Home___primopianoGiornata dei migranti, il vescovo di Rimini: “servono case, cibo, lavoro e accoglienza

L’esempio di una comunità che si è tassata per dare casa


Giornata dei migranti, il vescovo di Rimini: “servono case, cibo, lavoro e accoglienza


24 Settembre 2023 / Redazione

Anche a Rimini si è celebrata oggi la 109esima giornata mondiale dei Migranti e dei Rifugiati. Il vescovo Nicolò Anselmi nel suo intervento in Basilica ha invitato a non cedere alla tentazione di chiudersi e ha sottolineato la difficoltà, per i migranti, nel trovare casa.

“È fin troppo facile ricordare che anche Gesù è stato un migrante e un rifugiato politico: è dovuto scappare in Egitto per evitare la persecuzione di Erode.
Vedo davanti a me tanti fratelli che hanno lasciato la loro terra e sono qui con noi, tra noi.
Vi ringrazio: siete un grande dono. Fra loro, penso anche a tante religiose e religiosi che servono la nostra chiesa, i nostri anziani, le nostre mamme e i nostri papà.
Anche io ho dovuto intraprendere un viaggio, un piccolo viaggio di 500 km.
Certamente sono stato accolto bene e sono libero di tornare a casa, ogni, mese, a trovare i miei cari. Non tutti però sono liberi come me, purtroppo.
Vi ringrazio e vi chiedo di vincere la tentazione di chiudervi ma di essere presenti nelle nostre comunità con il dono della vostra fede, spesso più espansiva della nostra, della vostra cultura, del vostro canto, del vostro cibo.

Appena una settimana a Rimini abbiamo vissuto la Festa del Ringraziamento a Dio per la fine della stagione estiva e l’inizio dell’autunno. Grazie a tanti fratelli, fratelli tutti come dice Papa Francesco, che hanno offerto il loro lavoro e la loro presenza per la città. Ieri abbiamo festeggiato la Madonna di Lampedusa.

Vorrei dire una parola sulle difficoltà che gli stranieri incontrano nel trovare casa. Non arrabbiamoci.
Ho visto una parrocchia, una comunità, in cui le persone che partecipavano all’Eucarestia si sono tassate con 10 euro al mese per affittare un appartamento a 60/70 famiglie, con il contratto intestato alla parrocchia, con il permesso del parroco e del Vescovo accoglievano famiglie straniere o ex carcerati o senza fissa dimora, piccoli gruppi di 3-4 persone.
I padroni di casa erano contenti.
C’è bisogno di case, di cibo, di lavoro ma soprattutto di amore, di amore, di accoglienza, di fraternità, di documenti regolari per avere una vita bella e felice, quella che Dio ha pensato per tutti noi.”