima per il 2023 che prevede un’ulteriore crescita del volume di giocate, che potrebbe superare i 9,5 miliardi. Questa la somma che i cittadini e le cittadine dell’Emilia-Romagna hanno speso, nel 2022, in tutte le forme dell’azzardo legale: una cifra superiore ai 7,82 miliardi del 2019, ultimo anno pre-pandemia, e di cui “circa un miliardo e mezzo è andato letteralmente in fumo, svanito dai bilanci personali e familiari e perso in ‘giochi’ dove a vincere è sempre il banco”. A fornire questi dati, frutto di una richiesta di accesso agli atti avanzata da Federconsumatori Modena all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, è il report ‘Pane e azzardo’ stilato dalla Cgil emiliano-romagnola e dalla Federconsumatori regionale in collaborazione con la campagna anti-azzardo ‘Mettiamoci in gioco’. Tra questi numeri spicca il dato del gioco online, cresciuto del 125% tra il 2019 ed il 2022, e con una crescita che continua anche nel 2023. Una crescita, avvertono gli autori del rapporto, che non si deve “soltanto dalla chiusura delle sale slot tra il 2020 e il 2021, a seguito della pandemia”, come dimostra anche il fatto che “il complesso dei giochi fisici si sta progressivamente avvicinando ai numeri pre-pandemici”. E anche se in Emilia-Romagna “non si è ancora verificato il sorpasso dei giochi a distanza rispetto a quelli fisici, come accaduto in molte altre regioni”, la continua crescita dell’online- che oggi rappresenta il 45% della ‘torta’ complessiva- fa prevedere che questo sorpasso avverrà nel giro di un paio d’anni.
Per dare un’idea di quanti soldi vengano giocati in regione, Cgil e Federconsumatori spiegano che “la spesa in azzardo, in Emilia-Romagna, corrisponde a quasi l’80% di quella alimentare”, aggiungendo che “in una trentina di Comuni, il sorpasso della prima sulla seconda è già avvenuto, o sta per verificarsi”. Scendendo nel particolare, gli autori del report ricordano che “con la Finanziaria 2020 è stato incomprensibilmente secretato il dettaglio di gran parte del gioco fisico”, mentre per quanto riguarda il gioco online l’operazione è un po’ più semplice. In Emilia-Romagna “la media delle giocate online è di 903 euro per abitante, poco al di sopra della media delle regioni del Nord”, con “786.000 conti aperti in Regione, di cui 356.000 attivi, e un numero di giocatori online stimato di 144.000 persone, con una quota mensile giocata di 2.300 euro e una perdita media annua di 1.415 euro”. Numeri originati “da un complesso di fenomeni, come l’utilizzo dell’azzardo online per riciclare capitali di provenienza malavitosa, le maggiori probabilità di vincita, la forte ed illegale pubblicizzazione dei giochi, l’avanzamento delle competenze digitali, la semplicità d’uso, la disponibilità costante, l’assenza di ogni controllo sociale e la fascinazione che esercita anche sui più giovani”, di cui infatti si registra “un’irruzione nel campo del gambling online”.
La spesa nei giochi d’azzardo online- in media di 1,259,39 euro su una platea di giocatori di età compresa tra i 18 e i 74 anni- è ovviamente diversa da provincia a provincia, con giocate procapite che vanno dagli 884,99 euro della provincia di Ferrara ai 1.496,02 di Bologna (per quanto riguarda i Comuni capoluogo di provincia, Ferrara è il più ‘virtuoso’ con 949,26 euro di giocata procapite, mentre Piacenza guida la classifica con 1.475, 57 euro). In alcuni Comuni, poi, “si evidenziano alcune crisi acute da azzardo: è il caso, ad esempio, di Zola Predosa, nel bolognese, dove “i numeri nel gioco online sorpassano largamente i peggiori dati di Campania, Sicilia e Calabria, con 7.448 euro giocati procapite nel 2022, soprattutto nel Texas Poker Hold’em”. A Zola, insomma, si gioca “sei volte di più della media regionale e cinque volte di più di Bologna”. Sempre in provincia di Bologna, a Calderara di Reno “si è passati da 1.668 a 4.473 euro” di spesa procapite per il gioco online, e in Valsamoggia “si registrano 2.162 euro procapite nel solo online”. A Piacenza preoccupano invece, oltre ai numeri del capoluogo, gli oltre 4.000 euro procapite del Comune di Castelvetro Piacentino, smentre in provincia di Parma spicca “Solignano, uno dei cinque Comuni della regione dove il gioco online supera i 3.000 euro”. A Reggio Emilia la ‘maglia nera’ va a Reggiolo, dove “si superano i 4.000 euro procapite nell’azzardo complessivo”, ma è Modena “la provincia con i numeri più elevati nel complesso dell’azzardo legale, soprattutto a causa delle due ‘Las Vegas’ rappresentate da Carpi e dai Comuni confinanti di Sassuolo, Formigine e, nel reggiano, Casalgrande”.
E se Ferrara è la provincia dove si gioca di meno, con numeri simili a quelli della vicina Rovigo, che è la provincia italiana dove si è giocato di meno nel 2022 (con la sola eccezione di Comacchio), si registrano invece “numeri pesanti nell’online nella città di Ravenna” e, restando in Romagna, in alcuni Comuni della provincia di Forli-Cesena come “Roncofreddo, che supera i 3.000 euro nell’online”, e di quella di Rimini, con “Misano Adriatico e San Giovanni Marignano che fanno registrare numeri tra 3.000 e 4.000 euro nel gioco stimato complessivo”. Complessivamente, sottolineano Cgil e Federconsumatori, l’Emilia-Romagna “si è dotata di un più che positivo complesso di norme per contrastare il rischio della dipendenza dal gioco d’azzardo patologico”, ma per rendere questa azione più efficace “vanno mappate le iniziative adottate negli ultimi anni dalle Ausl e dagli Enti locali”. In particolare, questi ultimi “avrebbero necessità, quando un Comune è al centro di una crisi acuta da azzardo, di avere strumenti di contenimento del gioco fisico”. Più complesso il discorso per il gioco online, che andrebbe contrastato “con azioni legislative nazionali” e, soprattutto, con “una battaglia culturale”. Infine, per gli autori del rapporto “è sempre più evidente la necessità di un bilancio sociale dell’azzardo, per confutare l’idea che le entrate per tasse sull’azzardo siano risorse pienamente aggiuntive nel bilancio statale”. Assieme alle entrate bisogna infatti “calcolare anche le uscite, come quelle dai bilanci della sanità pubblica e degli Enti locali”, e, cosa ancora più difficile, “il peso economico di una disgregazione familiare, delle persone in cura, di un anziano che perde i risparmi, di una donna vittima di usura o di un ragazzo che si progetta giocatore professionista, per poi finire ai margini”.
(Agenzia DIRE)