Non temete, non farò la snob. Dedicherò la rubrica di oggi a ciò di cui parlano tutti seriamente – ossia, in base all’esperienza personale e con cognizione di causa, senza ripetendo a pappagallo le affermazioni che qualche algoritmo lascia entrare nella nostra bolla social.

Non il macello di Gaza, non la sorte degli ostaggi israeliani, non la manovra al risparmio che lascerà i pronto-soccorso sempre meno pronti e con meno soccorsi, ma la rottura Meloni-Giambruno dopo la diffusione degli imbarazzanti fuorionda del fidanzato a Diario del giorno. E bisogna ringraziare Antonio Ricci, l’eterno burattinaio di Striscia la notizia, oltre che la premier e il suo inqualificabile fidanzato, per averci regalato una benefica parentesi di puro gossip di prima qualità, al livello della famosa telefonata del tampax fra Carlo e Camilla, ancora amanti clandestini, che convinse la defunta regina Elisabetta a concedere il divorzio all’erede e alla principessa Diana.

Il parallelo non è fuori luogo, non solo perché anche la notizia della crisi di coppia a palazzo Chigi ha fatto il giro del mondo, ma anche perché pure qui c’è un curioso pettegolezzo laterale interetnico. Nel caso di Diana si vociferava di una sua love-story con un chirurgo pakistano, il predecessore di Dodi al-Fayed; per Giorgia ironiche malelingue provenienti dall’India parlano di un feeling fra lei e nientemeno che Narendra Modi, il leader sovranista che ha incontrato lo scorso settembre.

La scoop della separazione da Giambruno non ha fatto che confermare le dicerie e già ieri su X (ex Twitter) circolavano foto dei due piccioncini, con Meloni in versione Bollywood con bindhi sulla fronte e mani tatuate con l’henné. Una riedizione della mitica coppia Sandokan-Perla di Labuan, anche se Modi non ha l’appeal dell’indimenticabile Kabir Bedi.

Ma veniamo alla nostra first couple, che da ieri si è ufficialmente squagliata, rendendo l’Italia uno dei primi paesi, se non il primo, governato da una single con una figlia nata fuori dal matrimonio. Che poi la single sia la premier più conservatrice della storia della Repubblica e, almeno a parole, la paladina della famiglia tradizionale, è uno di quegli scherzi che la realtà fa alla politica per ricordarle che, malgrado tutte le arie che si dà, non è una cosa seria.

Non credo che lo status di single mom possa scalfire il consenso di cui gode Giorgia Meloni, anzi, per ora sembra che gli abbia messo il turbo, a giudicare dai sondaggi: l’approvazione per la sua scelta di scaricare “Giambrunasca” è approvata trasversalmente da uomini e donne di ogni parte politica. Chi l’ha votata le perdona tutto: sbaglierò, ma credo che se ora la presidente del Consiglio si lanciasse in ardite sperimentazioni sentimentali, tipo fidanzarsi con una donna o abbracciare la poliandria, i suoi fan mediamente omofobi e sessisti lo troverebbero accettabile, anzi, giustificabile.

“Per forza si è messa con una donna, l’uomo è uomo, si è visto, non sa stare al suo posto e rimanere nell’ombra. Ma un premier ha bisogno di una first lady, e Giorgia ha assegnato il ruolo a chi lo sa svolgere meglio: non è lesbica, solo pragmatica”. “Ha due compagni? Fa benissimo! Un partner solo rosica e morde il freno, due si metteranno in competizione fra loro e faranno a gara a chi l’aiuta di più. E sai che comodità: uno l’accompagna nelle grandi occasioni, l’altro sta con la figlia. Giorgia ne sa una più del diavolo!”.

E che ne sarà di Andrea Giambruno? Non piangiamo per lui, siamo in Italia e una sistemazione si trova per tutti, figuriamoci se non salta fuori uno strapuntino televisivo per il padre della figlia della premier. In fondo è un incompreso, finito per errore negli studi del Tg4, terreno non adatto alla sua esuberanza testosteronica. Ma scommettiamo che nella prossima edizione Grande Fratello Vip o di Temptation Island farà un figurone?

Lia Celi

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