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Giordano Gentilini, uno dei volti belli della politica


18 Ottobre 2017 / Paolo Zaghini

Giordano Gentilini è stato uno dei politici riminesi più longevi e presenti sulla scena politica cittadina del dopoguerra. Ma non vorrei correre il rischio di raccontare la sua vita come quella di un politico aggrappato ad una poltrona, perché così non è stato. La sua passione politica è sempre stata centrale: militante della sinistra, uomo di squadra, amministratore capace, punto di riferimento per tantissimi giovani negli ultimi decenni.

Ha detto Emma Petitti al momento della sua scomparsa: “Gentilini è stato uno dei volti belli della politica locale. Ha dato molto al nostro Partito, tramandando i suoi valori anche alle giovani generazioni e insegnandoci cosa sono l’impegno e la militanza”.

Sulla stessa falsariga il ricordo di Andrea Gnassi: “Se n’è andato così, in silenzio, quasi in punta di piedi, con lo stile e l’eleganza che l’hanno contraddistinto in tutta la sua vita. Un uomo che al bene comune ha dedicato l’intera vita, in un periodo, come quello della ricostruzione, che dagli anni ’50 seppe disegnare le direttrici dello sviluppo della Città. La vita di Giordano è una testimonianza d’impegno pubblico fatto di altruismo e generosità, un esempio civile e umano di come si possa servire la politica ed essere sideralmente distante da qualsiasi anche sola parvenza d’interesse personale. Una passione per la vita politica della sua Città legata alla fermezza dei propri principi ideali, fatti d’onestà intellettuale aperta al saper ascoltare l’opinione degli altri senza mai offendere”.

Giordano Gentilini era nato a Rimini il 12 ottobre 1925. Il padre Mario (morto nel 1945) era ferroviere, di orientamento socialista, e Giordano era il suo secondo figlio (il più grande era Giorgio 1921-2009). La famiglia e poi Giordano hanno sempre vissuto all’interno delle mura del Centro storico della Città. Studente delle magistrali, si diplomò negli anni della guerra. Diciottenne, visse l’anno dell’occupazione tedesca nascondendosi per evitare di essere arruolato fra i militi della Repubblica Sociale, ma non partecipò alla Resistenza. Fu tra i riminesi che vissero nei rifugi durante i numerosi bombardamenti alleati della Città, scampando fortunosamente alla morte  in occasione del massacro avutosi con il cedimento di uno di questi sotto le bombe. Nell’estate 1944 durante un rastrellamento venne però catturato e rinchiuso nella vecchia Corderia di Viserba dove assistette all’uccisione del giovane Athos Olmeda da parte dei tedeschi. Riuscì comunque a scappare dalla Corderia e attese la Liberazione. Alla fine degli anni ’40 vinse un concorso per impiegato amministrativo presso la Provincia di Forlì e Giordano fu per tutta la vita un impiegato pubblico, usufruendo dei permessi per svolgere l’attività di pubblico amministratore.

Ricorda Liliano Faenza nel suo volume “Socialismo riminese. 1871-1988” (Sapignoli, 1989): “La rinascita del Partito Socialista al chiaro giorno della democrazia a Rimini e nel circondario, si può collocare alla fine settembre 1944”. Ricordiamo che la Liberazione della Città dai tedeschi era avvenuta il 21 settembre 1944. “Come sopravvissuti ad un lungo naufragio, i componenti la ‘vecchia guardia’ – che nel 1920 si erano raccolti intorno ad Arturo Clari, e che grazie a Gomberto Bordoni e a pochi altri, nel corso del ‘ventennio’, avevano conservato la fiaccola sotto il moggio – in quel settembre si erano ritrovati alla prima assemblea del partito, convocata in una sala di Palazzo Mattioli, nel cuore della Città. (…) La ‘vecchia guardia’ dei Bordoni, dei Grossi, dei Ceccarelli, dei Macina, dei Codevilli, dei Molini, ecc. si era trovata accanto a William (Vasco) Villa, Dauro Cingolani, Euclide Vanzolini, Giordano Gentilini, Vencislao Riccò, tutti ventenni, o poco più, che potevano considerarsi il nucleo emergente della ‘giovane guardia’”. Da questa prima riunione inizierà il lungo percorso politico compiuto da Giordano Gentilini che per quasi settanta anni lo vedrà tra i protagonisti delle scelte fatte per Rimini.

Alla fine del 1944, il 23 dicembre, sposerà Dina (Luisa) Zaghini (nata l’8 marzo 1924 ed ancora vivente). Dal matrimonio nasceranno Ilva (l’8 aprile 1945) e Liana Alba Maria (il 9 gennaio 1952).
La militanza di Gentilini nel PSI lo vedrà schierato prima nel Comitato di Zona e poi nella neo costituita Federazione Riminese (il 1° Congresso si svolse il 31 ottobre/1 novembre 1955) a fianco di Vencislao Riccò (1922-1993) nella corrente di sinistra che faceva capo prima al leader nazionale Rodolfo Morandi (1903-1955) e poi a Tullio Vecchietti (1914-1999). Gentilini fu esponente di spicco di questa corrente, delegato ai Congressi nazionali del PSI a Bologna nel 1951, a Venezia nel 1957.

Al Congresso di Roma, dal 25 al 29 ottobre 1963, i tre delegati riminesi furono: per la sinistra Luciano Gambini e Filippo Tassinari; per gli autonomisti Ercole Tiboni. Il Congresso decise la partecipazione ad un governo di centro-sinistra “organico”. Al 5° Congresso della Federazione (18-20 ottobre 1963) le 57 sezioni socialiste si erano espresse per il 69,90% per la mozione di sinistra, per il 17,50% per gli autonomisti di Nenni e il 3,3% per Pertini. Il 4 dicembre 1963 il PSI nazionale entrò nel primo Governo Moro e Nenni divenne vice-Presidente del Consiglio. La sinistra del PSI si convocò l’11-12 gennaio 1964 e il suo leader, Tullio Vecchietti, guidò la scissione che diede vita al PSIUP. Anche a Rimini il PSI si spaccò: la maggioranza di sinistra confluì nel PSIUP eleggendo segretario Antonio Bersani (1927-1980), portandosi dietro la maggioranza degli iscritti e 3 dei 4 assessori presenti in Giunta a Rimini (Gambini, Gentilini, Anticoli). Nel PSI la corrente autonomista di Ercole Tiboni (1925-1990) assunse la guida del Partito.

Gentilini fu un protagonista della vita del PSIUP riminese negli anni della sua esistenza (dal 1964 al 1972). Dopo le elezioni politiche del 1972 in cui non aveva ottenuto il quorum in nessuna circoscrizione e non aveva eletto alcun rappresentante alla Camera dei Deputati, il PSIUP il 13 luglio 1972 al IV congresso deliberò lo scioglimento del partito e la contestuale confluenza nel Partito Comunista Italiano. La decisione non fu accolta di buon grado da tutti, a Roma come a Rimini. In agosto tuttavia l’esecutivo riminese nella sua maggioranza decise di confluire nel PCI. Gentilini ebbe una incertezza iniziale, ma poi anche lui decise di entrare nel Partito Comunista.

Così ebbe inizio la sua terza militanza politica. Al 12° Congresso del PCI riminese nel marzo 1979 entrò nel Comitato Federale (e vi rimase sino al febbraio 1983). Visse la trasformazione del PCI in PDS, poi DS e PD, in maniera convinta e attiva. Come segretario DS del Circolo Tre Martiri del Centro Storico e poi come suo attivista dagli anni ’90 sino alla sua scomparsa fu instancabile organizzatore di iniziative: ai seggi, ai banchetti, agli incontri con la popolazione Gentilini era presente e lucido nell’affrontare problemi e nel provare a cercare soluzioni.

Ho lasciato volutamente l’elenco dei suoi numerosi incarichi pubblici per ultimo, perché comunque fu la passione politica che per quasi settant’anni lo portò a militare attivamente nei partiti della sinistra riminese e ad impegnarsi nella gestione della cosa pubblica..

Nel 1951, a 26 anni, entrò in Consiglio Comunale e qui vi rimase sino al 1985: per 34 anni Gentilini fu un protagonista del dibattito politico-amministrativo della Città. Per 4 volte fu eletto nelle liste del PSI (nel 1951, nel 1956, nel 1957, nel 1961), per 2 volte in quelle del PSIUP (nel 1965 e nel 1970) e per 2 volte in quelle del PCI (nel 1975 e nel 1980). Fu in Giunta, con deleghe importanti, dal 1951 al 1971, e nuovamente dal 1980 al 1985. Dal 1951 al 1955 fu anche Vice-Sindaco. Per vent’anni lavorò a fianco del Sindaco Walter Ceccaroni, e fu con lui uno dei protagonisti della ricostruzione della Città dalle rovine della Seconda Guerra Mondiale. Fu oggetto di attacchi feroci da parte della Democrazia Cristiana quando si occupò di urbanistica e di edilizia privata (trovando su queste accuse una sponda quanto mai faziosa nella pagina locale de Il Resto del Carlino). Nel 1983 sarà fra i 14 consiglieri condannati per la vicenda dei terreni del Valloni, ma verrà assolto, con tutti gli altri, dalla Corte di Cassazione nel 1989.

Ricoprirà poi, nel corso dei decenni, altri incarichi in società pubbliche: Presidente del CEIS dal 1951 al 1956 a fianco di Margherita Zoebeli; nel Consiglio Generale della Fiera di Rimini (di cui fu uno dei ‘padri’) dall’aprile 1972 sino alla metà degli anni ‘80, vice-Presidente dal 7 giugno 1979 e Presidente dal 13 gennaio 1980 al 15 giugno 1981; Presidente dell’ATAM; nel Consiglio di Amministrazione e Presidente dell’Istituto Valloni nell’ultimo decennio. Fu anche nell’Assemblea del Comitato Circondariale di Rimini sin dalla sua istituzione nell’aprile 1974 (e vi rimase sino al febbraio 1977), vice-Presidente e membro dell’Ufficio di Presidenza.

Gentilini morì il 2 marzo 2014, a 88 anni. La comunicazione del suo decesso avvenne da parte della famiglia ad esequie già avvenute. Così aveva voluto Giordano Gentilini, se ne era voluto andare in silenzio e discreto come era sempre vissuto.

Sergio Zavoli, con cui Gentilini aveva condiviso una lunga militanza socialista, in occasione della sua scomparsa scrisse: “Mi ha sempre colpito della sua personalità umana, politica civile e culturale la straordinaria capacità di organizzare progetti e passione politica all’interno di una singolare attitudine alla moderazione, all’equità, in definitiva al bene comune. Tarderanno a nascere persone di questa risoluta qualità”.

Paolo Zaghini

1 novembre 1955. Rimini, Cinema Italia. 1° Congresso costitutivo della Federazione riminese del PSI. Al palco parla Giordano Gentilini

Anni ’50. Rimini. Da destra Augusto Randi, Giordano Gentilini, Fred Buscaglione, Francesco Alici, (?), Walter Ceccaroni

Maggio 1958. Rimini, piazza Tripoli. Da sin. Giordano Gentilini, Pietro Nenni, Vinceslao Riccò, Francesco Lami (1910-1977). Nenni è a Rimini per la campagna elettorale delle elezioni politiche del 25 maggio 1958

Maggio 1958. Rimini, piazza Tripoli. Da sin. Giordano Gentilini, Pietro Nenni

16-17 febbraio 1965. Rimini, Sala ridotto Teatro Galli. Convegno comunale del PSIUP. Da destra, al palco,Giordano Gentilini; al tavolo l’on. Francesco Lami, Antonio Bersani

1965. Rimini. 1. congresso PSIUP. Da sin. Giordano Gentilini, Antonio Bersani

Anni ’60. Rimini, seduta del Consiglio Comunale. Da sin. il comunista Augusto Randi, il democristiano Sebastiano Bianchini, il psiuppino Giordano Gentilini

Giordano Gentilini negli anni ’80

12 ottobre 2005. Rimini, Circolo DS Tre Martiri Centro Storico. Festa per gli 80 anni di Giordano Gentilini