Giorgia Meloni a Rimini: “Io sgradita? Non non sapevo che Chiara Ferragni fosse una metalmeccanica” – VIDEO
17 Marzo 2023 / Redazione
“Abbiamo scelto di fare un congresso aperto per parlare al Paese delle nostre proposte, e di voler parlare con tutti dei suoi problemi. Bisogna imparare anche ad ascoltare, non è solo gesto di altruismo ma anche condizione per chiedere diritto di essere ascoltati. Quindi voglio ringraziare a nome di tutto il congresso il presidente del Consiglio Giorgia Meloni per essere qui. Quando le ho telefonato, ha subito accettato. Lo vivo come momento di rispetto e riconoscimento di quel che siamo”, così il segreterio generale CGIL Maurizio Landini, sul palco del congresso di Rimini, nell’accogliere il presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
“Per segno di rispetto, la capacità di ascoltare è legata diritto di chiedere di essere ascoltati. Noi vogliamo essere protagonisti e non spettatori del cambiamento del nostro Paese. La prima volta che ci siamo incontrati con la premier Meloni a Palazzo Chigi disse una cosa che condividevo, cioè che la situazione era difficilissima. Ma proprio perchè cosi complicata, pensiamo che il mondo del lavoro, in tutta la sua articolazione, va messo in condizione di conoscere, discutere e negoziare per fare le riforme di cui abbiamo bisogno”, ha proseguito Landini.
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è quindi salita sul palco del congresso CGIL; ha però dovuto attendere un minuto prima di iniziare a parlare, una parte della platea l’ha infatti accolta sulle note di ‘Bella ciao’. La Meloni ha ascoltato impassibile, poi dopo un po’ ha cominciato a parlare.
“Era da 27 anni – ha esordito – che il capo del Governo mancava al congresso della Cgil. Era normale che il premier più lontano da questa platea ad essere qui dopo tutti questi anni? Penso di sì. Perchè con questo confronto possiamo celebrare l’unità nazionale. Il confronto è necessario e inevitabile. Ringrazio tutta la Cgil dell’invito, anche chi mi contesta. Con slogan efficaci ‘pensati sgradita’ non sapevo che Chiara Ferragni fosse una metalmeccanica. Non ho voluto mancare per rispetto di un sindacato che è il più antico del nostro Paese. La mia presenza qui ha fatto discutere, alcuni pensavano che non venissi per timore delle contestazioni ma sono fischiata da 30 anni, sono cavaliere al merito della materia. Non mi spaventa il contesto difficile”.
E ancora: “Sono contenta di leggere che la Cgil non è un sindacato di opposizione e mi viene da dire figuriamoci se lo fosse. In oltre due ore non ho trovato nulla in favore del Governo”.
Passanduio poi ai temi del lavoro: “Il principio del merito, a pari condizioni di partenza, è l’unico vero ascensore sociale che esista”. Dunque, “abolire il reddito di cittadinanza per chi è in grado di lavorare è stato doveroso. Lo strumento ha mantenuto le persone in condizioni in povertà, l’unico modo per farle uscire da quella condizione è il lavoro. Era una misura pensata per essere transitorio, ma chi l’ha preso per tre anni sta nella condizione di partenza. A monte c’era un errore: metteva nello stesso calderone chi poteva lavorare e chi no, offrendo a tutti la stessa risposta”.
E tornando sul tema sollevato da Elly Schlein in parlamento: “Voglio ribadire con chiarezza, l’introduzione del salario minimo legale non sia la strada più efficace. Temo possa diventare non una tutela aggiuntiva ma una tutela sostitutiva e questo per come la vedo io finirebbe di fare un altro grande favore alle concentrazione a ribasso dei diritti dei lavoratori. Il nostro obiettivo di fine legislatura rimane un taglio del cuneo fiscale più significativo. Sono d’accordo da sempre con Landini quando dice ‘stesso lavoro stessi diritti’. Uno dei grandi temi sui quali possiamo provare a lavorare insieme è un sistema di ammortizzatori sociali che tuteli allo stesso modo ogni tipo di lavoratore. C’è un’emergenza in corso? Sì, le ricette utilizzate finora hanno funzionato? Veniamo da un mondo in cui si diceva che la povertà si poteva abolire per decreto, ma la povertà non è stata abolita. La ricchezza la creano le aziende e i loro lavoratori. E se questa è la verità la sfida è mettere quelle aziende e quei lavoratori in una condizione migliore per favorire la crescita occupazionale. Questa è la visione che sta alla base della riforma fiscale approvata ieri dal Cdm. Una misura che è stata un po’ frettolosamente bocciata da alcuni”.
La premier ha poi difeso la riforma fiscale appena varata: “Si rivolge ai più fragili e al ceto medio, come abbiamo già fatto con la legge di bilancio. Lavoriamo per consegnare agli italiani una riforma complessiva che riformi l’efficienza della struttura delle imposte, riduca il carico fiscale e contrasti l’evasione fiscale”.
“A differenza di Landini non considero finto questo confronto, altrimenti non starei a perdere tempo. Nel giorno dell’unità d’Italia”, vi dico “rivendicate senza sconti le vostre istanze nei confronti del governo, a volte saremo d’accordo altre no, ma vi garantisco che le vostre istanze troveranno un ascolto serio e privo di pregiudizi”, ha concluso Giorgia Meloni.
La platea ha ascoltato in silenzio, riservando a Giorgia Meloni un solo applauso quando la premier ha condannato l’assalto alla sede nazionale della CGIL di Rma da parte di estremisti di destra e no-vax.
(Agenzia DIRE)